L’erogazione dell’anticipo delle spese legali agli agenti sottoposti a indagini per il conflitto a fuoco che ha portato alla morte dell’assassino del Brigadiere Carlo Legrottaglie rappresenta un segnale concreto. Grazie all’applicazione del recente Decreto Sicurezza, lo Stato ha garantito un sostegno tempestivo e tangibile a chi ha agito in divisa, in contesto operativo, a rischio della propria vita.
Una misura giusta, attesa da anni. Ma non ancora sufficiente.
Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri:
accoglie positivamente questa novità, che rompe la logica dell’abbandono istituzionale di fronte a procedimenti giudiziari spesso originati da semplici “atti dovuti”;
pretende pari trattamento per i Carabinieri, affinché anche l’Arma venga inclusa in questi strumenti di tutela automatica e preventiva;
ribadisce con fermezza la necessità di riformare l’attuale meccanismo di iscrizione nel registro degli indagati, che rappresenta una gogna mediatica e psicologica per chi ha semplicemente compiuto il proprio dovere.
Troppo spesso, chi serve lo Stato in uniforme viene trattato con sospetto ancor prima che con rispetto.
Chi interviene, rischia.
Chi sbaglia, paga.
Ma chi agisce legittimamente, non può più essere lasciato solo.
Il SIC chiede:
che l’anticipo delle spese legali venga esteso anche ai Carabinieri, senza disparità tra Forze di Polizia;
che venga introdotto un filtro tecnico-operativo preventivo, prima di ogni iscrizione formale per uso legittimo della forza;
che le tutele processuali e umane siano riconosciute come parte integrante del servizio, e non come un favore a posteriori.
Abbiamo piena fiducia che l’attuale Comandante Generale, interprete di un modello di leadership evoluto e vicino ai reali bisogni del personale, saprà garantire anche all’Arma dei Carabinieri lo stesso livello di tutela legale riconosciuto oggi ai colleghi della Polizia di Stato.
La dignità dell’uniforme non si difende con le celebrazioni, ma con atti concreti nei momenti difficili.
Il SIC continuerà a battersi perché i Carabinieri non vengano più esposti a processi mediatici, isolamento professionale e spese legali personali quando si tratta di interventi legittimi, documentabili e coerenti con le regole d’ingaggio.