Roma, bombe carta contro le Forze dell’Ordine nel corso del corteo per Ramy. Otto agenti feriti, di cui uno al volto

Le manifestazioni di piazza stanno registrando, con una preoccupante frequenza, episodi di violenza in danno delle Forze dell’Ordine.

Ieri a Roma, nel quartiere di San Lorenzo, un corteo di vicinanza per Ramy si è trasformato nell’ennesima guerriglia scatenata contro gli Operatori schierati a tutela dell’ordine pubblico.

I manifestanti hanno rovesciato alcuni cassonetti all’altezza di Piazza Immacolata, per poi scagliarsi contro gli Agenti lanciando fumogeni, bombe carta e oggetti contundenti.
A quel punto è scattata una carica di contenimento nel corso della quale otto Poliziotti hanno avuto la peggio poiché colpiti da bottiglie di vetro e petardi.

Tutto ciò è grave ed inaccettabile.

Le Forze dell’Ordine non possono continuare a subire aggressioni di tale inaudita violenza.
È necessario un intervento immediato e risolutivo da parte del Governo per arrestare questo fenomeno.

Perché scagliare bombe carta, transenne e segnali stradali contro le Forze dell’Ordine ed i loro mezzi non è solo una violenza contro chi quotidianamente è in strada per difendere la Democrazia e la Sicurezza dei Cittadini, ma è anche un ignobile attacco alle Istituzioni.

 

SCARICA QUESTO COMUNICATO IN PDF

L’ossessiva ricerca di visibilità ed il delirio di superiorità

In merito a recenti fatti accaduti a Milano, abbiamo letto su alcune testate giornalistiche dichiarazioni che ci lasciano basiti.
C’è chi si sostituisce ai Giudici e chi improvvisamente, senza alcun dettame, vuole dare lezione a chi sulla strada veramente rischia la vita.

“La tendenza a giudicare gli altri è la più grande barriera alla comunicazione e alla comprensione” (Carl Rogers).

È più facile giudicare che comprendere l’altro.
Tutti giudichiamo per leggerezza, superficialità e per mille altri motivi.
La tentazione di stabilire dove stiano torto e ragione è sempre in agguato.
A questo mondo, molti credono di essere superiori agli altri e ogni giorno giudicano tutti dall’alto della loro arroganza, senza pensare e senza dati di fatto, basandosi così solo sui loro pregiudizi.

La dignità si materializza attraverso una particolare posizione dell’essere umano nei confronti dei propri simili.
La dignità si riferisce al valore intrinseco dell’esistenza umana che ogni uomo e ogni donna – in quanto persona – è consapevole di rappresentare nei propri principî morali, nella necessità di mantenerli per sé stesso e per gli altri e di tutelarli.

La ricerca ossessiva di visibilità in taluni soggetti ha oscurato il valore della dignità e dell’altruismo.

I media hanno trasformato la Giustizia in spettacolo, veicolando nelle nostre case notizie di indagini e processi attraverso giornali e telegiornali, salotti televisivi e talk show.
E non si tratta, purtroppo, solo di informazione o di cronaca giudiziaria, bensì di una rappresentazione spettacolarizzata dove la corretta descrizione dei fatti viene sacrificata all’impatto sull’audience.
Si dà vita in tal modo a una sorta di processo parallelo, incurante delle regole e delle garanzie individuali, facendo leva sull’indignazione morale del pubblico e generando scandali.

Nel tribunale mediatico il diritto rischia di rimanere imbrigliato nel giudizio dell’opinione pubblica, che trasforma automaticamente l’indagato in colpevole, negandogli il diritto alla presunzione d’innocenza, e travolgendo molti altri diritti fondamentali.

Questi sono gli «effetti perversi» di tali dinamiche sull’esito dei processi.

A causa di soggetti che si attribuiscono, senza averne titolo, le funzioni di Giudici, la Giustizia rischia di perdere autonomia e credibilità.

“Saepe aliquid iudicantes, opinione magis quam vera rei ipsius substantia rapiamur”. (Lucio Anneo Seneca)

“Spesso nel giudicare una cosa ci lasciamo trascinare più dall’opinione che non dalla vera sostanza della cosa stessa”. (Lucio Anneo Seneca)

SCARICA QUESTO COMUNICATO IN PDF

Proposta di installazione di dash cam sui veicoli in dotazione. Lettera al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

Fluminimaggiore, 08 Gennaio 2025

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Salvatore LUONGO
ROMA

OGGETTO: Benessere e sicurezza dei Carabinieri nell’espletamento dei servizi istituzionali di controllo del territorio. Proposta di installazione di dash cam sui veicoli in dotazione.

Egregio Signor Comandante Generale,

in un clima di leale e fattiva collaborazione, finalizzata a garantire più efficacemente la sicurezza dei nostri Associati e dei Carabinieri tutti, sottoponiamo alla Sua attenzione, anche in relazione ai recenti avvenimenti di cronaca, la proposta di installazione di dash cam a bordo dei veicoli militari utilizzati per l’espletamento dei servizi di controllo del territorio.

La dash cam (telecamera da cruscotto/dvr auto) è un dispositivo che si può fissare al parabrezza e si occupa di registrare tutto ciò che accade durante la marcia, funzionando in maniera continuativa grazie a batterie a lunga durata e a schede di memoria di elevata capacità.

Durante un intervento, le immagini videoregistrate rappresentano una prova che può essere utilizzata per dipingere un quadro completo degli eventi, consentendo di perseguire i colpevoli o dimostrarne l’estraneità ai fatti.

L’art. 2712 del Codice Civile recita che: “Le riproduzioni fotografiche, informatiche o cinematografiche, le registrazioni fonografiche e, in genere, ogni altra rappresentazione meccanica di fatti e di cose formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate, se colui contro il quale sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti o alle cose medesime.”
Quindi, le registrazioni video oppure le foto ottenute tramite la telecamera in macchina sono validi nella misura in cui non ne viene disconosciuta la conformità da parte del soggetto contro cui sono state utilizzate.

Il disconoscimento deve basarsi su fatti convincenti. Per questo motivo, il ruolo del Giudice sarà fondamentale per l’utilizzo dei video come prova.
*Quindi, è legale utilizzare le dash cam in auto.*
Per le Forze di Polizia la dash cam costituisce un validissimo strumento per documentare la consumazione di violazioni in materia di circolazione stradale, di reati in genere e di eventi che possano destabilizzare l’ordine e la sicurezza pubblica.
I costi delle dash cam sono alquanto contenuti ed il mercato offre numerose soluzioni tecnologiche.

Le chiediamo di farsi latore di questa proposta presso i competenti Dicasteri dell’Interno e delle Economie e delle Finanze per reperire i necessari fondi per l’acquisto di questo validissimo strumento di lavoro, che garantisce una maggiore sicurezza per i Carabinieri durante l’espletamento dei compiti istituzionali.

LA SICUREZZA DEI CARABINIERI NON PUÒ ATTENDERE.

Come già segnalato in passato con analoghe comunicazioni, è inoltre necessario:

a) accelerare la distribuzione dei TASER al personale di tutti i Reparti dell’arma dei Carabinieri;
b) dotare i veicoli in uso alle Stazioni Carabinieri di parabrezza antiproiettile e di protezioni balistiche nelle portiere anteriori;
c) fornire guanti protettivi idonei a fronteggiare aggressioni operate con lame o con oggetti acuminati;
d) sostituire le fondine cassettate per pistola con quelle di ultima generazione;
e) estendere l’uso delle body cam a tutti i Carabinieri impiegati nel controllo del territorio per documentare, in maniera inconfutabile ed incontrovertibile, gli avvenimenti in cui intervengono.

La body cam consentirebbe all’Autorità Giudiziaria l’immediata cognizione degli accadimenti e la possibilità di esprimere un giudizio in breve tempo.

La moderna tecnologia incrementa la sicurezza e migliora lo standard professionale.

Cogliamo l’occasione per formulare deferenti saluti.

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

Il SIC rende omaggio alla bandiera italiana nella ricorrenza della sua nascita

Il tricolore italiano, quale bandiera nazionale, nasce a Reggio Emilia il 7 Gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana decretò che si rendesse universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori, Verde, Bianco e Rosso, e che i reparti militari “italiani”, costituiti all’epoca per affiancare l’esercito di Bonaparte, avessero stendardi che riproponevano la medesima foggia.

I colori della bandiera hanno un valore semantico: il verde simboleggia i prati, il bianco le montagne innevate ed il rosso simboleggia il sangue, la sofferenza di tutte le persone che hanno inseguito il sogno della libertà e hanno combattuto per l’unità d’Italia.

Dopo la nascita della Repubblica, un decreto legislativo presidenziale del 19 giugno 1946 stabilì la foggia della nuova bandiera, che venne confermata dall’Assemblea Costituente nella seduta del 24 marzo 1947 e inserita all’articolo 12 della nostra Carta Costituzionale.

Consacrato dalla nostra storia nazionale, con l’entrata in vigore della Costituzione, il Tricolore è diventato ufficialmente la bandiera della Repubblica e continua a sventolare, dal Nord al Sud, sulla vita del nostro Paese.

Il Tricolore racchiude l’identità culturale e storica di un Popolo ed è il vessillo indiscusso di una libertà conquistata con il sacrificio di molti e che racchiude le speranze e gli eroismi di un popolo.

Il SIC rende omaggio alla bandiera italiana che è il simbolo di un popolo la cui identità trae origine dai principi di fratellanza, uguaglianza e giustizia.

In questa giornata il SIC rivolge un sincero ringraziamento ai Carabinieri impegnati nei vari servizi d’istituto, ringraziandoli per l’incessante impegno a difesa dei cittadini e per la salvaguardia delle libere istituzioni.

SCARICA QUESTO COMUNICATO IN PDF

Italia sotto assedio. Escalation di violenza nelle metropoli

Il tema della sicurezza e della violenza nelle città italiane, da nord a sud, è divenuto argomento di attualità che desta grave allarme sociale.

Da mesi assistiamo ad un aumento esponenziale dei reati predatori mediante violenza e delle aggressioni in danno di inermi cittadini nelle aree pubbliche ed i dati Istat sulla percezione della Sicurezza dei cittadini in Italia sono emblematici della situazione.
Nonostante il sentimento di insicurezza sia in lieve diminuzione, donne, anziani e abitanti delle aree metropolitane continuano a sentirsi a rischio.

La gran parte dei reati commessi nelle metropoli, in particolare nelle aree periferiche, vengono operati da immigrati irregolari.

Gli stranieri irregolari sono coloro che non hanno più titolo a restare in Italia. Fra di essi ci sono i titolari di permessi di soggiorno non più in corso di validità, persone venute in Italia in esenzione di visto (o più spesso con visto turistico) e trattenutesi oltre il consentito, richiedenti asilo diniegati e inottemperanti all’ingiunzione di lasciare l’Italia, persone arrivate in Italia senza autorizzazione e trattenutesi anche se intimate di espulsione.
Il loro numero oscilla annualmente fra 400.000 e 600.000 unità.

In questi ultimi giorni abbiamo assistito ad una escalation di inaudita violenza ad opera di cittadini extracomunitari.
Ricordiamo l’accoltellamento di quattro inermi cittadini nella città riminese di Villa Verucchio ad opera di un giovane extracomunitario egiziano, ucciso da un Carabiniere che era stato a sua volta aggredito dal giovane con un coltello.

In Abbiategrasso (VA), un Gruppo di extracomunitari ha sparato dei razzi pirotecnici contro l’autobotte dei Vigili del Fuoco impegnati nelle operazioni di spegnimento di un incendio.

Nella giornata di ieri, in un supermercato di Bergamo, una guardia particolare, intervenuta per sventare un furto, è stata uccisa da un extracomunitario che è stato rintracciato qualche ora dopo mentre tentava di oltrepassare il confine italiano per entrare in Svizzera.
Ciò a cui assistiamo non è più tollerabile.
Gli Operatori di Polizia non sono vittime sacrificali da offrire a chi crede di potere delinquere impunemente, diffondendo il terrore nelle città.

Il Governo deve garantire la Sicurezza dei cittadini e l’incolumità dei Servitori dello Stato attraverso una mirata azione di contrasto volta a non delegittimare l’operato delle Forze di Polizia.

Servono regole di ingaggio chiare ed univoche.
Chi aggredisce un Carabiniere aggredisce lo Stato e non la deve fare franca ma deve essere perseguito.

Occorre applicare con severità le norme, con la certezza della pena per chiunque si renda responsabile di condotte che espongono a grave pericolo l’incolumità dei cittadini e delle Forze di Polizia.

Una artificiosa strumentalizzazione degli accadimenti accresce il pericolo di gravi tumulti di piazza e una irreversibile decadenza dei valori sociali e del senso di giustizia.

Fluminimaggiore, 4 gennaio 2025

SCARICA QUESTO COMUNICATO IN PDF

Milano, in un video, offese al Paese e alle Forze dell’Ordine da parte di giovani extracomunitari. Pettineo (SIC): ‘Vergognoso e inaccettabile’

Milano, in un video, offese al Paese e alle Forze dell’Ordine da parte di giovani extracomunitari. Pettineo (SIC): ‘Vergognoso e inaccettabile’

Fluminimaggiore, 3 GEN – “È intollerabile quanto accaduto a Capodanno in Piazza del Duomo a Milano, dove giovani immigrati hanno realizzato un video, dileggiando la nostra Nazione e le sue Istituzioni.
Comportamenti irrispettosi, volutamente pubblicizzati attraverso i social network, che diffondono messaggi distorti e minano la pacifica convivenza dei cittadini”.
Lo dichiara Luigi Pettineo, Segretario Generale del Sindacato dei Carabinieri SIC, che prosegue: “Si tratta di messaggi di livore che alimentano l’odio e la conflittualità e che possono ingenerare gravi turbative alla Sicurezza e all’ordine pubblico.
L’integrazione deve essere voluta dal cittadino extracomunitario.
È inaccettabile che una Nazione ospitante, che offre accoglienza ed asilo, debba essere oggetto di provocazioni che innescano conflitti interraziali nelle città italiane e in particolare nelle periferie, con improvvise azioni di protesta con inaudita violenza e devastazione”.
E ancora: “Siamo stanchi di assistere a guerriglie urbane che disseminano danneggiamenti e terrore negli onesti cittadini.
E siamo stanchi di assistere a efferate aggressioni contro le Forze di Polizia.
Uno Stato senza regole non può esistere.
L’Italia non può tollerare ulteriormente comportamenti altamente lesivi del suo Ordine e del suo prestigio.
È necessario rivedere le politiche migratorie e valutare con attenzione la concessione di permessi di soggiorno a chi non vuole integrarsi e pensa che l’Italia sia terra di frontiera i cui si può liberamente delinquere e rimanere impuniti” – conclude.

La Segreteria Generale del SIC

SCARICA QUESTO COMUNICATO STAMPA IN PDF

Urgente distribuire le body-cam a tutti i Carabinieri sul territorio nazionale. Lettera al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

Fluminimaggiore, 2 gennaio 2025

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Salvatore LUONGO
ROMA

Oggetto: Urgente distribuire le body-cam a tutti i Carabinieri sul territorio nazionale.

Signor Comandante Generale,

Le scriviamo sulla scorta dei drammatici fatti di Capodanno, che hanno visto un nostro Collega costretto all’uso della forza estrema per fermare la strage tentata da un extracomunitario armato di coltello, ritrovandosi, dopo poche ore, iscritto nel registro degli indagati.
E questo è solo l’ultimo di una scia di episodi di cronaca che, nell’anno appena concluso, ci ha costretti ad assistere al solito copione, in cui operatori delle Forze dell’Ordine vengono indagati per aver esercitato le loro funzioni, tentando di difendere una Cittadinanza sempre più spaventata e sfiduciata.

Crediamo sia urgente, anzi, improcrastinabile, attivare tutti quei meccanismi atti a garantire una tutela ad ampio spettro, sia per la libertà e incolumità del Cittadino, sia per i Carabinieri, che altro non chiedono se non di svolgere la loro professione in totale sicurezza, fisica e legale.

Pertanto il SIC, il primo Sindacato Indipendente dell’Arma dei Carabinieri, chiede con forza di che si acceleri il processo di consegna delle BODY-CAM a tutti i Carabinieri.
È INACCETTABILE constatare che in Italia, per una questione meramente burocratica, non tutti gli Agenti delle Forze dell’Ordine sono ancora dotati di questo prezioso strumento.
Le body-cam assicurano una maggiore tutela agli operatori di Polizia e, allo stesso tempo, consentono all’Autorità Giudiziaria di acquisire elementi certi ed incontrovertibili, tanto sulle condotte delle Forze dell’Ordine, quanto su quelle dei delinquenti.
Ed è per questo che si rende quanto mai urgente completarne la distribuzione su tutto il territorio nazionale.

Certi di un suo autorevole intervento, cogliamo l’occasione per porgerLe un deferente saluto.

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

Villa Verucchio (RN), extracomunitario colpisce passanti con un coltello. Carabiniere spara e lo uccide. Grazie al coraggio del nostro collega, evitata una tragedia ancora più grande

Un Capodanno segnato dalla violenza e dal dramma quello che si è consumato ieri nel comune di Villa Verucchio, nel Riminese.
Poco prima della mezzanotte, un giovane extracomunitario di nazionalità egiziana, nel corso dei festeggiamenti di piazza, ha accoltellato in strada quattro persone.

Quando i Carabinieri intervenuti hanno tentato di fermarlo, l’aggressore si è scagliato anche contro uno dei Militari che, per difendersi, ha sparato, uccidendolo.

Il SIC esprime vicinanza al collega che ha dovuto far ricorso alla forza estrema per difendersi e per arrestare la furia omicida che ha trasformato una piazza in festa in un luogo di efferata violenza.

Il SIC chiede al sig. Ministro della Difesa, On. Guido Crosetto, di intervenire presso le Autorità Governative per l’adozione di norme più severe per arginare l’escalation di violenza nelle città italiane.

Al sig. Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Salvatore Luongo, chiediamo di tutelare il nostro Collega da qualsivoglia strumentalizzazione mediatica e da provvedimenti non necessari, fornendogli massimo supporto.

Il SIC ringrazia tutti i Carabinieri che, anche in questi giorni di festa, con altissimo senso del dovere e profonda abnegazione, continuano a svolgere il proprio servizio in favore della Collettività.

SCARICA QUESTO COMUNICATO IN PDF

Area negoziale Dirigenti, indennità dirigenziale e valorizzazione Maggiori e Tenenti Colonnelli

Al Signor Ministro della Difesa
On.le Guido Crosetto

e p.c.

Al Signor Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri
Generale C.A. Salvatore Luongo

Oggetto: Area negoziale Dirigenti, indennità dirigenziale e valorizzazione Maggiori e Tenenti Colonnelli

Nel mese di dicembre 2024 si è concluso il tavolo negoziale per l’area non dirigenziale, che ha visto il riconoscimento medio di un incremento pari a circa 7% per il personale non dirigente.

Permane ora ancora da risolvere la problematica del rinnovo del contratto dei Dirigenti delle Forze Armate e di Polizia ormai fermo da 7 anni.

Troppi.

Il Ddl relativo al bilancio di previsione dello stato – triennio 2024 – 2026, prevede tra le altre cose, nell’ambito della Valorizzazione del comparto Sicur. – Dif. che vi siano anche delle risorse specificamente dedicate all’area negoziale dei Dirigenti. Il ruolo dei Dirigenti risulta attualmente suddiviso in nr. 6 livelli (Maggiori, Ten. col., col. Gen. B. Gen. D. Gen. CA) ai quali sono corrisposte le relative indennità dirigenziali previste dall’art. 1820 del codice dell’ordinamento militare – dlgs 15/03/2010 n. 66 rubricato indennità dirigenziale;

Come si evince dalle suddette disposizioni esiste un considerevole divario nell’ambito dell’area riservata agli Ufficiali Superiori e in particolare tra l’indennità dirigenziale spettante a Maggiori e i Tenenti Colonnelli che percepiscono annualmente rispettivamente € 2.872,69 e € 3.004,84 lordi (pari a circa € 130/150 netti mensili) e quella riservata al grado immediatamente successivo dei colonnelli che percepiscono € 13.214,75.

Si ritiene che parte dei fondi già stanziati per l’area dirigenziale dovrebbe essere destinata ad aumentare l’indennità dirigenziale spettante a Maggiori e Ten. Colonnelli garantendo ai medesimi almeno il 50% di quanto spettante ai colonnelli ed in particolare che si dovrebbe valorizzare la posizione dei Ten. Col. giudicati idonei all’avanzamento al grado di colonnello ma non promossi (ad es. per mancanza di posizioni disponibili) in quanto si tratta di personale meritevole, con un’elevata anzianità nel grado e che spesso svolge anche i medesimi compiti dei Colonnelli.

Il SIC continuerà a vigilare e ad agire perché i propri Dirigenti associati siano confacentemente valorizzati e si impegna a rappresentare al meglio il benessere e gli interessi di ciascuno dei propri tesserati, affinché le loro esigenze siano tenute in debita considerazione.

Per questo, alla luce dei risultati raggiunti e del proficuo rapporto di dialogo creato che, come prassi di collaborazione ormai consolidata, porta all’ottenimento, di fattivi risultati, il SIC chiede con forza al Governo di convocare le parti sociali e di aprire al più presto il tavolo negoziale, fermo ormai da 7 anni al fine di valorizzare il trattamento economico/indennità dirigenziale spettante ai propri dirigenti avuto particolare riguardo a Maggiori/Tenenti Colonnelli.

Si coglie l’occasione per porgere un deferente saluto.

 

 

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF