Autorizzazione polo operativa, facciamo chiarezza

Abbiamo ricevuto conferma dal Comando Generale su quanto segue:

L’autorizzazione all’utilizzo della polo operativa nei servizi della linea mobile speciale è stata decisa in piena autonomia dal Comando Generale, in considerazione delle condizioni climatiche attuali.

Nessuna sigla sindacale ha avuto un ruolo determinante in tale scelta.

Alla luce di questa conferma, respingiamo al mittente le ricostruzioni parziali, le strumentalizzazioni e le auto-attribuzioni di merito che alcune APCSM stanno diffondendo per finalità propagandistiche.

Il SIC non rincorre visibilità a tutti i costi.

Noi non inventiamo successi, ma difendiamo i diritti in silenzio, con credibilità e lavoro vero. E quando serve, con fermezza.

Chiediamo a tutte le Segreterie di continuare a mantenere la linea dell’onestà sindacale e della trasparenza, come stiamo facendo insieme da tempo.

Siamo uniti da un senso di responsabilità che ci distingue.

Non abbiamo bisogno di raccontare favole, ma di continuare a dimostrare chi siamo.

2025.07.05 Autorizzazione della Polo estiva, facciamo chiarezza

Quando il trasferimento fa notizia, ma solo se il trasferito indossa le stellette giuste

In questi giorni abbiamo assistito al clamore mediatico suscitato dalla rimozione del Generale Oresta dal Comando della Scuola Allievi Marescialli di Firenze, in seguito ad alcune dichiarazioni pronunciate pubblicamente a conclusione del triennio formativo.

Non spetta a noi giudicare nel merito le decisioni adottate dal Comandante Generale dell’Arma, che siamo certi abbia agito nella piena legittimità, nella piena osservanza del Codice dell’Ordinamento Militare e nell’interesse dell’Istituzione.

Ma ciò che ci sentiamo in dovere di denunciare, con forza, è l’ipocrisia di chi oggi si indigna solo perché colpito è un alto ufficiale.

Alcune sigle sindacali le stesse che in passato attaccarono violentemente lo stesso Generale in occasione di vicende ben più drammatiche,  oggi scoprono improvvisamente il valore della solidarietà e si ergono a difensori del “pensiero libero”.

Se il trasferimento avesse interessato un Brigadiere, di un Maresciallo o di un Appuntato, sarebbe calato il silenzio. E questo, noi del SIC, non possiamo più accettarlo.

Noi diciamo BASTA A QUESTO TEATRINO.

Perché quando a essere trasferito è un nostro collega “senza stellette”, per aver espresso un disagio, segnalato un disservizio, o più banalmente ricevuto una lettera anonima di minaccia o intrapreso una relazione sentimentale sgradita, nessuno dice nulla.

Nessun comunicato…….Nessuna indignazione……Nessuna mobilitazione.

Eppure si tratta di uomini e donne con famiglie, mutui, dignità e responsabilità istituzionali.

Come  Sindacato Indipendente Carabinieri, vogliamo  essere chiari, non ci interessa entrare nel merito della vicenda del Gen. Oresta, né cavalcare mediaticamente un caso che ha già suscitato abbastanza tensione.

Ma non possiamo rimanere in silenzio di fronte a due pesi e due misure.

La dignità di un Carabiniere non dipende dal grado o dal ruolo.

Noi non rincorriamo i trend del momento, noi costruiamo una linea coerente nel tempo, la difesa silenziosa dei deboli, non l’applauso rumoroso ai potenti.

Ogni Carabiniere, di ogni ruolo e grado, è soggetto al Codice dell’Ordinamento Militare e alle norme di disciplina, principio che non discutiamo e che rispettiamo con senso dello Stato.

E ancor prima, ciascuno di noi ha prestato giuramento solenne alla Repubblica, alla Costituzione, alla Legalità e all’Onore del servizio.

Quel giuramento non è un dettaglio è la bussola di ogni nostra azione.

Lo è per i Comandanti e per i Carabinieri semplici, per chi indossa la divisa da un mese o da trent’anni.

È su quella coerenza che si misura il nostro valore istituzionale, ogni giorno.

Ma quando si colpisce un uomo, che sia un Generale o un Carabiniere, occorre anche valutare l’effetto che questo ha sul clima interno dell’Arma e sul rispetto dei diritti individuali.

E allora, se il silenzio davanti ai trasferimenti punitivi dei semplici Carabinieri è diventato normalità, questo silenzio noi lo romperemo. Sempre.

Con coraggio, con coerenza, con dignità.

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Omicidio Brigadiere Legrottaglie, anticipate le spese legali per gli agenti che hanno fermato il killer

L’erogazione dell’anticipo delle spese legali agli agenti sottoposti a indagini per il conflitto a fuoco che ha portato alla morte dell’assassino del Brigadiere Carlo Legrottaglie rappresenta un segnale concreto. Grazie all’applicazione del recente Decreto Sicurezza, lo Stato ha garantito un sostegno tempestivo e tangibile a chi ha agito in divisa, in contesto operativo, a rischio della propria vita.

Una misura giusta, attesa da anni. Ma non ancora sufficiente.

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri:

accoglie positivamente questa novità, che rompe la logica dell’abbandono istituzionale di fronte a procedimenti giudiziari spesso originati da semplici “atti dovuti”;

pretende pari trattamento per i Carabinieri, affinché anche l’Arma venga inclusa in questi strumenti di tutela automatica e preventiva;

ribadisce con fermezza la necessità di riformare l’attuale meccanismo di iscrizione nel registro degli indagati, che rappresenta una gogna mediatica e psicologica per chi ha semplicemente compiuto il proprio dovere.

Troppo spesso, chi serve lo Stato in uniforme viene trattato con sospetto ancor prima che con rispetto.

Chi interviene, rischia.

Chi sbaglia, paga.

Ma chi agisce legittimamente, non può più essere lasciato solo.

Il SIC chiede:

che l’anticipo delle spese legali venga esteso anche ai Carabinieri, senza disparità tra Forze di Polizia;

che venga introdotto un filtro tecnico-operativo preventivo, prima di ogni iscrizione formale per uso legittimo della forza;

che le tutele processuali e umane siano riconosciute come parte integrante del servizio, e non come un favore a posteriori.

Abbiamo piena fiducia che l’attuale Comandante Generale, interprete di un modello di leadership evoluto e vicino ai reali bisogni del personale, saprà garantire anche all’Arma dei Carabinieri lo stesso livello di tutela legale riconosciuto oggi ai colleghi della Polizia di Stato.

La dignità dell’uniforme non si difende con le celebrazioni, ma con atti concreti nei momenti difficili.

Il SIC continuerà a battersi perché i Carabinieri non vengano più esposti a processi mediatici, isolamento professionale e spese legali personali quando si tratta di interventi legittimi, documentabili e coerenti con le regole d’ingaggio.

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Una tragedia colpisce l’Arma dei Carabinieri. Il cordoglio e la vicinanza del SIC alla collega Maresciallo Adriana Cosmai

Apprendiamo con profondo dolore della tragedia che nel pomeriggio di ieri ha colpito la nostra collega, Maresciallo Adriana Cosmai.

Sulla A1, di ritorno dalla Scuola Allievi Marescialli di Firenze, dove Adriana aveva appena discusso la tesi di laurea in lettere, i sui genitori hanno perso la vita in un tragico incidente stradale. A bordo dell’auto c’era anche il suo compagno, anch’egli Carabiniere, che è stato ricoverato in condizioni gravi.

Di fronte ad eventi del genere, trovare parole è quasi impossibile.

Intraprendere la Professione, la Missione, di Maresciallo dei Carabinieri è una scelta di vita costellata di sacrifici e di soddisfazioni.

Molti hanno la fortuna di condividere entrambe con figure fondamentali, come quelle dei propri genitori.

In questo momento di grande dolore, ci stringiamo attorno alla nostra giovane collega, ricordandole che ha già regalato ai suoi cari la gioia di vederla completare con merito il percorso di formazione e preparazione che la attendeva.

E le ricordiamo anche che un Carabiniere non rimane mai solo, perché, ovunque andrà e qualunque sfida dovrà affrontare, avrà sempre la grande Famiglia dell’Arma a vegliare su di lei.

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Il SIC presente alla celebrazione del ventennale del CoESPU (Centro di Eccellenza per le Unità di Polizia di Stabilità)

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri, rappresentato dal Segretario Generale Luigi Pettineo, esprime il più sentito apprezzamento per la cerimonia del 20° anniversario del CoESPU (Centro di Eccellenza per le Unità di Polizia di Stabilità), tenutasi oggi, 27 giugno 2025, presso la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma.

Alla presenza delle più alte cariche dello Stato, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Luciano Portolano e il Comandante Generale dell’Arma, Salvatore Luongo, il SIC ha riaffermato il valore della propria presenza istituzionale, sottolineando che il rapporto funzionale e gerarchico non è un semplice momento, ma una vera strategia operativa al servizio dei Carabinieri.

Il Generale Luciano Portolano, nel suo intervento, ha dichiarato con parole di altissimo valore: “L’Arma dei Carabinieri è una realtà unica nel suo genere, perché riesce ad essere, contemporaneamente, Forza Militare e Forza di Polizia. Riesce ad assicurare un servizio quotidiano di prossimità al cittadino e, allo stesso tempo, essere presente a livello internazionale nelle missioni di pace, incarnando pienamente lo spirito della nostra Costituzione e l’identità della nostra Repubblica”.

Parole che esaltano il valore universale del Carabiniere, riconosciuto sia nella dimensione nazionale che in quella globale.

Il Ministro Guido Crosetto, con altrettanto vigore, ha affermato: “Il CoESPU è una fiammella che, in un mondo che sembra molto buio, tiene accesa, la luce delle forze armate, le forze di polizia, sono un elemento fondamentale di costruzione della pace, quando hanno un’anima”.

Il SIC rivolge un particolare plauso al Comandante Generale Salvatore Luongo, che ha saputo rappresentare l’Arma con autorevolezza e cuore, incarnando perfettamente la figura del “primo Carabiniere”, sempre vicino ai suoi uomini e donne, con lo sguardo rivolto al futuro della nostra Istituzione.

Nel celebrare il ventennale del CoESPU “Centro d’Eccellenza della Stabilità e della Formazione per le Forze di Polizia internazionali” il SIC riafferma la figura del Carabiniere come punta di diamante della legalità, della tutela dei diritti umani e della protezione delle fasce più deboli, in Italia e nel mondo.

Il Sindacato Indipendente Carabinieri conferma la propria volontà di continuare a collaborare in modo costruttivo con le Istituzioni, promuovendo la valorizzazione, la crescita professionale e il benessere di tutto il personale dell’Arma.

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Prima la gogna, poi le verifiche. Così si abbandonano i servitori dello Stato

Apprendiamo con profonda preoccupazione la notizia riguardante l’apertura di un’inchiesta nei confronti di dieci giovani operatori delle Forze dell’Ordine, intervenuti nei giorni scorsi, a Roma, in alcune fasi di ricerca e identificazione del presunto autore del duplice e crudele omicidio avvenuto a Villa Pamphili.

Ancora una volta, in assenza di accertamenti completi e senza alcuna tutela della dignità professionale, si assiste a un’esposizione mediatica dei colleghi che ha il sapore di una condanna anticipata.

Non bastano le inchieste, le perizie, le indagini. Serve prima di tutto rispetto per le persone in divisa che operano ogni giorno in situazioni sempre più caotiche, carenti di linee guida chiare e formazione adeguata.

Preoccupa la leggerezza con cui alcuni vertici istituzionali sembrano abdicare al proprio ruolo, preferendo dichiarazioni immediate e rassicuranti per l’opinione pubblica, piuttosto che difendere con sobrietà e senso di responsabilità  i propri uomini e donne impiegati sul campo.

Il Sindacato Indipendente Carabinieri esprime massima solidarietà ai colleghi coinvolti e ribadisce che nessun giovane operatore dovrebbe essere lasciato solo, specialmente quando l’apparato formativo, la catena di comando e le condizioni operative mostrano tutte le loro falle.

Il SIC si farà sentire in ogni sede, anche presso il Governo, perché venga finalmente riconosciuto che chi indossa una divisa merita una tutela vera, leale e coerente con la complessità del lavoro svolto.

Non accettiamo che l’intervento operativo venga giudicato come se si trattasse di un’automatica sequenza industriale. Chi interviene in strada, spesso con pochissimi secondi per decidere, non può applicare un protocollo rigido come se fosse su una catena di montaggio.

Ogni scenario operativo è dinamico, imprevedibile, spesso caotico. È inaccettabile che si continui a pretendere decisioni “perfette” da parte di chi è chiamato ad agire nell’urgenza e nel rischio, mentre dall’altra parte si risponde con silenzi, abbandono o scaricabarile.

Noi, come sempre, non ci accodiamo al linciaggio mediatico.

Noi ci mettiamo la faccia, con forza e dignità, per difendere chi porta una divisa con onore.

E mentre si continua a chiedere sempre di più a chi lavora nei quartieri e nei territori, ci chiediamo: chi chiederà conto a chi forma, dirige, dispone e poi si smarca?

Il SIC è e sarà al fianco di ogni collega ingiustamente esposto alla gogna, pronto a garantire assistenza legale, sostegno umano e una voce libera, scomoda, ma necessaria.

 

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FESI 2024, dopo il disastro, fioccano le giustificazioni

“Excusatio non petita, accusatio manifesta” (Chi si giustifica senza che gli sia stato richiesto, si accusa da solo).

È questo il principio che accompagna, ormai da ore, una raffica di comunicati e dichiarazioni postume da parte di chi ha contribuito in prima persona a firmare il FESI 2024.

ADESSO CHE IL DANNO È EVIDENTE, CHE MIGLIAIA DI CARABINIERI SONO STATI ESCLUSI DAL PAGAMENTO E CHE L’INTERO IMPIANTO SI STA SGRETOLANDO, FIOCCANO LE RICOSTRUZIONI FANTASIOSE.

C’è chi cerca di smarcarsi.

C’è chi prova a spostare l’attenzione.

C’è persino chi dopo aver firmato e applaudito accusa gli altri di incompetenza.

Ma la verità, quella autentica, non si cambia a colpi di comunicati tardivi.

 

LE CRITICITÀ DEL FESI 2024 SONO SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI:

 

  • Oltre 3.000 Carabinieri esclusi dal pagamento per assenza nel Memoriale Elettronico o per collocazione in settori interforze (DIA, DCPC, DCSA, D.G.P.M.);

 

  • Personale della Centrale Operativa e NUE – NUMERO UNICO DI EMERGENZA;

 

  • Mancata corresponsione dell’emolumento a giugno e nessuna certezza sul pagamento a luglio o agosto 2025;

 

  • Utilizzo del criterio delle 1680 ore, disomogeneo e penalizzante;

 

  • Carabinieri con carichi di lavoro altissimi penalizzati a vantaggio di chi ha fatto meno, ma rientrava nei calcoli “matematici” del sistema.

 

  • Un sistema in cui la quantità numerica prevale sul valore operativo e sul sacrificio quotidiano.

 

ORA INIZIA LA FASE DELLE “SCUSE A POSTERIORI”:

 

USIC: ha firmato e poi ha dichiarato che il FESI era problematico. Oggi accusa gli altri sindacati di incompetenza, dimenticando di essere stato tra i principali firmatari. Prima lodava l’accordo, oggi lo attacca.

 

UNARMA: sostiene di aver proposto un abbassamento a 1500 ore, ma ha firmato comunque. Motivazione: “non potevamo non firmare”.

Eppure, quando un testo non convince, il vero dovere sindacale è opporsi. Anche da soli.

 

Altre sigle: silenzio assoluto o dichiarazioni deboli, come se il problema non fosse anche loro.

 

Il risultato? Un FESI ingiusto, una categoria divisa, una fiducia compromessa.

 

IL SIC AVEVA GIÀ DETTO LA VERITÀ

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri è stato tra i pochissimi ad aver denunciato pubblicamente, prima di tutti, le distorsioni del sistema FESI 2024.

Lo abbiamo fatto con coraggio, con dati, con competenza.

Mentre altri firmavano e oggi si giustificano, noi parlavamo chiaro, senza doverci rimangiare nulla.

Abbiamo denunciato:

 

La diseguaglianza di trattamento;

 

L’esclusione di migliaia di colleghi;

 

Il sistema penalizzante delle 1.680 ore;

 

L’assenza di visione strategica nei criteri adottati.

 

Non ci servono giustificazioni postume. I fatti parlano per noi.

CONCLUDIAMO CON LA VERITÀ, NON CON LE SCUSE:

CHI HA FIRMATO SAPEVA. CHI ORA SI DISSOCIA, SI TRADISCE DA SOLO.

E CHI OGGI CERCA DI SPIEGARSI, NON FA CHE CONFERMARE LA PROPRIA CORRESPONSABILITÀ.

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri – resta l’unica realtà coerente, libera, coraggiosa.

Abbiamo detto NO ai compromessi.

Continueremo a dire NO alle imposizioni, ai calcoli ciechi, alla mediocrità sindacale.

Chi oggi si arrampica sulle giustificazioni, dovrà spiegare domani ai colleghi perché ha scelto la firma facile invece della difesa scomoda ma vera.

 

Noi restiamo al nostro posto. In prima linea.

 

Fluminimaggiore, 19 giugno 2025

 

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FESI e arretrati anno 2025, illusoria manovra finanziaria che offende la dignità dei Carabinieri

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri, con fermezza e senso di responsabilità, prende le distanze da chi ha voluto illudere i Carabinieri, offendendo la loro dignità.

In queste ore stanno giungendo al nostro Sindacato numerose segnalazioni da parte di Colleghi rimasti profondamente delusi dalle spettanze economiche ricevute nel mese di giugno 2025 tra FESI, arretrati contrattuali e regolare stipendio.

Qualcuno ha pensato  furbescamente di orchestrare una “MANOVRA ILLUSORIA” per  stemperare il crescente malcontento.

Una strategia che noi definiamo un vero e proprio “TRANELLO ECONOMICO”.

A prima vista, le cifre riportate nello statino paga di Giugno 2025 sembrano importanti ma, nella realtà, tolta la pressione fiscale e l’incidenza delle spese familiari, nelle mani dei Servitori dello Stato rimane ben poco.

Eppure stiamo parlando di lavoratori in divisa che:

– garantiscono sicurezza 24 ore su 24, anche a rischio della propria vita;

– vivono spesso da monoreddito;

– affrontano trasferimenti, turnazioni, distacchi, sacrifici personali e familiari;

– si trovano, dopo tre anni di attesa, a ricevere somme che non compensano minimamente il valore del lavoro svolto.

Chi ha firmato questo contratto, chi lo ha sostenuto, chi lo ha promosso dovrebbe riflettere sugli effetti che ha prodotto nei confronti di chi indossa con estrema dignità ed abnegazione la nostra amata divisa.

Le sigle firmatarie del contratto devono rispondere di un risultato che ha generato più frustrazione che sollievo.

Hanno forse firmato un contratto sulla carta ma non lo hanno difeso con dignità nei fatti.

Noi non siamo qui a fare polemiche.

Siamo qui per dire la verità, con coraggio e rispetto.

E la verità è che nessuno può più permettersi di vendere fumo, né di illudere i Carabinieri con cifre gonfiate che poi vengono sottratte con l’altra mano.

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri continuerà a:

– monitorare ogni passaggio economico e contrattuale;

– denunciare ogni anomalia o dissimulazione;

– metterci la faccia, sempre, per difendere con forza la dignità del personale.

Siamo nati per essere una voce libera, onesta, coraggiosa.

E questa voce non si spegnerà mai.

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Atto dovuto e condanna preventiva?

Nel giorno in cui l’Italia saluta con dolore il Brigadiere Capo Carlo Legrottaglie, ucciso in servizio da un rapinatore armato, apprendiamo che i Poliziotti intervenuti per bloccare la fuga e fermare la violenza sono stati iscritti nel registro degli indagati per “omicidio colposo”.

Il solito, beffardo “atto dovuto”.

È un colpo al cuore della nostra Divisa.

Un segnale pericoloso proprio mentre onoriamo chi muore servendo lo Stato.

Lo stesso Stato espone chi lo difende a gogna giudiziaria, mediatica e ad aggravio economico, colpendo proprio chi ha agito con dedizione e si è esposto a grave pericolo.

Incredibilmente, chi aggredisce lo Stato gode oggi di più tutele di chi lo difende.

Questo paradosso giuridico e umano va cancellato.

L’automatismo dell’iscrizione come “atto dovuto” non è un atto neutro: è una condanna preventiva, mascherata da formalismo.

È il meccanismo con cui si infanga la reputazione di chi ha agito legittimamente e con coraggio, per evitare ulteriori crimini e difendere i cittadini.

 

I danni sono evidenti:

Famiglie umiliate pubblicamente, figli marchiati, mogli costrette al silenzio.

Colleghi costretti a difendersi sebbene innocenti, pagando avvocati prima ancora che si capisca se sono effettivamente indagabili.

Effetto “freno” sul campo: l’esitazione nell’intervento per il timore di finire il giorno dopo in un’aula di tribunale.

 

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri – chiede ufficialmente a:

Ministro della Difesa,

Ministro dell’Interno,

Presidente del Consiglio dei Ministri,

Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri,

Capo della Polizia di Stato,

 

di attuare con urgenza le seguenti misure:

 

  1. Abolizione dell’automatismo dell’“atto dovuto”

L’iscrizione nel registro degli indagati deve avvenire solo a seguito di un accertamento preliminare oggettivo, non come passaggio meccanico legato all’autopsia.

 

       2.Applicazione immediata del Decreto Sicurezza 2025

Attuare senza rinvii la norma già approvata che prevede la copertura integrale delle spese legali per gli operatori delle Forze dell’Ordine indagati per fatti di servizio.

 

  1. Istituzione di un fondo di sostegno psicologico e familiare

Assicurare tutela psicologica e supporto concreto alle famiglie esposte a trauma e giudizio pubblico.

 

  1. Apertura di un tavolo tecnico permanente*

Con i rappresentanti delle Forze Armate, delle Forze di Polizia e dei sindacati per:

 

  • aggiornare protocolli e regole d’ingaggio sull’uso delle armi;

 

  • rafforzare la formazione operativa e giuridica;

 

  • incentivare la dotazione di body-cam e strumenti non letali.

 

Lo Stato ha il dovere costituzionale di proteggere chi lo serve, non di condannarlo preventivamente.

Ogni volta che un Carabiniere o un Poliziotto viene iscritto nel registro degli indagati per aver fatto il proprio dovere, muore un pezzo di credibilità delle Istituzioni.

Non possiamo più accettarlo.

Il SIC porterà questa battaglia ovunque: nei tavoli istituzionali, nei media, in Parlamento.

Perché la fedeltà che pretendiamo da chi indossa l’uniforme va ricambiata con giustizia, protezione e rispetto.

 

Fluminimaggiore, 14 giugno 2026

*Norme di riferimento

 

Art. 53 c.p. – Uso legittimo delle armi da parte del pubblico ufficiale

Art. 27 Costituzione – Presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva

D.Lgs. 15 marzo 2010, n. 66 – Codice dell’Ordinamento Militare

Decreto Sicurezza 2025 – Copertura delle spese legali per operatori indagati per fatti di servizio (in attesa della pubblicazione definitiva in G.U.)

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Il SIC presente alle esequie del Brigadiere dei Carabinieri Carlo Legrottaglie

Questa mattina, il SIC, rappresentato dal Segretario Generale Regionale della Puglia, Vito Quagliara, ha preso parte alle esequie solenni del Brigadiere dei Carabinieri Legrottaglie, ucciso in servizio a Francavilla Fontana (BR) lo scorso 12 giugno.
La nostra presenza si imponeva come un dovere sentito, per testimoniare con rispetto la nostra vicinanza alla famiglia, ai colleghi e all’intera comunità dell’Arma, che oggi piange un Eroe.
Il Brigadiere Legrottaglie ha incarnato in modo esemplare i valori fondanti del Carabiniere: il senso del dovere, la lealtà verso lo Stato e l’estremo sacrificio in nome della Legalità.
Il suo esempio deve essere una guida per tutti, ma soprattutto per i giovani Carabinieri che oggi si trovano ad operare in territori complessi, contro una criminalità sempre più spietata.
Il nome di Carlo Legrottaglie, il suo gesto, il suo coraggio devono diventare un faro, un punto di riferimento incrollabile per chi ha scelto questa uniforme.
Non possiamo, e non dobbiamo, dimenticarlo.
La presenza alle esequie del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e la profonda partecipazione popolare hanno reso evidente, ancora una volta, quanto forte e sincero sia il legame tra i cittadini e i Carabinieri. Un legame che si fonda sulla certezza che ogni Carabiniere rappresenti un baluardo di Sicurezza sul territorio.
Siamo certi che al collega Legrottaglie verranno tributate le giuste onorificenze per il fulgido esempio di elette virtù militari e civili spinte sino all’estremo sacrificio.
Alla Famiglia del Brigadiere e a tutti i colleghi che hanno servito al suo fianco, giunga il nostro più profondo cordoglio e la promessa che il suo nome non sarà dimenticato.

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri

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