Autorizzazione polo operativa, facciamo chiarezza

Abbiamo ricevuto conferma dal Comando Generale su quanto segue:

L’autorizzazione all’utilizzo della polo operativa nei servizi della linea mobile speciale è stata decisa in piena autonomia dal Comando Generale, in considerazione delle condizioni climatiche attuali.

Nessuna sigla sindacale ha avuto un ruolo determinante in tale scelta.

Alla luce di questa conferma, respingiamo al mittente le ricostruzioni parziali, le strumentalizzazioni e le auto-attribuzioni di merito che alcune APCSM stanno diffondendo per finalità propagandistiche.

Il SIC non rincorre visibilità a tutti i costi.

Noi non inventiamo successi, ma difendiamo i diritti in silenzio, con credibilità e lavoro vero. E quando serve, con fermezza.

Chiediamo a tutte le Segreterie di continuare a mantenere la linea dell’onestà sindacale e della trasparenza, come stiamo facendo insieme da tempo.

Siamo uniti da un senso di responsabilità che ci distingue.

Non abbiamo bisogno di raccontare favole, ma di continuare a dimostrare chi siamo.

2025.07.05 Autorizzazione della Polo estiva, facciamo chiarezza

Quando il trasferimento fa notizia, ma solo se il trasferito indossa le stellette giuste

In questi giorni abbiamo assistito al clamore mediatico suscitato dalla rimozione del Generale Oresta dal Comando della Scuola Allievi Marescialli di Firenze, in seguito ad alcune dichiarazioni pronunciate pubblicamente a conclusione del triennio formativo.

Non spetta a noi giudicare nel merito le decisioni adottate dal Comandante Generale dell’Arma, che siamo certi abbia agito nella piena legittimità, nella piena osservanza del Codice dell’Ordinamento Militare e nell’interesse dell’Istituzione.

Ma ciò che ci sentiamo in dovere di denunciare, con forza, è l’ipocrisia di chi oggi si indigna solo perché colpito è un alto ufficiale.

Alcune sigle sindacali le stesse che in passato attaccarono violentemente lo stesso Generale in occasione di vicende ben più drammatiche,  oggi scoprono improvvisamente il valore della solidarietà e si ergono a difensori del “pensiero libero”.

Se il trasferimento avesse interessato un Brigadiere, di un Maresciallo o di un Appuntato, sarebbe calato il silenzio. E questo, noi del SIC, non possiamo più accettarlo.

Noi diciamo BASTA A QUESTO TEATRINO.

Perché quando a essere trasferito è un nostro collega “senza stellette”, per aver espresso un disagio, segnalato un disservizio, o più banalmente ricevuto una lettera anonima di minaccia o intrapreso una relazione sentimentale sgradita, nessuno dice nulla.

Nessun comunicato…….Nessuna indignazione……Nessuna mobilitazione.

Eppure si tratta di uomini e donne con famiglie, mutui, dignità e responsabilità istituzionali.

Come  Sindacato Indipendente Carabinieri, vogliamo  essere chiari, non ci interessa entrare nel merito della vicenda del Gen. Oresta, né cavalcare mediaticamente un caso che ha già suscitato abbastanza tensione.

Ma non possiamo rimanere in silenzio di fronte a due pesi e due misure.

La dignità di un Carabiniere non dipende dal grado o dal ruolo.

Noi non rincorriamo i trend del momento, noi costruiamo una linea coerente nel tempo, la difesa silenziosa dei deboli, non l’applauso rumoroso ai potenti.

Ogni Carabiniere, di ogni ruolo e grado, è soggetto al Codice dell’Ordinamento Militare e alle norme di disciplina, principio che non discutiamo e che rispettiamo con senso dello Stato.

E ancor prima, ciascuno di noi ha prestato giuramento solenne alla Repubblica, alla Costituzione, alla Legalità e all’Onore del servizio.

Quel giuramento non è un dettaglio è la bussola di ogni nostra azione.

Lo è per i Comandanti e per i Carabinieri semplici, per chi indossa la divisa da un mese o da trent’anni.

È su quella coerenza che si misura il nostro valore istituzionale, ogni giorno.

Ma quando si colpisce un uomo, che sia un Generale o un Carabiniere, occorre anche valutare l’effetto che questo ha sul clima interno dell’Arma e sul rispetto dei diritti individuali.

E allora, se il silenzio davanti ai trasferimenti punitivi dei semplici Carabinieri è diventato normalità, questo silenzio noi lo romperemo. Sempre.

Con coraggio, con coerenza, con dignità.

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Omicidio Brigadiere Legrottaglie, anticipate le spese legali per gli agenti che hanno fermato il killer

L’erogazione dell’anticipo delle spese legali agli agenti sottoposti a indagini per il conflitto a fuoco che ha portato alla morte dell’assassino del Brigadiere Carlo Legrottaglie rappresenta un segnale concreto. Grazie all’applicazione del recente Decreto Sicurezza, lo Stato ha garantito un sostegno tempestivo e tangibile a chi ha agito in divisa, in contesto operativo, a rischio della propria vita.

Una misura giusta, attesa da anni. Ma non ancora sufficiente.

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri:

accoglie positivamente questa novità, che rompe la logica dell’abbandono istituzionale di fronte a procedimenti giudiziari spesso originati da semplici “atti dovuti”;

pretende pari trattamento per i Carabinieri, affinché anche l’Arma venga inclusa in questi strumenti di tutela automatica e preventiva;

ribadisce con fermezza la necessità di riformare l’attuale meccanismo di iscrizione nel registro degli indagati, che rappresenta una gogna mediatica e psicologica per chi ha semplicemente compiuto il proprio dovere.

Troppo spesso, chi serve lo Stato in uniforme viene trattato con sospetto ancor prima che con rispetto.

Chi interviene, rischia.

Chi sbaglia, paga.

Ma chi agisce legittimamente, non può più essere lasciato solo.

Il SIC chiede:

che l’anticipo delle spese legali venga esteso anche ai Carabinieri, senza disparità tra Forze di Polizia;

che venga introdotto un filtro tecnico-operativo preventivo, prima di ogni iscrizione formale per uso legittimo della forza;

che le tutele processuali e umane siano riconosciute come parte integrante del servizio, e non come un favore a posteriori.

Abbiamo piena fiducia che l’attuale Comandante Generale, interprete di un modello di leadership evoluto e vicino ai reali bisogni del personale, saprà garantire anche all’Arma dei Carabinieri lo stesso livello di tutela legale riconosciuto oggi ai colleghi della Polizia di Stato.

La dignità dell’uniforme non si difende con le celebrazioni, ma con atti concreti nei momenti difficili.

Il SIC continuerà a battersi perché i Carabinieri non vengano più esposti a processi mediatici, isolamento professionale e spese legali personali quando si tratta di interventi legittimi, documentabili e coerenti con le regole d’ingaggio.

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Equità e trasparenza nella concessione delle ricompense premiali tutela della dignità e valorizzazione dei militari dell’Arma. Richiesta urgente di intervento

 

Fluminimaggiore, 1 luglio 2025

 

Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri
Generale di C.A. Salvatore Luongo

 

 

OGGETTO:  Equità e trasparenza nella concessione delle ricompense premiali tutela della dignità e valorizzazione dei militari dell’Arma. Richiesta urgente di intervento

 

Spettabile Signor Comandante Generale,

 

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri, nel suo ruolo di rappresentanza e vigilanza attiva a tutela della dignità e dei diritti dei militari dell’Arma, porta alla Sua attenzione una criticità sistemica che merita un intervento urgente, incisivo e strutturale la gestione disomogenea e spesso discrezionale delle ricompense premiali attribuite ai Carabinieri in occasione di interventi meritevoli, sia in servizio che fuori servizio.

Sempre più frequentemente, giungono al nostro sindacato segnalazioni documentate che evidenziano gravi disparità di trattamento tra militari che, pur avendo partecipato agli stessi interventi operativi o avendo affrontato situazioni analoghe per rischio, difficoltà e impatto, ricevono un trattamento profondamente diverso in termini di proposte premiali, encomi o elogi.

In molti casi, le proposte non vengono neppure inoltrate ai comandi superiori a causa di interruzioni arbitrarie da parte dei comandanti di compagnia o provinciali, che, di fatto, impediscono al Comando di Legione unico deputato a valutare e concedere formalmente le ricompense di esercitare la propria funzione. In altri casi, all’interno dello stesso reparto, solo alcuni militari vengono segnalati, mentre altri  ugualmente presenti e operativi vengono esclusi senza motivazione. Questo è inaccettabile.

La normativa vigente (D.P.R. 90/2010, circolari del 19 febbraio 2014 e 30 ottobre 2020) disciplina in modo chiaro e preciso le procedure, le responsabilità e le modalità per la proposta e la concessione di ricompense premiali. Tuttavia, la prassi smentisce la norma, e il rischio di una gestione arbitraria, selettiva e opaca è oggi una realtà diffusa e percepita.

A ciò si aggiunge un paradosso comunicativo che non possiamo ignorare, mentre interventi marginali, come il salvataggio di animali o volatili, ricevono ampia visibilità mediatica e talvolta riconoscimenti formali, azioni ben più gravi, rischiose e impattanti sul piano umano e operativo vengono ignorate, lasciando i militari coinvolti privi di qualsiasi segnale di riconoscimento da parte dell’Amministrazione.

Ci chiediamo: come può essere motivato un Carabiniere a dare il massimo, se a fronte di coraggio e spirito di servizio, non solo non viene valorizzato, ma neppure segnalato?

Come può dirsi vero che “il primo sindacalista di ogni Carabiniere dovrebbe essere il suo comandante”, se proprio quel comandante omette di riconoscerne i meriti e ne blocca, per convenienza o superficialità, l’iter premiale?

La concessione delle ricompense non è un favore, né un premio da assegnare secondo simpatie o interessi locali. È un atto istituzionale fondato sul merito, sul senso di giustizia e sull’equità di trattamento tra pari.

Non è più tollerabile che esistano Carabinieri “di serie A” e Carabinieri “di serie B” sulla base di valutazioni soggettive, reparti di appartenenza o rapporti personali con il vertice gerarchico.

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri  non ostacola l’Amministrazione, ma la rafforza.

I nostri interventi sono sempre finalizzati a migliorare il sistema, a correggere le distorsioni, a sostenere i comandanti che agiscono con equilibrio e rettitudine.

Siamo il termometro della realtà quotidiana dei reparti, e quando la temperatura si alza, perché i diritti vengono compressi o il merito viene negato, la nostra azione diventa più incisiva, più presente, più forte.

Alla luce di quanto esposto, il SIC chiede formalmente:

 

  1. Una direttiva urgente e vincolante a tutte le articolazioni di comando (Legioni, Provinciali, Compagnie) che ribadisca l’obbligo di equità, trasparenza e correttezza nel processo di segnalazione delle ricompense;
  2. L’istituzione di un sistema di tracciabilità interna delle proposte di ricompensa, per garantire trasparenza e responsabilità lungo la catena di comando;
  3. La previsione di responsabilità disciplinare e funzionale per chi omette, senza giustificato motivo, la trasmissione di proposte premiali fondate su fatti oggettivi;
  4. La revisione delle direttive vigenti, con possibilità di segnalazione sindacale qualora la scala gerarchica risultasse inattiva o selettiva;
  5. Un piano formativo permanente per i comandanti aventi potere propositivo in materia di ricompense, volto a promuovere la cultura del merito e del rispetto della dignità professionale;
  6. Una relazione statistica annuale dell’Arma, suddivisa per reparti e territori, sui dati relativi a concessione e distribuzione delle ricompense, accessibile ai sindacati rappresentativi e non rappresentativi ai sensi del D.Lgs. 81/2023.

 

Il SIC continuerà ad esercitare la propria funzione con lealtà istituzionale, ma con altrettanta fermezza e determinazione, ogni qualvolta il merito venga disatteso, la dignità ignorata e la giustizia selettivamente applicata.

Non arretreremo davanti a nessuna forma di arbitrio o disuguaglianza interna.

Non smetteremo di denunciare ciò che è ingiusto e invisibile.

Continueremo a difendere chi, in silenzio, rischia la vita e serve con onore lo Stato.

Con osservanza,

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FESI 2024 – Offesa inaccettabile alla dignità dei Comandanti Forestali dell’Arma

Fluminimaggiore, 30 giugno 2025

 

Al Signor Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

Generale di C.A. Salvatore Luongo

 

 

OGGETTO:  FESI 2024 – Offesa inaccettabile alla dignità dei Comandanti Forestali dell’Arma

 

 

Spettabile Signor Comandante Generale,

 

anche quest’anno, con il decreto FESI 2024, si è consumata l’ennesima ingiustizia a danno di un’intera componente dell’Arma dei Carabinieri: l’esclusione dei Comandanti di Nucleo Forestale, NUCLEO PARCO E NUCLEO TUTELA BIODIVERSITÀ da ogni forma di riconoscimento economico concreto.

È una discriminazione che si ripete da anni, incomprensibile e ingiustificabile, che offende non solo la dignità economica, ma anche quella operativa e professionale di chi svolge quotidianamente un servizio prezioso per il Paese.

Non esistono “Carabinieri” e “Carabinieri Forestali”: esiste un solo Carabiniere, con competenze diverse ma appartenente alla stessa famiglia, sotto lo stesso giuramento, con lo stesso onore e la stessa uniforme. Continuare a tollerare trattamenti differenziati, in particolare sotto il profilo economico, è una deriva che indebolisce il senso di appartenenza e mina la coesione interna dell’Istituzione.

Il dovere principe di un buon Sindacato è quello di proteggere i diritti di tutti i Carabinieri e di lavorare con determinazione per ottenere condizioni contrattuali dignitose.

Per questo, il SIC ha denunciato, fin dall’inizio, tutte le carenze, contraddizioni e incongruenze contenute nelle misure FESI 2024, come evidenziato nei nostri comunicati del 13 aprile (“FESI 2024, il regno della rappresentanza militare continua…”), del 18 giugno (“FESI e arretrati anno 2025, illusoria manovra finanziaria che offende la dignità dei Carabinieri”), e del 19 giugno (“FESI 2024, dopo il disastro, fioccano le giustificazioni”).

Abbiamo condannato la superficialità di quelle sigle sindacali che prima hanno firmato senza condizioni e poi hanno cercato di dissociarsi sostenendo che “non si poteva fare altro”.

Questa è una presa in giro che i Carabinieri non meritano.

QUANDO IL TESTO DI UN PROVVEDIMENTO NON CONVINCE, IL VERO DOVERE SINDACALE È OPPORSI. ANCHE DA SOLI.

Ma il vero problema è a monte: in sede di concertazione, le sigle rappresentative non hanno avanzato alcuna proposta seria o innovativa. La risposta, purtroppo, è una sola: ZERO. IL NULLA ASSOLUTO. IL VUOTO COSMICO.

Ci siamo trovati di fronte all’ennesima riproposizione di vecchi e obsoleti schemi che nulla hanno a che vedere con una reale rappresentanza sindacale.

Continuiamo a ricevere segnalazioni da parte di Carabinieri di ogni ordine e grado, profondamente insoddisfatti sia del contratto sia della gestione del FESI. In particolare, per quanto riguarda questo emolumento, si continua a parlare – nelle cosiddette “Progettualità” – di “valutare la possibilità” di adottare compensi specifici per alcune figure, come i Comandanti di Nucleo Forestale, Parco, Biodiversità.

Ma una cosa è valutare la possibilità di fare qualcosa, un’altra è farla realmente.

Ad oggi, non si comprende – ed è questa la lamentela più forte che ci giunge dagli appartenenti al ruolo forestale – perché tale esclusione prosegua indisturbata da anni.

Il Corpo Forestale dello Stato, confluito nell’Arma dei Carabinieri, ha portato con sé una straordinaria ricchezza professionale e operativa, rafforzando le capacità dell’Istituzione nella difesa del patrimonio agro-forestale, nella tutela dell’ambiente, nella salvaguardia del paesaggio e nel controllo della sicurezza agroalimentare.

Ignorare e non riconoscere tale valore significa rinnegare un’evoluzione storica e funzionale che ha arricchito tutta l’Arma.

Signor Comandante Generale,

oggi, dove non sono arrivati i sindacalisti distratti o rassegnati, Le chiediamo di intervenire.

Siamo certi che la Sua nota sensibilità istituzionale saprà cogliere il senso profondo di questa rivendicazione: restituire dignità, equità e riconoscimento a chi serve l’Arma nei reparti forestali.

Perché alla fine siamo tutti figli dell’Arma. E non ci sono figli di un Dio minore.

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Una tragedia colpisce l’Arma dei Carabinieri. Il cordoglio e la vicinanza del SIC alla collega Maresciallo Adriana Cosmai

Apprendiamo con profondo dolore della tragedia che nel pomeriggio di ieri ha colpito la nostra collega, Maresciallo Adriana Cosmai.

Sulla A1, di ritorno dalla Scuola Allievi Marescialli di Firenze, dove Adriana aveva appena discusso la tesi di laurea in lettere, i sui genitori hanno perso la vita in un tragico incidente stradale. A bordo dell’auto c’era anche il suo compagno, anch’egli Carabiniere, che è stato ricoverato in condizioni gravi.

Di fronte ad eventi del genere, trovare parole è quasi impossibile.

Intraprendere la Professione, la Missione, di Maresciallo dei Carabinieri è una scelta di vita costellata di sacrifici e di soddisfazioni.

Molti hanno la fortuna di condividere entrambe con figure fondamentali, come quelle dei propri genitori.

In questo momento di grande dolore, ci stringiamo attorno alla nostra giovane collega, ricordandole che ha già regalato ai suoi cari la gioia di vederla completare con merito il percorso di formazione e preparazione che la attendeva.

E le ricordiamo anche che un Carabiniere non rimane mai solo, perché, ovunque andrà e qualunque sfida dovrà affrontare, avrà sempre la grande Famiglia dell’Arma a vegliare su di lei.

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Il SIC presente alla celebrazione del ventennale del CoESPU (Centro di Eccellenza per le Unità di Polizia di Stabilità)

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri, rappresentato dal Segretario Generale Luigi Pettineo, esprime il più sentito apprezzamento per la cerimonia del 20° anniversario del CoESPU (Centro di Eccellenza per le Unità di Polizia di Stabilità), tenutasi oggi, 27 giugno 2025, presso la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma.

Alla presenza delle più alte cariche dello Stato, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Luciano Portolano e il Comandante Generale dell’Arma, Salvatore Luongo, il SIC ha riaffermato il valore della propria presenza istituzionale, sottolineando che il rapporto funzionale e gerarchico non è un semplice momento, ma una vera strategia operativa al servizio dei Carabinieri.

Il Generale Luciano Portolano, nel suo intervento, ha dichiarato con parole di altissimo valore: “L’Arma dei Carabinieri è una realtà unica nel suo genere, perché riesce ad essere, contemporaneamente, Forza Militare e Forza di Polizia. Riesce ad assicurare un servizio quotidiano di prossimità al cittadino e, allo stesso tempo, essere presente a livello internazionale nelle missioni di pace, incarnando pienamente lo spirito della nostra Costituzione e l’identità della nostra Repubblica”.

Parole che esaltano il valore universale del Carabiniere, riconosciuto sia nella dimensione nazionale che in quella globale.

Il Ministro Guido Crosetto, con altrettanto vigore, ha affermato: “Il CoESPU è una fiammella che, in un mondo che sembra molto buio, tiene accesa, la luce delle forze armate, le forze di polizia, sono un elemento fondamentale di costruzione della pace, quando hanno un’anima”.

Il SIC rivolge un particolare plauso al Comandante Generale Salvatore Luongo, che ha saputo rappresentare l’Arma con autorevolezza e cuore, incarnando perfettamente la figura del “primo Carabiniere”, sempre vicino ai suoi uomini e donne, con lo sguardo rivolto al futuro della nostra Istituzione.

Nel celebrare il ventennale del CoESPU “Centro d’Eccellenza della Stabilità e della Formazione per le Forze di Polizia internazionali” il SIC riafferma la figura del Carabiniere come punta di diamante della legalità, della tutela dei diritti umani e della protezione delle fasce più deboli, in Italia e nel mondo.

Il Sindacato Indipendente Carabinieri conferma la propria volontà di continuare a collaborare in modo costruttivo con le Istituzioni, promuovendo la valorizzazione, la crescita professionale e il benessere di tutto il personale dell’Arma.

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Prima la gogna, poi le verifiche. Così si abbandonano i servitori dello Stato

Apprendiamo con profonda preoccupazione la notizia riguardante l’apertura di un’inchiesta nei confronti di dieci giovani operatori delle Forze dell’Ordine, intervenuti nei giorni scorsi, a Roma, in alcune fasi di ricerca e identificazione del presunto autore del duplice e crudele omicidio avvenuto a Villa Pamphili.

Ancora una volta, in assenza di accertamenti completi e senza alcuna tutela della dignità professionale, si assiste a un’esposizione mediatica dei colleghi che ha il sapore di una condanna anticipata.

Non bastano le inchieste, le perizie, le indagini. Serve prima di tutto rispetto per le persone in divisa che operano ogni giorno in situazioni sempre più caotiche, carenti di linee guida chiare e formazione adeguata.

Preoccupa la leggerezza con cui alcuni vertici istituzionali sembrano abdicare al proprio ruolo, preferendo dichiarazioni immediate e rassicuranti per l’opinione pubblica, piuttosto che difendere con sobrietà e senso di responsabilità  i propri uomini e donne impiegati sul campo.

Il Sindacato Indipendente Carabinieri esprime massima solidarietà ai colleghi coinvolti e ribadisce che nessun giovane operatore dovrebbe essere lasciato solo, specialmente quando l’apparato formativo, la catena di comando e le condizioni operative mostrano tutte le loro falle.

Il SIC si farà sentire in ogni sede, anche presso il Governo, perché venga finalmente riconosciuto che chi indossa una divisa merita una tutela vera, leale e coerente con la complessità del lavoro svolto.

Non accettiamo che l’intervento operativo venga giudicato come se si trattasse di un’automatica sequenza industriale. Chi interviene in strada, spesso con pochissimi secondi per decidere, non può applicare un protocollo rigido come se fosse su una catena di montaggio.

Ogni scenario operativo è dinamico, imprevedibile, spesso caotico. È inaccettabile che si continui a pretendere decisioni “perfette” da parte di chi è chiamato ad agire nell’urgenza e nel rischio, mentre dall’altra parte si risponde con silenzi, abbandono o scaricabarile.

Noi, come sempre, non ci accodiamo al linciaggio mediatico.

Noi ci mettiamo la faccia, con forza e dignità, per difendere chi porta una divisa con onore.

E mentre si continua a chiedere sempre di più a chi lavora nei quartieri e nei territori, ci chiediamo: chi chiederà conto a chi forma, dirige, dispone e poi si smarca?

Il SIC è e sarà al fianco di ogni collega ingiustamente esposto alla gogna, pronto a garantire assistenza legale, sostegno umano e una voce libera, scomoda, ma necessaria.

 

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FESI 2024, dopo il disastro, fioccano le giustificazioni

“Excusatio non petita, accusatio manifesta” (Chi si giustifica senza che gli sia stato richiesto, si accusa da solo).

È questo il principio che accompagna, ormai da ore, una raffica di comunicati e dichiarazioni postume da parte di chi ha contribuito in prima persona a firmare il FESI 2024.

ADESSO CHE IL DANNO È EVIDENTE, CHE MIGLIAIA DI CARABINIERI SONO STATI ESCLUSI DAL PAGAMENTO E CHE L’INTERO IMPIANTO SI STA SGRETOLANDO, FIOCCANO LE RICOSTRUZIONI FANTASIOSE.

C’è chi cerca di smarcarsi.

C’è chi prova a spostare l’attenzione.

C’è persino chi dopo aver firmato e applaudito accusa gli altri di incompetenza.

Ma la verità, quella autentica, non si cambia a colpi di comunicati tardivi.

 

LE CRITICITÀ DEL FESI 2024 SONO SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI:

 

  • Oltre 3.000 Carabinieri esclusi dal pagamento per assenza nel Memoriale Elettronico o per collocazione in settori interforze (DIA, DCPC, DCSA, D.G.P.M.);

 

  • Personale della Centrale Operativa e NUE – NUMERO UNICO DI EMERGENZA;

 

  • Mancata corresponsione dell’emolumento a giugno e nessuna certezza sul pagamento a luglio o agosto 2025;

 

  • Utilizzo del criterio delle 1680 ore, disomogeneo e penalizzante;

 

  • Carabinieri con carichi di lavoro altissimi penalizzati a vantaggio di chi ha fatto meno, ma rientrava nei calcoli “matematici” del sistema.

 

  • Un sistema in cui la quantità numerica prevale sul valore operativo e sul sacrificio quotidiano.

 

ORA INIZIA LA FASE DELLE “SCUSE A POSTERIORI”:

 

USIC: ha firmato e poi ha dichiarato che il FESI era problematico. Oggi accusa gli altri sindacati di incompetenza, dimenticando di essere stato tra i principali firmatari. Prima lodava l’accordo, oggi lo attacca.

 

UNARMA: sostiene di aver proposto un abbassamento a 1500 ore, ma ha firmato comunque. Motivazione: “non potevamo non firmare”.

Eppure, quando un testo non convince, il vero dovere sindacale è opporsi. Anche da soli.

 

Altre sigle: silenzio assoluto o dichiarazioni deboli, come se il problema non fosse anche loro.

 

Il risultato? Un FESI ingiusto, una categoria divisa, una fiducia compromessa.

 

IL SIC AVEVA GIÀ DETTO LA VERITÀ

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri è stato tra i pochissimi ad aver denunciato pubblicamente, prima di tutti, le distorsioni del sistema FESI 2024.

Lo abbiamo fatto con coraggio, con dati, con competenza.

Mentre altri firmavano e oggi si giustificano, noi parlavamo chiaro, senza doverci rimangiare nulla.

Abbiamo denunciato:

 

La diseguaglianza di trattamento;

 

L’esclusione di migliaia di colleghi;

 

Il sistema penalizzante delle 1.680 ore;

 

L’assenza di visione strategica nei criteri adottati.

 

Non ci servono giustificazioni postume. I fatti parlano per noi.

CONCLUDIAMO CON LA VERITÀ, NON CON LE SCUSE:

CHI HA FIRMATO SAPEVA. CHI ORA SI DISSOCIA, SI TRADISCE DA SOLO.

E CHI OGGI CERCA DI SPIEGARSI, NON FA CHE CONFERMARE LA PROPRIA CORRESPONSABILITÀ.

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri – resta l’unica realtà coerente, libera, coraggiosa.

Abbiamo detto NO ai compromessi.

Continueremo a dire NO alle imposizioni, ai calcoli ciechi, alla mediocrità sindacale.

Chi oggi si arrampica sulle giustificazioni, dovrà spiegare domani ai colleghi perché ha scelto la firma facile invece della difesa scomoda ma vera.

 

Noi restiamo al nostro posto. In prima linea.

 

Fluminimaggiore, 19 giugno 2025

 

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FESI e arretrati anno 2025, illusoria manovra finanziaria che offende la dignità dei Carabinieri

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri, con fermezza e senso di responsabilità, prende le distanze da chi ha voluto illudere i Carabinieri, offendendo la loro dignità.

In queste ore stanno giungendo al nostro Sindacato numerose segnalazioni da parte di Colleghi rimasti profondamente delusi dalle spettanze economiche ricevute nel mese di giugno 2025 tra FESI, arretrati contrattuali e regolare stipendio.

Qualcuno ha pensato  furbescamente di orchestrare una “MANOVRA ILLUSORIA” per  stemperare il crescente malcontento.

Una strategia che noi definiamo un vero e proprio “TRANELLO ECONOMICO”.

A prima vista, le cifre riportate nello statino paga di Giugno 2025 sembrano importanti ma, nella realtà, tolta la pressione fiscale e l’incidenza delle spese familiari, nelle mani dei Servitori dello Stato rimane ben poco.

Eppure stiamo parlando di lavoratori in divisa che:

– garantiscono sicurezza 24 ore su 24, anche a rischio della propria vita;

– vivono spesso da monoreddito;

– affrontano trasferimenti, turnazioni, distacchi, sacrifici personali e familiari;

– si trovano, dopo tre anni di attesa, a ricevere somme che non compensano minimamente il valore del lavoro svolto.

Chi ha firmato questo contratto, chi lo ha sostenuto, chi lo ha promosso dovrebbe riflettere sugli effetti che ha prodotto nei confronti di chi indossa con estrema dignità ed abnegazione la nostra amata divisa.

Le sigle firmatarie del contratto devono rispondere di un risultato che ha generato più frustrazione che sollievo.

Hanno forse firmato un contratto sulla carta ma non lo hanno difeso con dignità nei fatti.

Noi non siamo qui a fare polemiche.

Siamo qui per dire la verità, con coraggio e rispetto.

E la verità è che nessuno può più permettersi di vendere fumo, né di illudere i Carabinieri con cifre gonfiate che poi vengono sottratte con l’altra mano.

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri continuerà a:

– monitorare ogni passaggio economico e contrattuale;

– denunciare ogni anomalia o dissimulazione;

– metterci la faccia, sempre, per difendere con forza la dignità del personale.

Siamo nati per essere una voce libera, onesta, coraggiosa.

E questa voce non si spegnerà mai.

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