Estensione dell’utilizzo della maglietta “Polo” al personale di tutte le articolazioni dell’Arma dei Carabinieri. Lettera al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

Fluminimaggiore, 6 Maggio 2024

 

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Estensione dell’utilizzo della maglietta “Polo” al personale di tutte le articolazioni dell’Arma dei Carabinieri

 

Preg.mo Signor Comandante Generale,

nell’esclusivo interesse di tutelare il benessere e migliorare le condizioni lavorative dei nostri Associati, sottoponiamo alla Sua valutazione la seguente esigenza afferente l’uniforme da utilizzare nei servizi d’istituto durante la stagione estiva.

La normativa sull’abbigliamento da lavoro, regolamentata dal D. Lgs. n. 81 del 2008 (ex legge 626/94) – Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, stabilisce che in alcuni settori sia necessario indossare abbigliamento atto a proteggere il lavoratore dai rischi per la salute e la sicurezza.

Nel Decreto Legislativo 81/2008 si parla di DPI – Dispositivi di Protezione Individuale, cioè di qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.

Tra i dispositivi previsti dalla normativa si annoverano quelli ad alta visibilità, specifici per chi si trova a lavorare per strada o comunque in condizioni di scarsa visibilità ed ha bisogno di essere facilmente individuato.

Ogni capo di vestiario ed accessorio deve:

– essere conforme alle norme di cui al decreto legislativo 4 dicembre 1992 n. 475(N)78, e sue successive    modificazioni;

– essere adeguato ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore;

– essere adeguato alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro;

– tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore, quindi pratico e comodo da indossare.

Un tema particolarmente dibattuto nei mesi estivi è quale debba essere il giusto abbigliamento consentito ai lavoratori, quando lamentano problemi di caldo e sudorazione per le alte temperature, l’afa e il forte irraggiamento solare.

Salvo gli specifici interventi in ambienti cosiddetti “ad alto rischio per fattori fisici, chimici e biologici” che richiedono adeguato abbigliamento e dispositivi di protezione, è possibile per il lavoratore utilizzare, nella stagione estiva, magliette leggere con maniche corte e pantaloni lunghi di tessuto traspirante che risultano essere abiti più freschi e traspiranti e, allo stesso tempo,  mantenere un senso di decoro generale.

Il periodo caldo dell’anno si sta avvicinando e con esso la necessità di cambiare l’uniforme per poterla rendere più funzionale alle esigenze che si incontrano durante i mesi in cui le temperature salgono maggiormente.

Le divise devono innanzitutto soddisfare dei criteri tecnici che le rendano idonee alla mansione che si deve svolgere, senza trascurare l’estetica, in particolare per chi è a stretto contatto con il pubblico.

L’abbigliamento da lavoro deve avere come primaria caratteristica la funzionalità e deve considerare gli aspetti di sicurezza e praticità che permettano di svolgere le dovute mansioni in totale libertà, con la garanzia di un capo che assicuri resistenza e protezione e, al contempo, sobrietà.

Le particolarità che contraddistinguono ognuna di queste opzioni possono essere riassunte in:

  • traspirazione del tessuto;
  • praticità nei movimenti;
  • idoneità rispetto ai protocolli di sicurezza individuale.

L’unione di queste caratteristiche permette all’abbigliamento da lavoro estivo di presentarsi come funzionale e sicuro.

Per le sue caratteristiche tecniche e morfologiche, la maglietta “Polo” riunisce i requisiti di funzionalità, sicurezza e salubrità previsti dalle vigenti disposizioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.

L’uso della maglietta tipo “Polo” assolverebbe alle primarie esigenze di tutela della salute del personale che, nella stagione estiva, svolge il servizio istituzionale, anche per prolungate ore, in strada, costretto a rimanere esposto alla calura e alle elevate temperature tipiche della stagione.

Per quanto sopra esposto, il SIC chiede a Lei, sig. Comandante Generale, di volere disporre l’impiego in tutte le articolazioni dell’Arma dei Carabinieri, durante la stagione estiva, della maglietta tipo “Polo”  nella  versione ignifuga e con scritta posteriore “CARABINIERI” ad alta visibilità, già utilizzata dai Reggimenti e Battaglioni.

La presente missiva mi consente di porgerLe un deferente saluto.

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Il Gen. C.a. Riccardo Galletta è il nuovo comandante interregionale “Pastrengo”

Oggi, nella caserma “Montebello” di Milano, si è svolta la cerimonia di avvicendamento ai vertici del Comando interregionale ‘Pastrengo’, che sovrintende ai Carabinieri di Lombardia, Liguria, Piemonte e Val D’Aosta.

A lasciare l’incarico è stato il Generale di Corpo d’Armata Gino Micale a cui va il nostro sentito ringraziamento per il suo encomiabile operato e per le sue eccelse doti umane e militari.

Al suo posto subentra il Generale di Corpo d’Armata Riccardo Galletta.

Alla cerimonia erano presenti il generale di Corpo d’Armata Teo Luzi, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri e i Comandanti delle Legioni Lombardia, Piemonte e Valle D’Aosta e della Liguria.

Presente per il SIC il Segretario Generale Aggiunto Magg. Andrea Calì.

Nel corso della cerimonia, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale C.A. Teo Luzi, ha tracciato gli obiettivi operativi che l’Istituzione si prefigge di raggiungere nelle regioni del nord ovest, in cui si raggruppano le maggiori attività industriali del Paese, punto nevralgico dell’economia nazionale.

Il Gen. C.A. Riccardo Galletta vanta una brillante carriera militare.
Ha ricoperto numerosi e prestigiosi incarichi di comando presso la Compagnia di Gaeta, la Compagnia di Roma-Casilina, la Compagnia di Polizia Militare e di Sicurezza del Comando Supremo della NATO a Mons (Belgio).
È stato Aiutante di Campo del Vice Comandante Generale, Ufficiale Addetto all’Ufficio Legislazione, Capo Sezione dell’Ufficio Operazioni, Capo Ufficio del Vice Comandante Generale, Comandante del Gruppo di Palermo, Capo della Sala Operativa e Capo Ufficio Cerimoniale e Attività Promozionali del Comando Generale, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Brescia, Capo Ufficio Criminalità Organizzata, Capo Ufficio del Capo di Stato Maggiore e Capo del III Reparto, Comandante della Legione Carabinieri “Sicilia”, Comandante della Scuola Ufficiali Carabinieri, Vicecomandante del Comando Interregionale Carabinieri Ogaden in Napoli, Comandante della Divisione Unità Specializzate Carabinieri e dal 1º giugno 2023 Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.

Il Gen. C.A. Riccardo Galletta è insignito delle onorificenze di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, della medaglia mauriziana al merito di dieci lustri di carriera militare, della medaglia militare al merito di lungo comando, della croce per anzianità di servizio d’oro con corona turrita, dell’attestazione di pubblica benemerenza del Dipartimento della protezione civile, della Croce con spade pro merito melitensi, della Medaglia commemorativa NATO ex Iugoslavia, della Medaglia commemorativa NATO Kosovo, del Cavalierato del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e del Cavalierato dell’Ordine Equestre di Sant’Agata.
Ha conseguito un master in scienze strategiche.

Con la sua intelligente e dinamica azione, improntata all’equilibrio, anche in contesti particolarmente rischiosi e in aree particolarmente sensibili sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica per la presenza di articolati sodalizi criminali, ha guidato i propri Reparti nel raggiungimento degli obiettivi prefissati, conseguendo eccellenti risultati che hanno contribuito ad esaltare il prestigio dell’Istituzione.

Il Gen. C.A. Riccardo Galletta ha sempre evidenziato particolari attenzioni per il benessere del personale.

Il Sindacato Indipendente Carabinieri offrirà al Gen. C.A. Riccardo Galletta una leale e fattiva collaborazione volta a migliorare le condizioni lavorative del personale posto alle sue dipendenze.

Il SIC esprime i più sinceri auguri per il prestigioso incarico.

Fluminimaggiore, 4 maggio 2024

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Ennesima aggressione a Genova in danno dei Carabinieri ad opera di appartenenti ad un Centro Sociale

Nella scorsa notte, nel centro storico di Genova, una pattuglia dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Genova è stata accerchiata ed aggredita da alcuni frequentatori dell’ex Latteria di stradone Sant’Agostino, occupata da appartenenti ad un Centro Sociale.

Otto persone, tutte tra i 25 e i 30 anni, sono state arrestate con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate e danneggiamento.

Durante gli atti di rito, una ventina di persone vicine al centro occupato di cui fanno parte gli arrestati si è recata sotto la caserma dei carabinieri per mostrare solidarietà agli otto fermati creando tensione al di fuori del Comando Provinciale in Corso Italia.

Immediato l’intervento dei Militari del Comando Provinciale e del 2° Battaglione Carabinieri Liguria per riportare ordine.

Il SIC, nel condannare fermamente ogni violenza in danno delle Forze di Polizia, esprime vicinanza ai Militari operanti che hanno riportato lesioni nel corso dell’aggressione, augurando loro una pronta guarigione.

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Carabiniere fuori servizio sventa rapina. Plauso al nostro collega, ma la Sicurezza non può essere affidata esclusivamente al coraggio e all’abnegazione dei singoli

Dire che un carabiniere è sempre in servizio anche quando è libero o trascorre un pomeriggio di riposo con la famiglia non è uno stereotipo né una frase fatta: è pura e semplice realtà dimostrata ogni giorno in tutto il Paese da atti di coraggio di colleghi senza uniforme che in presenza di reati intervengono di iniziativa a rischio della propria incolumità.
Accade con cadenza quotidiana da nord a sud Italia.
Pochi giorni fa, nel centro commerciale di Rende, un collega a passeggio con la famiglia, senza esitazione, si è lanciato all’inseguimento di una coppia di rapinatori e con l’ausilio di una pattuglia che aveva prontamente avvisato, ha contribuito ad assicurarli alla giustizia.
Il SIC Calabria è certo che la scala gerarchica sarà riconoscente verso il collega per aver dimostrato coraggio, altruismo e alto senso del dovere.
Perciò il SIC ritiene fare risaltare ulteriormente l’ammirevole intervento compiuto dal collega.
Nello stesso tempo, la nostra APCSM non può non rilevare come vicende del genere dimostrino l’urgenza di implementare le dotazioni organiche delle stazioni sul territorio, in termini sia di donne e uomini che di mezzi.
La sicurezza dei cittadini non può essere affidata ad atti di eroismo di singoli Carabinieri ma deve essere una responsabilità collettiva delle Forze dell’Ordine e di color che governano, i quali hanno il compito di mettere a disposizione delle Forze dell’Ordine le risorse necessarie a garantire efficacemente l’ordine sui territori e la sicurezza dei cittadini.

Il Segretario Generale Regionale SIC Calabria
Amedeo Di Tillo

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Ordine Pubblico, si tutelano i manifestanti facinorosi a scapito delle garanzie per gli Operatori di Polizia. Lettera al Ministro della Difesa

Fluminimaggiore, 3 Maggio 2024

 

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA

On. Guido Crosetto

e p.c.

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Ordine Pubblico, si tutelano i manifestanti facinorosi a scapito delle garanzie per gli Operatori di Polizia.

Il mantenimento dell’ordine pubblico è un compito cruciale per chi è incaricato della sicurezza dei cittadini.

Non sono in gioco soltanto le libertà e le proprietà personali, ma anche i diritti di partecipazione politica e quindi l’essenza stessa della democrazia.

In tempi di estrema conflittualità, quali quelli attuali, le aggressioni subite dalle Forze dell’Ordine rappresentano l’ultimo anello di una catena di inadeguatezze, impotenza, incapacità di risolvere problemi economici e sociali.

L’estremizzazione di alcune manifestazioni svoltesi negli ultimi mesi, raccomandano di non sottovalutare i segnali di disagio economico e sociale di larghi strati di popolazione, i problemi occupazionali legati alla chiusura e alla delocalizzazione di fabbriche, il malessere di precari, disoccupati e giovani, la pressione dell’immigrazione.

Basta una scintilla a far esplodere la scontentezza e convertire il malessere in violenza.

Il diritto di esprimersi e manifestare è sacrosanto, ma è sempre più difficile isolare i manifestanti pacifici dai violenti, così come evitare il ricorso ad una rigidezza preventiva quando è chiaro che le ragioni della protesta saranno oscurate dalle violenze.

È sempre più complicato per le forze dell’ordine scegliere tra due stili di protest policing. Uno caratterizzato da rigidità e ricorso alla repressione, l’altro da maggiore tolleranza e flessibilità.

Formare, addestrare, equipaggiare le Donne e gli Uomini delle Forze dell’ordine, prepararli al confronto con professionisti del disordine e dell’eversione, giovani, allenati all’uso di strumenti moderni e tecnologie, è indispensabile e indifferibile, proprio perché a essi è affidata la tutela dei cittadini, le garanzie e i diritti democratici e la salvaguardia di tutti gli Operatori impegnati nella difesa delle istituzioni.

Le Forze di polizia sono soggette ad aggressioni organizzate.

Di fronte alle sempre più frequenti degenerazioni delle manifestazioni di protesta, che turbano l’ordine e la sicurezza pubblica con azioni di vera e propria guerriglia urbana, emerge che il rapporto di forza tra i cosiddetti “antagonisti violenti” (equipaggiati con protezioni al corpo ed al capo a mezzo di caschi da motociclista, maschere antigas, armati con bastoni, spranghe, bombe molotov, fionde, fumogeni, grossi petardi, bombe carta arricchite con schegge metalliche e tondini, ecc.) e le Forze dell’Ordine, sta mutando decisamente a sfavore di queste ultime.

Vanno individuate misure e stanziate risorse per superare le criticità che affliggono i Reparti dell’Arma dei Carabinieri che, con gli attuali organici, in costante diminuzione da anni per i tagli alla sicurezza e con un ridotto equipaggiamento a disposizione, sono al limite delle loro prestazioni.

A dimostrazione di ciò, l’elevato incremento del numero di Operatori feriti più o meno gravemente.

La soluzione è potenziare le Forze di Polizia, incaricate della difesa dei cittadini e della salvaguardia delle istituzioni, attraverso maggiori dotazioni, attrezzature, strumenti, preparazione specialistica, che riaffermino l’urgenza inderogabile di investimenti nella sicurezza.

Le situazioni di crisi subite dai Reparti “antisommossa” dovrebbero imporre la modernizzazione dei Reparti preposti al mantenimento dell’Ordine Pubblico, creando vere e proprie task force “antisommossa”, sul modello delle unità sperimentate con successo in altri paesi europei, con una maggiore forza organica a disposizione, tale da poter essere utilizzata in modo proporzionale alla gravità e alle violenze messe in atto dai professionisti del disordine contro gli Operatori di polizia e le Istituzioni democratiche.

Ciò costituirebbe un indispensabile deterrente nei confronti dei facinorosi che cercano lo scontro fisico approfittando, nel corpo a corpo, del vantaggio numerico e, nella distanza, della capacità di poter colpire le Forze di Polizia con ogni tipo di corpo contundente.

Nei vari teatri della contestazione, così come nelle manifestazioni di piazza ormai si impongono soggetti che mostrano di possedere strumenti, tecniche, modalità, tattiche di guerriglia basate su “parole d’ordine” diffuse tramite il web, i social network o attraverso la rete satellitare dei telefoni mobili.

Il contrasto di questi promotori non può più affidarsi alle sole cariche di alleggerimento ed all’uso dei lacrimogeni, sparati con i lanciagranate da 40 mm, che vengono puntualmente rilanciati contro gli agenti come boomerang, tanto che proprio le Forze dell’Ordine finiscono per subirne gli effetti.

Le condizioni di pericolo, la consapevolezza di non poter controllare gli eventi connessa alla scarsità dei mezzi e delle forze impiegate nelle manifestazioni, sono fattori stressanti che negli scontri e nelle azioni di dispersione della folla violenta possono generare in alcuni operatori delle Forze dell’Ordine comportamenti che oltrepassano i confini dell’etica professionale rispetto alla funzione istituzionale, per reazione alle violenze subite.

Gli studi condotti sullo stress da ordine pubblico dimostrano che quanto meno un evento è controllabile tanto più verrà vissuto come logorante nelle reazioni emotivo-comportamentali.

Al fine di ridurre il senso di isolamento che può indurre atteggiamenti, azioni devianti e abusi, vanno create le condizioni, attraverso strumenti tecnologici e normativi, nelle quali l’agente impiegato in ordine pubblico si senta realmente tutelato in un contesto di legalità, con la standardizzazione di protocolli di comportamento, di codici di condotta in grado di guidare l’operatore di polizia, fissando delle chiare ed inequivocabili regole d’ingaggio.

Di fronte all’onda d’urto dei manifestanti e alle armi generalmente utilizzate dai facinorosi, gli strumenti di difesa, a cominciare dagli sfollagente di gomma, si rivelano inadatti a sortire effetti deterrenti e inadeguati a proteggere il personale dai colpi di bastone o di spranga.

Necessitano strumenti di difesa che consentano di fronteggiare molte situazioni di ordine pubblico, limitando il contatto fisico tra polizia e dimostranti.

Abbiamo bisogno di strumenti di difesa passiva, con uniformi ed accessori paracolpi adeguatamente strutturati per la protezione degli operatori e per la sicurezza dei servizi.

Fondine interne per la custodia della pistola che garantirebbero maggiore sicurezza all’Operatore e preservarlo da tentativi di sottrazione dell’arma.

Vanno sviluppate tecnologie che, nelle fasi più concitate, siano in grado di garantire continuità e qualità delle comunicazioni radio, oggi affidate a vecchie radio portatili, ingombranti, pesanti e di ostacolo alla mobilità di chi deve intervenire nei momenti di scontro.

Estremamente apprezzato l’utilizzo di microtelecamere, per documentare interventi di ordine pubblico o altre azioni operative particolarmente sensibili ed a rischio, al fine sia di documentare i fatti con obiettività, evitando riprese parziali o mistificatorie, sia di predisporre prove inconfutabili per l’Autorità Giudiziaria, a tutela degli operatori della sicurezza, a garanzia di chi manifesta, a difesa della verità, spesso faziosamente alterata per l’eccesso di mediatizzazione degli eventi, della loro spettacolarizzazione, che spesso, in questi anni, ha scelto arbitrariamente tra buoni e cattivi, condannando le forze dell’ordine a stereotipi superati nella realtà.

Preg.mo sig. Ministro della Difesa, On. Guido Crosetto, il SIC-Sindacato Indipendente Carabinieri chiede il suo autorevole intervento presso le Autotità Governative perché vangano:

emanate precise ed inequivocabili regole d’ingaggio per gli Operatori di polizia chiamati a    fronteggiare le rivolte di piazza;

stanziati i fondi necessari per il potenziamento degli organici delle Forze dell’Ordine;

organizzato, con cadenza periodica, i corsi di riqualificazione di tutto il personale che debba intervenire nei servizi di ordine pubblico.

Colgo l’occasione per formulare un deferente saluto.

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Criminalità urbana a livelli inaccettabili. Il SIC chiede interventi urgenti a tutela delle Forze di Polizia e dei cittadini. Lettera al Ministro della Difresa

Fluminimaggiore, 2 Maggio 2024

AL.SIG. MINISTRO DELLA DIFESA
On. Guido Crosetto

e p.c.

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Criminalità urbana a livelli inaccettabili.
Il SIC chiede interventi urgenti a tutela delle Forze di Polizia e dei cittadini.

Pregiatissimo Signor Ministro, nella giornata del 1° Maggio 2024, a Tor Bella Monaca, periferia di Roma, durante un arresto per droga di un 19enne egiziano, Militari dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia
di Finanza sono stati accerchiati ed aggrediti da un gruppo di extracomunitari intervenuti perché richiamati dal giovane arrestato.
Le periferie urbane delle città italiane sono divenute terre di frontiera per spacciatori e criminali di qualsiasi estrazione sociale.
Lo spaccio di droga viene gestito da organizzazioni criminali multietniche.
La fotografia della criminalità nelle città italiane è decisamente poco confortante, e per alcuni aspetti sorprendente.
Roma si posiziona tra i primi posti in classifica per indice di “insicurezza”, insieme ad altre metropoli delle regioni italiani.
La percezione di insicurezza è altissima in tutte le sue zone.
Una criminalità dilagante e spietata che ha preso possesso delle zone periferiche, rendendole terra di nessuno, un vero “Far West”.
Territori urbani in cui l’illegalità ha messo radici e in cui la violenza sovrasta ogni regola di convivenza.
Non possiamo assistere inermi ed accettare questo crescente degrado e stato di abbandono.
In una Nazione civile ed evoluta, la Sicurezza dei cittadini è priorità assoluta.
Bisogna attivare urgenti misure a tutela e a supporto delle Forze dell’Ordine, che ormai sono stremate e prive dei giusti mezzi e delle giuste tutele per continuare a garantire protezione ai cittadini.
Il SIC-Sindacato Indipendente Carabinieri, nel condannare fermamente ogni aggressione in danno delle Forze di polizia, chiede a Lei, Signor Ministro della Difesa, di intervenire presso le Autorità Governative per l’attivazione di misure straordinarie, per ristabilire l’ordine e la Sicurezza in tutte le città italiane.
Tra le misure urgenti ed indifferibili segnaliamo quella del ripianamento degli organici delle Forze di Polizia e la dotazione di equipaggiamenti e di automezzi blindati che assicurino l’incolumità dei Servitori dello Stato chiamati ad intervenire in aree urbane ad alto indice di criminalità.
L’attuale impianto normativo deve essere rivisto in relazione alla recrudescenza di fenomeni criminali che destabilizzano la sicurezza interna della nostra Nazione.
“Lex est recta ratio imperandi atque prohibendi.
Leges bonae ex malis moribus procreantur”.
_”La legge è il giusto criterio di comandare e di proibire.
Le buone leggi nascono talvolta dai cattivi costumi.”_

La presente mi consente di rivolgere un deferente saluto.

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Assistenza fiscale 2024 in convenzione per gli iscritti al SIC ed i loro familiari

A seguito di un accordo con il Caf Coldiretti agli iscritti al nostro sindacato e ai loro familiari (coniuge e figli) per l’elaborazione ed invio del Modello 730 verrà applicata una riduzione del 15% rispetto alle tariffe normalmente applicate per l’assistenza fiscale fornita dal Caf.
Le condizioni di miglior favore eventualmente praticate a livello locale dalle società di servizi facenti capo al Caf Coldiretti troveranno applicazione anche agli iscritti al S.I.C..
Per l’applicazione delle suddette riduzioni sarà necessario dimostrare l’appartenenza al Sindacato tramite esibizione della tessera d’iscrizione.
Il servizio viene erogato dal Caf Coldiretti, direttamente (presso la sede nazionale di Via Nazionale, 172) o tramite le strutture operative delle società di servizi di cui si avvale.
L’elenco delle strutture operative è disponibile sul sito del Caf all’indirizzo www.cafcoldiretti.it.
I nostri iscritti dovranno contattare o rivolgersi alla struttura prescelta in modo da verificare gli orari di apertura degli uffici e, ove previsto, fissare un appuntamento per l’erogazione del servizio.

Ulteriori dettagli nel comunicato qui disponibile.

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Orario di servizio e periodo di riposo per i Militari dell’Arma dei Carabinieri. Il SIC segnala al Comandante Generale disparità di trattamento nei Reparti

Fluminimaggiore, 26 aprile 2024

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen C.A. Teo Luzi

ROMA

 

Oggetto: Orario di servizio e periodo di riposo per i Militari dell’Arma dei Carabinieri.
Il SIC segnala disparità di trattamento nei Reparti.

Nell’esclusivo interesse di tutelare i diritti dei propri iscritti e di migliorarne le condizione lavorative, in un clima di leale e fattiva collaborazione, il SIC segnala a Lei, Sig. Comandante Generale, le seguenti criticità che si registrano in molti Reparti della territoriale che determinano l’insorgere di malumore e di disparità di trattamento.

In molti Reparti non vengono osservate le direttive che disciplinano l’orario di servizio e la fruizione dri necessari periodi di riposo.

La Circolare del Ministero dell’Interno nr. 557/RS011113/0461 dell’8 marzo 2010 chiarisce che per orario di servizio si intende il periodo di tempo giornaliero necessario ad assicurare la funzionalità degli uffici centrali e periferici del Dipartimento della pubblica sicurezza. Per orario di lavoro si intende il periodo di tempo giornaliero durante il quale ciascun dipendente assicura la prestazione lavorativa nel rispetto delle norme contrattuali.

Negli anni sono stati promulgati Decreti Presidenziali che recepivano gli accordi sindacali riguardanti il personale delle Forze di Polizia ad ordinamento civile (Polizia di Stato e Corpo di Polizia Penitenziaria) che i provvedimenti di concertazione riguardanti le Forze di polizia ad ordinamento militare (Arma dei Carabinieri e Corpo della Guardia di Finanza), sottolineando l’uguaglianza della normativa che generava l’indirizzo economico–sociale e lavorativo dei lavoratori impiegati nel comparto Sicurezza.

Il quadro normativo che modella l’orario di lavoro, la retribuzione, la sicurezza e l’igiene nei luoghi di lavoro, trae origine dalle medesime norme che di fatto regolano la materia.

La circolare in questione, seppure indirizzata a tutte le Gerarchie affini alla Polizia di Stato, deve ricadere su tutte le altre forze di Polizia, di estrazione civile e militare.

La programmazione dei servizi, oltre ad indicare l’orario di lavoro giornaliero dei singoli Militari per l’effettuazione dell’orario d’obbligo settimanale, deve comprendere la giornata in cui, in quella settimana, il dipendente effettuerà il turno di
riposo settimanale, i turni di reperibilità, i recuperi riposo, i riposi compensativi, il giorno libero dal servizio, le aspettative, i congedi straordinari e ordinari.

La programmazione deve tenere conto dei seguenti criteri:
* dopo il riposo settimanale non può effettuarsi il turno ricadente nella fascia oraria 00-07;
* tra un turno e l’altro devono intercorrere non meno di 11 ore.

Il personale che fruisce di riposo settimanale o di un periodo di congedo ordinario di durata non inferiore a 6 giorni, non può essere impiegato, nella giornata precedente a quella del riposo o del congedo ordinario, nei turni 19-24.

Il personale nella giornata di rientro da un periodo di congedo ordinario di durata non inferiore a 6 giorni o dal congedo straordinario non può essere impiegato nel turno 00,00/07,00.

Nei casi in cui il personale impiegato stabilmente nei servizi non continuativi debba essere impiegato, per particolari ed improrogabili esigenze di servizio, in servizi continuativi ovvero in servizi di ordine pubblico restano salvi i seguenti criteri:

– Impiego preferibilmente di personale che, secondo la pianificazione settimanale, non avrebbe dovuto effettuare il rientro nella medesima giornata;

– non impiego di personale che abbia precedentemente effettuato servizio nella fascia 14:00/20:00;

– non impiego nel turno 00:00/07:00 del personale che rientra dal congedo ordinario ovvero straordinario.

L’orario flessibile è applicabile nei servizi non continuativi con esclusione dei servizi esterni di controllo del territorio.

I dirigenti responsabili degli uffici dispongono, su richiesta scritta e motivata del dipendente, l’applicazione dell’orario flessibile.
L’eventuale provvedimento di diniego deve essere adeguatamente motivato.
La flessibilità deve essere programmata settimanalmente e può essere prevista: anticipando o posticipando l’orario di entrata o l’orario di uscita di 30 o 60 minuti per ciascun turno.

Per cambio turno si intende la modifica dell’orario di lavoro previsto dalla programmazione settimanale disposta successivamente alla programmazione stessa.
La modifica dei turni previsti può essere disposta:

– su richiesta scritta e motivata del personale interessato. L’eventuale diniego deve essere motivato per iscritto.

– d’ufficio per particolari e motivate esigenze di servizio motivate e per non più di una volta la settimana per ogni dipendente, con criteri di rotazione e, comunque, nel limite massimo della pianificazione dei cambi turno annualmente stabilita per ogni Ufficio dal Dipartimento della pubblica sicurezza.

– Il cambio del turno relativamente ai quadranti notturni può essere disposto solo in caso di assoluta necessità e, comunque, non più di una volta al mese;

– Il personale che abbia compiuto 50 anni di età, ovvero con un’anzianità di servizio di almeno 30 anni, impiegato nei servizi esterni, può chiedere di essere esonerato dai turni previsti nelle fasce serali e notturne.

In relazione all’impiego del personale, alcuni provvedimenti furono presi dalle rispettive amministrazioni per armonizzare le esigenze del personale con quelle del servizio.
Nella circolare del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri SM-Ufficio Legislazione nr. 183/66-236-2-2006 datata 26 febbraio 2009 si ribadiva il tempo che doveva trascorrere per l’impiego del personale alla fine del riposo settimanale ( sei ore ), con l’intento di garantire l’effettivo godimento del riposo settimanale. Tale assunto veniva ribadito nella Circolare del Comando Generale dell’Arma dei carabinieri nr. 548/243-178-1-1950 dell’11/02/2008, nella quale si specificava altresì, che per i servizi H24, la successione dei turni comportasse, in coincidenza con il riposo settimanale, un intervallo di 60 ore complessive tra l’ultimo turno prestato e quello successivo.
Oltre all’esigenza di beneficiare appieno della giornata di riposo, bisogna ricordare che il riposo deve essere considerato parte integrante del servizio, in quanto subordinato ad esso, pertanto, valutando la distanza che deve intercorrere fra un servizio e l’altro, il militare non può essere impiegato in un turno notturno alla scadenza del giorno di riposo.

Per quanto riguarda il cumulo dei riposi che dovevano essere calcolati per un massimo di giorni tre, che sarebbe diventata licenza
breve, si deve considerare quanto innovato dall’ultima Circolare del Comando Generale nr. 90/277-1962 del 30 aprile 2015 che riepiloga la disposizione vigente e stabilisce la possibilità di fruire dei due riposi delle settimane che si susseguono, a cui poter ulteriormente cumulare i riposi settimanali non fruiti da recuperare entro le 4 settimane successive, a cui poter ulteriormente accumulare i riposi festivi infrasettimanali non fruiti, a cui poter ulteriormente aggiungere fino a tre recuperi compensativi, le ore di lavoro straordinario non remunerate, da avere in pagamento accumulato o da poter recuperare.
A quanto anzidetto si può aggiungere la licenza ordinaria o straordinaria.

In sostanza,
nessun limite reale al cumulo dei riposi di vario genere.
Infine, qualora il Carabiniere fosse impiegato nella fascia orario 22-24 del giorno precedente al riposo programmato, quest’ultimo può avere la facoltà di non fruire del riposo e poterlo riprogrammare in un altra giornata.

In molti Comandi Stazione, vengono disposti turni giornalieri di servizio di 8 ore senza che ricorrano improcrastinabili ed indifferibili esigenze di servizio.
Molti militati fruiscono del riposo settimanale dopo avere terminato il turno di servizio alle 24:00.
Tanti militari, al termine della fruizione del riposo settimanale o della licenza, vengono impiegati immediatamente nel turno 00:00 – 06:00, senza soluzione di continuità.
Tanti sono i Carabinieri che smontano alle ore 20:00 e vengono nuovamente impiegati nel turno notturno 00:00 – 06:00, senza il necessario stacco che consenta loro il recupero delle energie psicofisiche.

Siamo certi che Lei, Sig. Comandante Generale, interverrà con la necessaria autorevolezza per la tempestiva risoluzione delle criticità segnalate.

Colgo l’occasione per formulare distinti saluti.

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25 Aprile, Festa della Liberazione

Ricordare oggi il 25 Aprile ha un significato profondo, perché vuol dire difendere i principi della nostra
convivenza civile.
Il 25 Aprile celebra la liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo.
È la festa del popolo finalmente tornato alla libertà e alla pace dopo anni di dittatura e guerra.
I valori di democrazia e uguaglianza che ora sono “un’acquisizione”, li dobbiamo a chi ha creduto nel principio della Libertà.
Questa data rappresenta l’unità nazionale e la democrazia ottenuti con il sacrificio di tanti connazionali che si sono opposti ad un regime totalitario.
In questa ricorrenza esaltiamo i valori repubblicani e democratici che sono indissolubilmente legati tra loro e che devono costituire patrimonio irrinunciabile di una società civile.
Il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani che si riconoscono nella democrazia, nella libertà e nella solidarietà sancite dalla nostra Costituzione repubblicana.
Il SIC-Sindacato Indipendente Carabinieri vuole festeggiare questa giornata, esaltando i valori e le forze storiche che hanno contribuito a creare una nazione civile e moderna.

Fluminimaggiore, 25 aprile 2024

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Inaugurata a Santo Stefano la nuova caserma dell’Arma dei Carabinieri. Uno spartiacque importante per la Calabria nella lotta dello Stato contro la criminalità organizzata

L’inaugurazione a Santo Stefano in Aspromonte della nuova caserma dell’Arma dei carabinieri, è stato un momento importante nella vita della nostra regione.

È stato uno spartiacque che assume una molteplicità di significati. Anzitutto è il successo dello Stato nella guerra contro la ‘ndrangheta a cui oggi viene sottratto un bene confiscato a un potente boss della zona e restituito alla comunità sotto forma di presidio di controllo del territorio e sicurezza per i cittadini.

Un passo avanti e un ottimo segnale è stata la presenza alla cerimonia di inaugurazione del ministro agli Interni Piantedosi con una folta delegazione istituzionale e militare: il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, la sottosegretaria Wanda Ferro, il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi, il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, il sindaco del centro Aspromontano, il primo cittadino di Reggio Falcomatà e il prefetto Vaccaro.

La presenza di una delegazione di prim’ordine in un piccolo comune montano noto perlopiù per aver dato i natali ad una delle organizzazioni criminali più potenti e ramificate al mondo, è un segnale di vicinanza reale e concreto.

Noi abbiamo colto dallo Stato questo messaggio di presenza e legalità e diamo fin d’ora piena disponibilità a fare la nostra parte per un cambiamento che deve essere prima di tutto culturale e sociale e solo dopo repressivo e punitivo.

Questa caserma simboleggia la vicinanza dell’Arma al territorio e ai cittadini e il SIC Calabria auspica che i tanti beni confiscati alla ‘ndrangheta vengano restituiti ai cittadini e adibiti a funzioni sociali iniziando proprio da quei territori dove più forte e asfissiante è la presenza della criminalità.

Ciò che è stato costruito dalla ‘ndrangheta deve essere distrutto. Lo Stato c’è ed attraverso le tante articolazioni di cui è costituito deve riuscire a comunicare anche in Aspromonte che è l’unico interlocutore pronto a fare gli interessi dei cittadini sempre e comunque.

Questa nuova struttura rappresenta proprio questo: un punto di incontro con la gente, con i ragazzi che oggi erano in piazza e che sono il futuro non solo di Santo Stefano in Aspromonte ma di tutta la società.

Facciamo in modo che da qui possa partire un cambiamento. Mettiamo questa terra sui binari della legalità, del rispetto delle regole e della dignità delle persone.

L’efficienza delle istituzioni è il primo antidoto contro la criminalità organizzata. E l’inaugurazione di questa caserma è un segnale di riscatto e un presupposto di libertà e progresso.

La nostra Organizzazione sindacale promuove con convinzione e consapevolezza una immagine della Calabria lontana da stereotipi e retoriche ‘ndranghetiste. Noi siamo carabinieri, non vogliamo e non potremmo negare la realtà ma siamo convinti che la nostra regione è molto più che una associazione criminale: è storia millenaria, turismo, eccellenze, natura e cultura, risorse uniche al mondo.

Allo Stato chiediamo di essere presente e di restare al nostro fianco “spendendo” in Calabria i suoi uomini migliori e i mezzi di cui abbiamo bisogno per vincere una volta per tutte la guerra alla criminalità organizzata.

Noi ci siamo. Il SIC è al fianco di tutte le donne e gli uomini dell’Arma per non lasciare nessuno indietro e dare un aiuto concreto alla nostra Istituzione e alla nostra amata Calabria.

Cosenza, 24 aprile 2024

Il Segretario Generale Regionale SIC Calabria
Amedeo Di Tillo

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