Violenza di genere. I Carabinieri fanno il loro dovere, ma occorrono strumenti operativi e tutele

Gli episodi di violenza nei confronti delle donne stanno subendo una inquietante impennata.

Solo negli ultimi giorni, una giovane donna di Pozzuoli è stata aggredita dall’ ex marito, che, dopo averla presa a calci e pugni, ha tentato di spingerla oltre la balaustra del belvedere cittadino.

A Olbia,  un’altra donna è stata picchiata con inaudita violenza dall’ex compagno nel parcheggio di un supermercato, alla presenza di numerose persone.

In entrambe i casi, il tempestivo intervento dei Carabinieri ha permesso di evitare il peggio e assicurare gli aggressori alla giustizia.

Il SIC esprime solidarietà e vicinanza a tutte le Donne vittime di violenza di genere ed un sentito plauso per la professionalità ed il senso del dovere dimostrati dai Carabinieri della Compagnia di Pozzuoli e  del Reparto Territoriale di Olbia.È, tuttavia, indispensabile che lo Stato continui a garantire sempre di più il pieno sostegno alle Forze dell’Ordine, rafforzando gli  strumenti operativi e le tutele, sia per le vittime, sia per chi ogni giorno è impegnato nella difesa della Legalità.

 

 

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Uso della bandoliera, importanti novità in arrivo

Il SIC esprime grande soddisfazione per l’iniziativa del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri che, con circolare odierna, ha inteso rimodulare l’impiego della bandoliera, escludendone l’utilizzo nei contesti operativi e limitandolo a quelli di rappresentanza e di servizio all’interno delle caserme.

Un passo fortemente perorato dal SIC, che rappresenta il segnale di un’Amministrazione che si evolve, mantenendo lo sguardo verso le proprie radici ma muovendo nuovi passi nella direzione di un’attitudine all’attività operativa più realistica ed adeguata ai tempi.

E’ questo l’esempio lampante dei frutti che una collaborazione trasparente e costruttiva tra APCSM e Vertici può donare alle Donne e agli Uomini in divisa che, quotidianamente, si spendono nella difesa dei cittadini e delle Istituzioni dello Stato.

Fluminimaggiore, 7 aprile 2025

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto-Legge “Sicurezza”. Soddisfazione del SIC.

Con piena soddisfazione, il SIC  ha appreso che, nella serata del 4 aprile 2025, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge “Sicurezza” che contiene diverse misure a tutela delle forze di polizia e in generale sulla pubblica sicurezza.
Con numerosi comunicati, il SIC ha chiesto al Governo l’approvazione di nuove norme per difendere e tutelare le Donne e gli Uomini in divisa tra i quiali:

02 agosto 2024 uso delle bodycam sulle divise degli Operatori  delle Forze dell’Ordine;

31 ottobre 2024 pacchetto sicurezza urgente e necessario;

02 gennaio 2025 lettera al Comandante Generale dell’Arma dove si chiede di accelerare la distribuzione delle bodycam;

08 gennaio 2025 equipaggiare tutti i Carabinieri di taser, di dash cam alle autovetture, parabrezza antiproiettile, guanti protettivi, nota al Comandante Generale dell’Arma.

Tra le maggiori novità del corposo decreto che si compone di 34 articoli, troviamo le nuove tutele per le forze dell’ordine.

Il decreto prevede maggiore protezione legale per gli agenti che usano la forza o sparano in servizio, a condizione che lo facciano per difendere sé stessi o altri cittadini in pericolo. Viene inoltre eliminata la sospensione automatica ed il ritiro dell’arma d’ordinanza.

Il nuovo testo conferma l’equiparazione della cannabis light a quella stupefacente, introducendo un divieto totale su commercio, lavorazione ed esportazione di foglie, infiorescenze e resine, nonché di tutti i prodotti contenenti sostanze derivate dalla canapa.

Le nuove misure colpiscono duramente chi organizza sit-in di protesta su binari ferroviari, strade o autostrade, impedendo la circolazione di mezzi o persone, una strategia sempre più diffusa tra gli attivisti.

Il decreto-legge stabilisce che chi partecipa a queste manifestazioni rischia da 6 mesi a 2 anni di carcere, trasformando quello che finora era solo un illecito amministrativo in un vero e proprio reato penale.

Ancora più severe le sanzioni per chi si oppone alla realizzazione di grandi opere pubbliche. In questo caso, il reato si aggrava e le pene possono aumentare fino a un terzo.

Il nuovo decreto prevede che chiunque occupi o si impossessi senza titolo di un immobile altrui o ne impedisca l’accesso al legittimo proprietario, è punito con il carcere da 2 a 7 anni.

Il SIC esprime il proprio plauso alle Autorità Governative per avere approvato in tempi rapidissimi nuove norme a tutela dei cittadini e dei Servitori dello Stato in divisa.

Norme che potranno arginare e contenere fenomeni delinquenziali che hanno registrato in questi ultimi tempi un aumento esponenziale che ha determinato una minore percezione di sicurezza tra i cittadini ed esposto, inevitabilmente, a grave pericolo l’incolumità fisica delle forze di polizia.

Siamo certi che i nuovi strumenti normativi determineranno una repentina diminuzione dei reati comuni che destano allarme e che hanno gravi ripercussioni in ambito sociale.

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Processo Askatasuna, cade l’accusa di associazione a delinquere… i paradossi del sistema penale italiano

Nella giornata di ieri 31 Marzo 2025, nel processo di primo grado, il Tribunale di Torino ha emesso  18 condanne e 10 assoluzioni contro i militanti del centro sociale Askatasuna di Torino e del movimento No Tav, imputati per le azioni dimostrative contro l’alta velocità in Val di Susa.

La Procura di Torino aveva chiesto complessivamente condanne per 88 anni di carcere.

Inoltre, nonostante i militanti di Askatasuna abbiano sempre operato come un’organizzazione ben strutturata, con sistema  paramilitare e con una strategia chiaramente eversiva, il Tribunale non ha inteso ravvedere l’associazione a delinquere.

Una sentenza che assume, paradossalmente, il sapore di una punizione verso l’operato  delle Forze dell’Ordine, da anni impegnate nei cantieri della TAV a fronteggiare le violente azioni di questi soggetti.

Il SIC è incredulo per il verdetto emesso.

Se non si inizia a giudicare con pene più severe le aggressioni in danno delle Forze di Polizia e gli attacchi allo Stato, il ciclo di violenza continuerà e a pagarne il prezzo più  alto saranno gli onesti cittadini.

IL MINISTRO DELLA DIFESA GUIDO CROSETTO E IL MINISTRO DELL’INTERNO MATTEO PIANTEDOSI DIANO UN SEGALNALE FORTE PER RESTITUIRE LA GIUSTA RICOSCENZA VERSO CHI DIFENDE QUOTIDIANAMENTE LO STATO.

«Lex est recta ratio imperandi atque prohibendi; quam qui ignorat, is est iniustus»

 

«La legge è la retta norma del comandare e proibire; e se qualcuno la ignora, è ingiusto»

 

 

 

 

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Allo studio il decreto per la tutela penale delle Forze dell’Ordine. Plauso del SIC al Ministro Piantedosi

Accogliamo con soddisfazione le recenti dichiarazioni del Ministro dell’Interno Piantedosi in merito al decreto allo studio del Governo teso a rafforzare le tutele economiche e legali per le Forze dell’Ordine.

Qualcuno insiste strumentalmente a chiamare questo dispositivo “scudo penale”, suggerendo che, grazie ad esso, gli operatori godranno sostanzialmente di una immunità (o impunità) totale rispetto alle loro condotte in servizio.
Giova ribadire che nulla è più lontano dalla realtà.

Le misure allo studio non intendono sottrarre chi sbaglia dalle proprie responsabilità, ma evitare, a chi per professione è quotidianamente esposto a situazioni complicate, inutili calvari.

Tra le principali novità del Decreto, infatti, ci sono:
Iscrizione nel registro degli indagati NON AUTOMATICA: la decisione di avviare un’indagine sarà lasciata alla discrezionalità del giudice, eliminando l’automatismo attuale. Ciò eviterà agli operatori il calvario dell’iscrizione nel registro degli indagati nei casi in cui sia palese da subito la condotta corretta.
Spese legali coperte: lo Stato coprirà fino a 10.000 euro per ogni fase del procedimento legale in cui l’Agente sia coinvolto per fatti inerenti al servizio.
Ciò farà sì che gli esosi costi legali non si abbattano sugli operatori e sulle loro famiglie, finché eventuali responsabilità non vengano definitivamente accertate.
Tutela economica: lo stipendio degli agenti sarà garantito fino a una condanna definitiva, senza congelamenti o sospensioni preventive delle retribuzioni.

E’ chiaro a chiunque sia dotato di onestà intellettuale che questi strumenti sono un atto di giustizia e di salvaguardia nei confronti di chi, quotidianamente, rischia per difendere i cittadini e le Istituzioni del nostro Paese.
Insieme al Dl Sicurezza, questo progetto di legge rappresenta un passo avanti significativo per la serenità delle Donne e degli Uomini delle FF.OO. ed è la dimostrazione della sensibilità che questo Governo ha nei loro confronti e nei confronti della Sicurezza dei Cittadini.

Fluminimaggiore, 1° aprile 2025

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Roma, Carabinieri arrestano spacciatore. Giornalista e Senatrice si sdegnano

Lo scorso giovedì, a Roma, presso il Quartiere di San Lorenzo, due Carabinieri hanno arrestato in flagranza un giovane spacciatore, irregolare in Italia e senza fissa dimora.

Storia finita, si penserebbe.
Il bene vince sul male.
I buoni arrestano i cattivi, come fanno ogni giorno, con coraggio ed abnegazione.

Invece no.
Perché al momento dell’arresto, avvenuto al culmine di un concitato inseguimento a piedi, era presente una giornalista, che non gradisce come lo spacciatore viene ammanettato e pensa bene di filmare la scena, apostrofando i Militari e consolando il “povero” spacciatore.

E non basta.

Nel giro di poche ore, arriva puntuale il commento di una Senatrice, che si scandalizza del video e critica a sua volta l’operato dei Carabinieri.

Si tratta della stessa Senatrice che si era scagliata contro gli operatori che avevano inseguito il giovane Ramy a Milano, senza attendere le perizie che, poi, in effetti, li hanno scagionati.

Noi ricordiamo che in ogni situazione la cautela è d’obbligo.

Abbiamo già visto a cosa porta fomentare odio contro le Forze dell’Ordine.

I tragici fatti che settimane fa hanno portato alla morte di Ramy, furono strumentalizzati e scatenarono una serie di violenti disordini di piazza, con danneggiamenti e ferimenti di tanti nostri colleghi.

E non consola che, mentre il fumo dei cassonetti dati alle fiamme ancora impestava l’aria, arrivavano i risultati delle indagini, che escludevano gli operatori da qualunque responsabilità.

Lo ripetiamo: la cautela è sempre d’obbligo.
Ancor di più in questi tempi di tensioni sociali.

Anche in questo caso la Magistratura si è già attivata.
Se ci sono responsabilità, queste verranno accertate.

Ci piacerebbe pensare che un giorno, si accerteranno eventuali responsabilità anche di chi inscena processi mediatici, distorce verità, approfitta di posizioni privilegiate per diffondere odio e destabilizza, in ultima analisi, le Istituzioni dello Stato.

IL SIC DIFENDE CHI DIFENDE SEMPRE.

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Altri due Carabinieri aggrediti da cittadino extracomunitario. Ormai i delinquenti non temono conseguenze

Nella mattinata di ieri, a San Felice sul Panaro (MO), si è registrata una grave aggressione (l’ennesima) nei confronti di due Carabinieri della locale Stazione, ad opera di un cittadino extracomunitario di nazionalità ghanese residente in quel centro.

Mentre i Militari procedevano nei suoi confronti alla notifica di una violazione, l’extracomunitario li ha prima minacciati di morte per poi passare alle vie di fatto, aggredendo con calci e pugni uno dei due Carabinieri.

L’uomo, prima di essere immobilizzato, si è anche scagliato contro l’autovettura di servizio, danneggiandone la carrozzeria.

Il Collega aggredito è stato trasportato presso l’Ospedale Civile di Mirandola (MO) per le lesioni riportate al volto che i Sanitari hanno giudicato guaribili in due giorni.

Questo episodio, che si aggiunge alle numerose violenze operate in questi ultimi mesi da cittadini extracomunitari in danno delle FF.PP., dimostra ancora una volta il livello di pericolosità con cui i nostri Carabinieri sono costretti a confrontarsi quotidianamente.

La nostra piena solidarietà va ai Militari coinvolti, che hanno dimostrato coraggio e dedizione nel garantire la Sicurezza dei cittadini.
E, nel rivolgere un particolare augurio di pronta guarigione al collega ferito, auspichiamo che venga fatta giustizia con pene adeguate alla gravità di quanto accaduto.

Non possiamo più tollerare che il personale delle Forze dell’Ordine venga esposto a rischi così elevati mentre svolge il proprio lavoro”.

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Il SIC incontra il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale C.A. Luciano Portolano

Nel pomeriggio di ieri, a Roma, si è svolto l’incontro tra le APCSM ed il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale di Corpo d’Armata Luciano PORTOLANO.
Presenti per il SIC il Segretario Generale Luigi Pettineo e il Presidente Francesco Luciani.
L’occasione ha rappresentato un proficuo momento di confronto costruttivo, finalizzato a tracciare e fissare linee guida univoche per la tutela dei diritti delle Donne e degli Uomini del Comparto Difesa e per raccogliere ogni proposta atta a migliorarne le condizioni lavorative.
Il confronto si è svolto in un clima di serenità e di reciproca cordialità.
Sono state trattate tematiche di interesse collettivo.
Il CSMD (CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA) ha aperto l’incontro soffermandosi sull’attuale situazione geopolitica e segnatamente sui conflitti armati presenti in Europa e tra l’Ucraina e la Russia.
E’ stata rimarcata l’importanza della coesione e del senso di appartenenza della Compagine Militare.
Ogni sforzo e risorsa deve essere investita sulla formazione e sull’addestramento delle Forze Armate.
L’Alto Ufficiale ha dato prova di una trasparente apertura verso le APCSM, dichiarandosi disponibile al confronto per incrementare l’efficienza dei Reparti, ottimizzando l’impiego del personale in una prospettiva di razionalizzazione delle risorse disponibili per potere affrontare l’attuale crisi internazionale.
Particolare attenzione è stata rivolta al personale recentemente arruolato, per il quale si prevede l’istituzione di una previdenza complementare.
Il Sindacato Indipendente Carabinieri ha improntato il suo intervento sulla necessità di creare rapporti di leale e fattiva collaborazione tra le APCSM ed i vertici delle varie Forze Armate.
Per il SIC, il confronto funzionale tra le APCSM e la Scala gerarchica deve basarsi sulla trasparenza e sul rispetto dei ruoli, prediligendo sempre la tutela dei diritti degli appartenenti alle Forze Armate al fine di garantire condizioni lavorative dignitose.

Con la presente vogliamo esprime sincera gratitudine al Capo di Stato Maggiore della Difesa Gen. C.A. Luciano Portolano per l’attenzione rivolta alla nostra Organizzazione sindacale.

 

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Caso Ramy, la verità giudiziaria al di sopra di ogni strumentalizzazione politica

CASO RAMY, LA VERITÀ GIUDIZIARIA AL DI SOPRA DI OGNI STRUMENTALIZZAZIONE POLITICA

LA PERIZIA CINEMATICA SCAGIONA I CARABINIERI DA OGNI ACCUSA INFAMANTE.

Il SIC ha appreso con soddisfazione che il Consulente Tecnico incaricato dalla Procura di Milano ha depositato la relazione peritale sull’inseguimento del motoveicolo con a bordo il giovane Ramy Elgaml, operato dai Carabinieri la sera del 24 novembre 2024.

Al termine di minuziosi accertamenti cinematici, il Perito ha stabilito che l’operato del conducente dell’autovettura Giulietta in dotazione alla Sezione Radiomobile di Milano, nell’ambito dell’inseguimento, risulta essere stato conforme a quanto prescritto dalle procedure in uso alle Forze dell’Ordine.

Il Consulente Dr. Marco Romaniello, nella perizia cinematica fatta per l’indagine su quando accaduto a Ramy, morto la notte del 24 novembre 2024 durante l’ inseguimento, testualmente scrive:
«per quanto attiene al Vice Brigadiere conducente dell’autovettura di servizio Alfa Romeo Giulietta, la disamina di tutti i video e l’attenta analisi cinematica condotta hanno confermato che questi, aderendo al dovere d’ufficio, ha proceduto nell’inseguimento dei due fuggitivi, attenendosi alle procedure previste nei casi di inseguimenti di veicoli e si è trovato nell’impossibilità di poter attuare un’azione difensiva efficace in relazione alla manovra improvvisa ed imprevedibile attuata dal conducente del motoveicolo, di taglio della propria traiettoria».

Il Perito aggiunge che: «si deve concludere che, nei limiti dell’esito imprevedibile e drammatico del seguito della manovra difensiva obbligata, sia la risposta attentiva del conducente dell’autovettura Giulietta, sia la sua reazione, sono state adeguate e controllate, costituendo dei processi mentali automatici e governati. La concausa determinante dell’evento che ha cagionato il decesso del trasportato a bordo del motoveicolo, Elgaml Ramy Yehia Awwad Nady – al di là dei fattori umani connessi ai conducenti – è stata, purtroppo, determinata dalla presenza del palo semaforico che ha arrestato la caduta del trasportato, bloccandone la via».

Nelle ore immediatamente successive al tragico evento, il SIC ha invitato le parti politiche ad astenersi da giudizi non basati su elementi certi ed incontrovertibili.
Il SIC ha esortato il mondo politico a non strumentalizzare l’evento, al fine di non ingenerare sentimenti di livore verso le Forze di Polizia.

La verità processuale non è assoggettabile a competizioni politiche che hanno acceso violente proteste di piazza.

La relazione peritale finalmente chiarisce con elementi certi la reale dinamica dell’accadimento, scagionando i Carabinieri dalle accuse diffamatorie.

Siamo certi che coloro che hanno infangato l’onore ed il prestigio dei nostri Colleghi vengano penalmente perseguiti dalla Magistratura.

Il SIC rinnova la propria vicinanza ai Colleghi coinvolti in questa triste vicenda.

Fluminimaggiore, 13 marzo 2025

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Brillante operazione antidroga dei Carabinieri di Lanciano (CH). Il plauso del SIC

Lo scorso 5 marzo i Carabinieri della Compagnia di Lanciano (CH) hanno tratto in arresto due uomini, un34enne di nazionalità venezuelana e un 36enne brasiliano, per possesso di un ingente quantitativo di cocaina destinata a rifornire la piazza locale e quella dei comuni limitrofi.

L’arresto è scattato durante un servizio mirato al contrasto dello spaccio di droga.

I militari del Nucleo Operativo, coadiuvati dai Colleghi dell’Aliquota Radiomobile, hanno notato il comportamento sospetto di un uomo a bordo di un’autovettura.

I Carabinieri hanno effettuato ulteriori accertamenti sui soggetti fermati presso il nosocomio di Lanciano, al fine di verificare l’eventuale ingestione di ovuli contenenti sostanza stupefacente.

Gli esami medici hanno confermato la presenza di corpi estranei nell’addome dell’uomo. Dopo il trattamento medico, il brasiliano ha espulso ben 66 ovuli di cocaina, per un peso complessivo di quasi 900 grammi.

Un duro colpo assestato dai Carabinieri al traffico di una sostanza stupefacente che viene commercializzata nel fine settimana sul “mercato” frentano ed assunta prevalentemente dai giovani.

Il SIC esprime ai Colleghi della Compagnia Carabinieri di Lanciano il suo plauso per la brillante operazione antidroga che ha consentito di assicurare alla Giustizia due pericolosi spacciatori.

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