Prima la gogna, poi le verifiche. Così si abbandonano i servitori dello Stato

Apprendiamo con profonda preoccupazione la notizia riguardante l’apertura di un’inchiesta nei confronti di dieci giovani operatori delle Forze dell’Ordine, intervenuti nei giorni scorsi, a Roma, in alcune fasi di ricerca e identificazione del presunto autore del duplice e crudele omicidio avvenuto a Villa Pamphili.

Ancora una volta, in assenza di accertamenti completi e senza alcuna tutela della dignità professionale, si assiste a un’esposizione mediatica dei colleghi che ha il sapore di una condanna anticipata.

Non bastano le inchieste, le perizie, le indagini. Serve prima di tutto rispetto per le persone in divisa che operano ogni giorno in situazioni sempre più caotiche, carenti di linee guida chiare e formazione adeguata.

Preoccupa la leggerezza con cui alcuni vertici istituzionali sembrano abdicare al proprio ruolo, preferendo dichiarazioni immediate e rassicuranti per l’opinione pubblica, piuttosto che difendere con sobrietà e senso di responsabilità  i propri uomini e donne impiegati sul campo.

Il Sindacato Indipendente Carabinieri esprime massima solidarietà ai colleghi coinvolti e ribadisce che nessun giovane operatore dovrebbe essere lasciato solo, specialmente quando l’apparato formativo, la catena di comando e le condizioni operative mostrano tutte le loro falle.

Il SIC si farà sentire in ogni sede, anche presso il Governo, perché venga finalmente riconosciuto che chi indossa una divisa merita una tutela vera, leale e coerente con la complessità del lavoro svolto.

Non accettiamo che l’intervento operativo venga giudicato come se si trattasse di un’automatica sequenza industriale. Chi interviene in strada, spesso con pochissimi secondi per decidere, non può applicare un protocollo rigido come se fosse su una catena di montaggio.

Ogni scenario operativo è dinamico, imprevedibile, spesso caotico. È inaccettabile che si continui a pretendere decisioni “perfette” da parte di chi è chiamato ad agire nell’urgenza e nel rischio, mentre dall’altra parte si risponde con silenzi, abbandono o scaricabarile.

Noi, come sempre, non ci accodiamo al linciaggio mediatico.

Noi ci mettiamo la faccia, con forza e dignità, per difendere chi porta una divisa con onore.

E mentre si continua a chiedere sempre di più a chi lavora nei quartieri e nei territori, ci chiediamo: chi chiederà conto a chi forma, dirige, dispone e poi si smarca?

Il SIC è e sarà al fianco di ogni collega ingiustamente esposto alla gogna, pronto a garantire assistenza legale, sostegno umano e una voce libera, scomoda, ma necessaria.

 

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FESI 2024, dopo il disastro, fioccano le giustificazioni

“Excusatio non petita, accusatio manifesta” (Chi si giustifica senza che gli sia stato richiesto, si accusa da solo).

È questo il principio che accompagna, ormai da ore, una raffica di comunicati e dichiarazioni postume da parte di chi ha contribuito in prima persona a firmare il FESI 2024.

ADESSO CHE IL DANNO È EVIDENTE, CHE MIGLIAIA DI CARABINIERI SONO STATI ESCLUSI DAL PAGAMENTO E CHE L’INTERO IMPIANTO SI STA SGRETOLANDO, FIOCCANO LE RICOSTRUZIONI FANTASIOSE.

C’è chi cerca di smarcarsi.

C’è chi prova a spostare l’attenzione.

C’è persino chi dopo aver firmato e applaudito accusa gli altri di incompetenza.

Ma la verità, quella autentica, non si cambia a colpi di comunicati tardivi.

 

LE CRITICITÀ DEL FESI 2024 SONO SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI:

 

  • Oltre 3.000 Carabinieri esclusi dal pagamento per assenza nel Memoriale Elettronico o per collocazione in settori interforze (DIA, DCPC, DCSA, D.G.P.M.);

 

  • Personale della Centrale Operativa e NUE – NUMERO UNICO DI EMERGENZA;

 

  • Mancata corresponsione dell’emolumento a giugno e nessuna certezza sul pagamento a luglio o agosto 2025;

 

  • Utilizzo del criterio delle 1680 ore, disomogeneo e penalizzante;

 

  • Carabinieri con carichi di lavoro altissimi penalizzati a vantaggio di chi ha fatto meno, ma rientrava nei calcoli “matematici” del sistema.

 

  • Un sistema in cui la quantità numerica prevale sul valore operativo e sul sacrificio quotidiano.

 

ORA INIZIA LA FASE DELLE “SCUSE A POSTERIORI”:

 

USIC: ha firmato e poi ha dichiarato che il FESI era problematico. Oggi accusa gli altri sindacati di incompetenza, dimenticando di essere stato tra i principali firmatari. Prima lodava l’accordo, oggi lo attacca.

 

UNARMA: sostiene di aver proposto un abbassamento a 1500 ore, ma ha firmato comunque. Motivazione: “non potevamo non firmare”.

Eppure, quando un testo non convince, il vero dovere sindacale è opporsi. Anche da soli.

 

Altre sigle: silenzio assoluto o dichiarazioni deboli, come se il problema non fosse anche loro.

 

Il risultato? Un FESI ingiusto, una categoria divisa, una fiducia compromessa.

 

IL SIC AVEVA GIÀ DETTO LA VERITÀ

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri è stato tra i pochissimi ad aver denunciato pubblicamente, prima di tutti, le distorsioni del sistema FESI 2024.

Lo abbiamo fatto con coraggio, con dati, con competenza.

Mentre altri firmavano e oggi si giustificano, noi parlavamo chiaro, senza doverci rimangiare nulla.

Abbiamo denunciato:

 

La diseguaglianza di trattamento;

 

L’esclusione di migliaia di colleghi;

 

Il sistema penalizzante delle 1.680 ore;

 

L’assenza di visione strategica nei criteri adottati.

 

Non ci servono giustificazioni postume. I fatti parlano per noi.

CONCLUDIAMO CON LA VERITÀ, NON CON LE SCUSE:

CHI HA FIRMATO SAPEVA. CHI ORA SI DISSOCIA, SI TRADISCE DA SOLO.

E CHI OGGI CERCA DI SPIEGARSI, NON FA CHE CONFERMARE LA PROPRIA CORRESPONSABILITÀ.

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri – resta l’unica realtà coerente, libera, coraggiosa.

Abbiamo detto NO ai compromessi.

Continueremo a dire NO alle imposizioni, ai calcoli ciechi, alla mediocrità sindacale.

Chi oggi si arrampica sulle giustificazioni, dovrà spiegare domani ai colleghi perché ha scelto la firma facile invece della difesa scomoda ma vera.

 

Noi restiamo al nostro posto. In prima linea.

 

Fluminimaggiore, 19 giugno 2025

 

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FESI e arretrati anno 2025, illusoria manovra finanziaria che offende la dignità dei Carabinieri

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri, con fermezza e senso di responsabilità, prende le distanze da chi ha voluto illudere i Carabinieri, offendendo la loro dignità.

In queste ore stanno giungendo al nostro Sindacato numerose segnalazioni da parte di Colleghi rimasti profondamente delusi dalle spettanze economiche ricevute nel mese di giugno 2025 tra FESI, arretrati contrattuali e regolare stipendio.

Qualcuno ha pensato  furbescamente di orchestrare una “MANOVRA ILLUSORIA” per  stemperare il crescente malcontento.

Una strategia che noi definiamo un vero e proprio “TRANELLO ECONOMICO”.

A prima vista, le cifre riportate nello statino paga di Giugno 2025 sembrano importanti ma, nella realtà, tolta la pressione fiscale e l’incidenza delle spese familiari, nelle mani dei Servitori dello Stato rimane ben poco.

Eppure stiamo parlando di lavoratori in divisa che:

– garantiscono sicurezza 24 ore su 24, anche a rischio della propria vita;

– vivono spesso da monoreddito;

– affrontano trasferimenti, turnazioni, distacchi, sacrifici personali e familiari;

– si trovano, dopo tre anni di attesa, a ricevere somme che non compensano minimamente il valore del lavoro svolto.

Chi ha firmato questo contratto, chi lo ha sostenuto, chi lo ha promosso dovrebbe riflettere sugli effetti che ha prodotto nei confronti di chi indossa con estrema dignità ed abnegazione la nostra amata divisa.

Le sigle firmatarie del contratto devono rispondere di un risultato che ha generato più frustrazione che sollievo.

Hanno forse firmato un contratto sulla carta ma non lo hanno difeso con dignità nei fatti.

Noi non siamo qui a fare polemiche.

Siamo qui per dire la verità, con coraggio e rispetto.

E la verità è che nessuno può più permettersi di vendere fumo, né di illudere i Carabinieri con cifre gonfiate che poi vengono sottratte con l’altra mano.

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri continuerà a:

– monitorare ogni passaggio economico e contrattuale;

– denunciare ogni anomalia o dissimulazione;

– metterci la faccia, sempre, per difendere con forza la dignità del personale.

Siamo nati per essere una voce libera, onesta, coraggiosa.

E questa voce non si spegnerà mai.

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Atto dovuto e condanna preventiva?

Nel giorno in cui l’Italia saluta con dolore il Brigadiere Capo Carlo Legrottaglie, ucciso in servizio da un rapinatore armato, apprendiamo che i Poliziotti intervenuti per bloccare la fuga e fermare la violenza sono stati iscritti nel registro degli indagati per “omicidio colposo”.

Il solito, beffardo “atto dovuto”.

È un colpo al cuore della nostra Divisa.

Un segnale pericoloso proprio mentre onoriamo chi muore servendo lo Stato.

Lo stesso Stato espone chi lo difende a gogna giudiziaria, mediatica e ad aggravio economico, colpendo proprio chi ha agito con dedizione e si è esposto a grave pericolo.

Incredibilmente, chi aggredisce lo Stato gode oggi di più tutele di chi lo difende.

Questo paradosso giuridico e umano va cancellato.

L’automatismo dell’iscrizione come “atto dovuto” non è un atto neutro: è una condanna preventiva, mascherata da formalismo.

È il meccanismo con cui si infanga la reputazione di chi ha agito legittimamente e con coraggio, per evitare ulteriori crimini e difendere i cittadini.

 

I danni sono evidenti:

Famiglie umiliate pubblicamente, figli marchiati, mogli costrette al silenzio.

Colleghi costretti a difendersi sebbene innocenti, pagando avvocati prima ancora che si capisca se sono effettivamente indagabili.

Effetto “freno” sul campo: l’esitazione nell’intervento per il timore di finire il giorno dopo in un’aula di tribunale.

 

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri – chiede ufficialmente a:

Ministro della Difesa,

Ministro dell’Interno,

Presidente del Consiglio dei Ministri,

Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri,

Capo della Polizia di Stato,

 

di attuare con urgenza le seguenti misure:

 

  1. Abolizione dell’automatismo dell’“atto dovuto”

L’iscrizione nel registro degli indagati deve avvenire solo a seguito di un accertamento preliminare oggettivo, non come passaggio meccanico legato all’autopsia.

 

       2.Applicazione immediata del Decreto Sicurezza 2025

Attuare senza rinvii la norma già approvata che prevede la copertura integrale delle spese legali per gli operatori delle Forze dell’Ordine indagati per fatti di servizio.

 

  1. Istituzione di un fondo di sostegno psicologico e familiare

Assicurare tutela psicologica e supporto concreto alle famiglie esposte a trauma e giudizio pubblico.

 

  1. Apertura di un tavolo tecnico permanente*

Con i rappresentanti delle Forze Armate, delle Forze di Polizia e dei sindacati per:

 

  • aggiornare protocolli e regole d’ingaggio sull’uso delle armi;

 

  • rafforzare la formazione operativa e giuridica;

 

  • incentivare la dotazione di body-cam e strumenti non letali.

 

Lo Stato ha il dovere costituzionale di proteggere chi lo serve, non di condannarlo preventivamente.

Ogni volta che un Carabiniere o un Poliziotto viene iscritto nel registro degli indagati per aver fatto il proprio dovere, muore un pezzo di credibilità delle Istituzioni.

Non possiamo più accettarlo.

Il SIC porterà questa battaglia ovunque: nei tavoli istituzionali, nei media, in Parlamento.

Perché la fedeltà che pretendiamo da chi indossa l’uniforme va ricambiata con giustizia, protezione e rispetto.

 

Fluminimaggiore, 14 giugno 2026

*Norme di riferimento

 

Art. 53 c.p. – Uso legittimo delle armi da parte del pubblico ufficiale

Art. 27 Costituzione – Presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva

D.Lgs. 15 marzo 2010, n. 66 – Codice dell’Ordinamento Militare

Decreto Sicurezza 2025 – Copertura delle spese legali per operatori indagati per fatti di servizio (in attesa della pubblicazione definitiva in G.U.)

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Il SIC presente alle esequie del Brigadiere dei Carabinieri Carlo Legrottaglie

Questa mattina, il SIC, rappresentato dal Segretario Generale Regionale della Puglia, Vito Quagliara, ha preso parte alle esequie solenni del Brigadiere dei Carabinieri Legrottaglie, ucciso in servizio a Francavilla Fontana (BR) lo scorso 12 giugno.
La nostra presenza si imponeva come un dovere sentito, per testimoniare con rispetto la nostra vicinanza alla famiglia, ai colleghi e all’intera comunità dell’Arma, che oggi piange un Eroe.
Il Brigadiere Legrottaglie ha incarnato in modo esemplare i valori fondanti del Carabiniere: il senso del dovere, la lealtà verso lo Stato e l’estremo sacrificio in nome della Legalità.
Il suo esempio deve essere una guida per tutti, ma soprattutto per i giovani Carabinieri che oggi si trovano ad operare in territori complessi, contro una criminalità sempre più spietata.
Il nome di Carlo Legrottaglie, il suo gesto, il suo coraggio devono diventare un faro, un punto di riferimento incrollabile per chi ha scelto questa uniforme.
Non possiamo, e non dobbiamo, dimenticarlo.
La presenza alle esequie del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e la profonda partecipazione popolare hanno reso evidente, ancora una volta, quanto forte e sincero sia il legame tra i cittadini e i Carabinieri. Un legame che si fonda sulla certezza che ogni Carabiniere rappresenti un baluardo di Sicurezza sul territorio.
Siamo certi che al collega Legrottaglie verranno tributate le giuste onorificenze per il fulgido esempio di elette virtù militari e civili spinte sino all’estremo sacrificio.
Alla Famiglia del Brigadiere e a tutti i colleghi che hanno servito al suo fianco, giunga il nostro più profondo cordoglio e la promessa che il suo nome non sarà dimenticato.

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri

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Il SIC a fianco di Confimea per il festival dello sport inclusivo

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri è orgoglioso di partecipare e sostenere il Festival dello Sport Inclusivo, promosso da Confimea Sanità con la collaborazione di importanti realtà sanitarie e istituzionali.
Un evento dedicato alla salute, all’inclusione e alla prevenzione, dove sarà possibile effettuare gratuitamente lo screening di baropodometria digitalizzata, grazie al contributo del main sponsor Medical Support.
Per il SIC, la vicinanza al mondo della prevenzione e dell’inclusione non è solo un valore, ma una missione.
Questo evento è una chiara dimostrazione della sincera amicizia e della stima reciproca che lega il nostro Segretario Generale, Luigi Pettineo, al dott. Giorgio Asquini, Presidente di Confimea Sanità, ideatore e promotore dell’iniziativa.

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Segnalazione criticità requisiti anagrafici – Interpellanza per pianificazione degli avvicendamenti degli App/Car presso le Rappresentanze Diplomatiche e gli Uffici Consolari Italiani all’Estero

 

Fluminimaggiore, 12 giugno 2025

 

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Salvatore LUONGO

ROMA

 

 

Oggetto: Segnalazione criticità requisiti anagrafici – Interpellanza per pianificazione degli avvicendamenti degli App/Car presso le Rappresentanze Diplomatiche e gli Uffici Consolari Italiani all’Estero (MAE-Mandato quadriennale) con prot. nr. 014001-2/T-1-1/AC del 28.05.2025.

 

Egregio Signor Comandante Generale,

con il massimo rispetto istituzionale e nella consueta ottica di collaborazione costruttiva, il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri ritiene doveroso sottoporre alla Sua attenzione una criticità rilevata nella recente circolare relativa alla pianificazione degli avvicendamenti presso le Rappresentanze Diplomatiche e gli Uffici Consolari Italiani per l’anno 2026 (prot. n. 014001-27-1-7-2026, pubblicata sul portale Leonardo).

In particolare, al punto 2 della sezione “RUOLO – In sintesi a chi è rivolta”, si prevede che, per l’accesso al bacino “residuale”, i candidati non debbano aver compiuto il 54º anno d’età al 4 maggio 2026, determinando l’automatica esclusione di tutti i militari nati dal 1° gennaio al 4 maggio 1972, pur essendo coetanei di altri colleghi nati nello stesso anno.

Tale criterio, pur non apparendo formalmente discriminatorio, produce un’irragionevole disparità di trattamento su base anagrafica, escludendo militari che, a parità di anno di nascita e spesso di carriera, vengono penalizzati da una soglia fissata su un termine intermedio non giustificato da esigenze funzionali concrete.

In assenza di una motivazione oggettiva e proporzionata, questa previsione potrebbe risultare in contrasto con i principi di imparzialità e buon andamento sanciti dall’articolo 97 della Costituzione. In tal senso, si richiama una consolidata giurisprudenza del TAR e del Consiglio di Stato, secondo cui i limiti anagrafici imposti per l’accesso a incarichi pubblici devono rispondere a criteri di necessità, proporzionalità e ragionevolezza, pena la loro illegittimità.

Alla luce di quanto sopra, il SIC chiede formalmente una revisione del requisito anagrafico, estendendo l’accesso all’interpellanza a tutti i militari che abbiano compiuto il 54° anno d’età entro il 31 dicembre 2026, in linea con una logica inclusiva, meritocratica e aderente ai principi costituzionali e amministrativi.

Siamo convinti che tale rettifica, oltre a garantire maggiore equità e trasparenza, rappresenterebbe un importante segnale di attenzione verso il personale dell’Arma e rafforzerebbe la legittimità delle procedure selettive.

Restiamo a disposizione per ogni utile confronto sul tema, con l’auspicio che la presente venga accolta nell’interesse comune del personale e della funzionalità dell’Istituzione.

Con stima e spirito costruttivo,

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Francavilla Fontana (BR), Carabiniere perde la vita in un conflitto a fuoco. Il SIC si stringe intorno ai familiari del nostro collega

La Segreteria Generale Nazionale del SIC esprime il più profondo cordoglio per la tragica uccisione del Brigadiere Carlo Legrottaglie, colpito a morte durante un inseguimento nella contrada Rosea di Francavilla Fontana (BR).

Il Brigadiere Legrottaglie, originario di Ostuni, a 59 anni,  ormai prossimo alla pensione, era ancora in servizio operativo.

L’intervento del Nucleo Radiomobile si è trasformato in un violento conflitto a fuoco.

I malviventi, abbandonata la loro auto, hanno esploso numerosi colpi d’arma da fuoco, colpendo mortalmente il collega a poche settimane dal suo meritato congedo

Alla famiglia del Brigadiere Legrottaglie, ai colleghi della Compagnia di Francavilla Fontana e all’intera Arma, va l’abbraccio solidale di tutti gli iscritti al SIC.

Al personale impegnato nell’indagine ribadiamo pieno sostegno: le responsabilità devono essere accertate in tempi rapidi e i responsabili consegnati alla Giustizia senza esitazioni.

Questo ennesimo lutto conferma la pericolosità quotidiana del servizio e l’urgente necessità di:

  1. Aggiornare i protocolli operativi per gli inseguimenti in aree rurali e periurbane, riducendo l’esposizione al fuoco nemico.

 

  1. Potenziare l’equipaggiamento individuale (giubbotti balistici di IV classe, body-cam, dotazioni di visori notturni e taser) e i kit di primo soccorso tattico in pattuglia.

 

  1. Rendere immediatamente esecutive le recenti misure legislative di inasprimento delle pene per chi usa armi contro gli operatori di polizia, affinché non restino mere dichiarazioni d’intenti.

 

Il SIC proseguirà senza tregua la propria azione di pressing istituzionale  dal Ministero della Difesa al Comando Generale  affinché la sicurezza dei Carabinieri torni al centro dell’agenda politica e operativa. Pretendiamo atti tangibili, non passerelle mediatiche: i nostri colleghi hanno diritto a tornare a casa vivi alla fine del turno.

In memoria del Brigadiere Legrottaglie rinnovo l’appello a tutte le forze politiche affinché sostengano con urgenza un “pacchetto sicurezza operatori” che includa risorse, tutele legali rafforzate e dotazioni all’altezza delle minacce odierne.

 

Fluminimaggiore, 12 giugno 2025

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Gestione organici e trasferimenti nazionali (GE.TRA), procedure da rimodulare per il benessere del personale. Lettera al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

Fluminimaggiore, 11 giugno 2025

 

Al Signor Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

Generale di C.A. Salvatore Luongo

 

 

Oggetto: Gestione organici e trasferimenti nazionali (GE.TRA), procedure da rimodulare per il benessere del personale

 

Egregio Comandante Generale,

il SIC –  Sindacato Indipendente Carabinieri, spinto da un profondo senso di responsabilità verso il personale che ogni giorno si impegna con dedizione e professionalità, ritiene urgente ed improcrastinabile sottoporre alla Sua attenzione le seguenti criticità in materia di mobilità del personale che incidono  negativamente sulle condizioni di vita e di lavoro dei Carabinieri.

  1. Criticità nel sistema nazionale di gestione dei trasferimenti (GE.TRA)

Il sistema attuale dei trasferimenti, che riguarda gli spostamenti su tutto il territorio nazionale, continua a generare gravi disagi per i colleghi e le loro famiglie.

La tempistica spesso non rispettata e la mancanza di comunicazioni chiare e tempestive hanno inevitabili ripercussioni  sulla vita familiare dei Carabinieri che hanno chiesto di essere mobilitati.

Tra queste è appena il caso di ricordare le criticità che emergono in caso iscrizione scolastica dei figli e quelle connesse al cambio di residenza ed inserimento dei familiari nel nuovo contesto abitativo.

Questi aspetti devono essere tutelati ed i Carabinieri ed i loro familiari devono essere supportati e messi in condizione di potere pianificare, con congruo anticipo, le proprie esigenze di vita.

I ritardi nelle comunicazioni e l’assenza di un preventivo confronto con il personale interessato, creano disagi rilevanti sul piano economico e, soprattutto, sulle dinamiche sociali e relazionali  intrafamiliari dei Militari che hanno chiesto il trasferimento in altra Regione, minandone la serenità.

Il SIC, facendosi latore delle doglianze manifestate dai propri Associati, chiede il Suo intervento perché le attuali procedure sulla mobilità del personale in ambito nazionale siano improntate alla trasparenza e alla tempestività, riconoscendo il diritto fondamentale di ogni Carabiniere di potere condurre una vita familiare in un clima di serenità, in particolare in un momento in cui il Militare ed i suoi familiari devono riorganizzare la propria esistenza, riducendo al minimo i disagi che ogni trasferimento produce.

 

  1. Criticità relativa alla carenza organica con ricadute negative sui turni di servizio

La persistente carenza degli organici a livello nazionale grava in modo insostenibile sul personale che si trova a svolgere turni di lavoro  superiori anche alle 10 ore consecutive, in contesti operativi emergenziali, a causa della dilagante ed irrefrenabile criminalità.

Estenuanti turni di lavoro che non consentono di garantire i necessari tempi di recupero.

Questa situazione mette a rischio non solo la salute fisica e psichica dei Carabinieri, ma anche la qualità del servizio reso ai cittadini.

Il SIC riconosce e apprezza l’attenzione che Lei ed i vertici dell’Arma state dedicando a questi temi, in particolare alla creazione di una nuova cultura organizzativa che valorizzi la professionalità e la dignità del personale.

Tuttavia, ribadiamo con forza la necessità di interventi concreti e immediati per garantire il corretto ripianamento degli organici e la tutela della salute psicofisica dei Carabinieri.

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri conferma la propria disponibilità al confronto e alla collaborazione per individuare soluzioni efficaci che mettano al centro il benessere, la dignità e la sicurezza di tutti i Colleghi.

 

Con incondizionata stima,

 

 

Trasferimenti Ufficiali, richiesta di intervento su criticità strutturali e disparità operative. Lettera al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

Fluminimaggiore, 9 giugno 2025

Al Signor Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

Generale di C.A. Salvatore Luongo

 

 

OGGETTO: Trasferimenti Ufficiali – Richiesta di intervento su criticità strutturali e disparità operative.

 

Signor Comandante Generale,

 

il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri, nell’esercizio delle sue funzioni di rappresentanza e tutela del personale dell’Arma, intende portare alla Sua attenzione una criticità strutturale che da anni incide negativamente sul benessere, la serenità e la motivazione degli Ufficiali: la gestione opaca, disomogenea e talvolta discriminatoria dei trasferimenti.

L’attuale sistema di movimentazione degli Ufficiali appare, agli occhi di chi lo subisce, privo di logiche trasparenti, di criteri oggettivi e di una reale pianificazione. Ogni anno, gli Ufficiali sono chiamati a redigere un promemoria informativo, ma nella quasi totalità dei casi tale documento non produce alcun effetto concreto, tanto da essere percepito come inutile atto formale.

Accade così che alcuni Ufficiali vengano trasferiti ogni anno o ogni due, senza possibilità di radicamento familiare, mentre altri, pur avendo da tempo chiesto un cambio di sede, restano immobilizzati per anni, in assenza di risposte chiare.

La circolare che stabilisce la permanenza massima quinquennale viene di fatto vanificata dal ricorso sistematico alla formula “salvo esigenze di servizio”, diventata ormai un’eccezione che conferma l’arbitrarietà.

A questo si aggiunge un altro elemento discriminatorio: la disparità di trattamento tra ruoli ufficiali. Gli Ufficiali RSE, ad esempio, continuano a essere esclusi (quasi “discriminati“) da determinati incarichi “prestigiosi” , benché abbiano gli stessi doveri e le stesse responsabilità dei colleghi dell’RN.

Il tutto senza alcuna base normativa, ma solo per logiche interne (probabilmente governate da circolari interne sconosciute agli Ufficiali stessi) o prassi consolidate o scelte mai formalizzate.

Un trattamento che non può più essere tollerato.

Il SIC chiede pertanto di valutare:

  1. L’istituzione di una procedura scritta, trasparente e consultabile per la gestione dei trasferimenti, ispirata ai criteri di equità, programmazione e merito.

 

  1. Il rispetto del promemoria informativo annuale, inteso come reale strumento di dialogo e non come formalità.

 

  1. L’introduzione di una rotazione regolare, motivata e coerente, che consenta pari opportunità e mobilità a tutti gli Ufficiali.

 

  1. La definizione rigorosa del concetto di “esigenze di servizio”, oggi utilizzato in modo eccessivamente elastico.

 

  1. L’affermazione del principio di parità tra tutti i ruoli ufficiali, affinché ogni Ufficiale, nei limiti del proprio grado e competenza, possa accedere agli stessi incarichi.

 

Signor Comandante Generale, è nostro dovere ricordare che senza giustizia interna non può esistere autorevolezza esterna.

Un Ufficiale è prima di tutto una persona, un padre, una madre, un servitore dello Stato che chiede solo rispetto, coerenza e dignità.

L’Arma dei Carabinieri è e deve restare faro di legalità: verso l’esterno, ma anche verso l’interno.

Il Sindacato Indipendente Carabinieri – SIC, continuerà con fermezza e spirito costruttivo a battersi per un sistema più giusto, trasparente e realmente meritocratico.

In coerenza con i limiti e le prerogative riconosciuti dalla Legge n. 46/2022, il SIC propone l’attivazione di un tavolo tecnico consultivo tra le APCSM iscritte all’albo ministeriale, finalizzato a:

  • formulare osservazioni e proposte di carattere generale sui principi di trasparenza, rotazione e criteri oggettivi nella gestione dei trasferimenti degli Ufficiali;

 

  • valutare l’impatto delle prassi attuali sulla qualità della vita e sul benessere personale e familiare del personale dirigente;

 

  • contribuire alla definizione di una cornice normativa condivisa, rispettosa della disciplina vigente e funzionale alla valorizzazione delle competenze interne.

 

Il Sindacato Indipendente Carabinieri si dichiara fin d’ora disponibile a partecipare con spirito leale e costruttivo, offrendo il contributo professionale dei propri iscritti e dirigenti.

 

Con osservanza,

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