Bocciato l’emendamento che prevedeva l’introduzione di codici identificativi alfanumerici sulle divise delle Forze di Polizia

Lo scorso 24 luglio, l’emendamento al ddl Sicurezza che prevedeva l’adozione di un codice identificativo sulle divise e la bodycam per gli agenti delle forze dell’ordine impegnati nella gestione dell’ordine pubblico, nel corso ad esempio di manifestazioni o eventi, è stato respinto dalle commissioni riunite Giustizia e Affari Costituzionali.
Ogni anno, durante i servizi di ordine pubblico e di controllo del territorio, tantissimi Servitori dello Stato in divisa sono vittime di aggressioni, alcune delle quali efferate.
Qualcuno erroneamente crede di potere ridurre la violenza nelle manifestazioni di piazza “marchiando ” le divise ed i caschi delle Forze di Polizia con un codice alfanumerico.
Qualcuno ritiene di arrestare l’escalation di violenza che registriamo nelle strade delle città italiane con un semplice codice identificativo impresso sulle divise degli Operatori di polizia.
Con troppa leggerezza dimentichiamo la ferocia delle aggressioni operate in danno dei
Servitori dello Stato che non vengono adeguatamente tutelati.
L’attuale impianto normativo risulta essere anacronistico ed eccessivamente garantista per chi si rende responsabile di condotte altamente lesive del diritto che mirano a destabilizzare l’ordine e la sicurezza pubblica.
L’attenzione di alcuni politici si concentra su una immotivata esigenza di stampigliare dei codici alfanumerici sulle Divise, non preoccupandosi minimamente di indirizzare le energie nel contrasto delle innumerevoli condotte illecite a cui quotidianamente i cittadini assistono inermi.
Nessun Operatore di Polizia gode di immunità per comportamenti contrari alla Legge.
L’adozione di un codice identificativo espone inevitabilmente il Servitore dello Stato a rappresaglie e ad atti di ritorsione, rendendolo un bersaglio facilmente raggiungibile di azioni criminali e, in alcune aree geografiche, particolarmente sensibili sotto il profilo dell’ordine e sella sicurezza pubblica, a causa della massiva presenza di sodalizi criminosi, anche di matrice eversiva.
Per tutelare la sicurezza dello Stato non è prioritaria la “marchiatura” delle divise indossate dai Carabinieri.
La priorità dovrebbe essere quella di individuare e punire chiunque aggredisce e minaccia le Donne e gli Uomini in divisa che difendono le Istituzioni, i cittadini e il loro diritto a manifestare.
Le Forze di Polizia meritano il massimo rispetto da parte di tutte le fazioni politiche per il loro incessante impegno nel contrasto ad ogni forma di illegalità.
Un codice identificativo trasmette un segnale difforme a quello che ogni divisa ha da sempre rappresentato e continuerà a rappresentare.
Le uniformi delle Forze di Polizia incarnano i valori etici e deontologici più nobili della nostra Nazione.
Prima di marchiare le divise dei Servitori dello Stato, dovremmo investire ogni energia intellettuale e materiale per fornire, con assoluta urgenza, alle Donne e agli Uomini in divisa tutti gli strumenti normativi e tecnologici per fronteggiare adeguatamente i fenomeni delinquenziali che sono in vertiginoso aumento.

Fluminimaggiore, 26 luglio 2024

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Il servizio d’istituto con esposizione diretta ai raggi solari, gravi pericoli per la salute dei Carabinieri. Il SIC scrive al Ministro della Difesa

Fluminimaggiore, 25 Luglio 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA

On. Guido Crosetto

e p.c.

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Il servizio d’istituto con esposizione diretta ai raggi solari. Gravi pericoli per la salute dei Carabinieri.

 

On.le Signor Ministro della Difesa,

nell’esclusivo interesse di tutelare il benessere e la salute dei nostri Associati, sottoponiamo alla Sua attenzione la seguente criticità.

Alcune disposizioni sul servizio, disattendono gravemente quanto espressamente indicato dal testo unico sulla sicurezza del Ministero del Lavoro.

Le radiazioni ultraviolette (UV), emanate dai raggi solari diretti, possono causare tumori alla pelle oltre a favorire l’invecchiamento precoce della stessa determinando, in taluni casi, lesioni permanenti agli occhi.

È risaputo che le temperature elevate sono causa di crampi, esaurimento fisico e colpi di calore.

Uno studio sulle cause dell’esposizione diretta ai raggi solari ha fatto rilevare che ogni anno 1.000 persone sottoposte a lavori esposti al sole sviluppano tumore cutaneo.

I rischi appurati, secondo la classificazione dell’ARC, per quanto concerne la componente UV-A e UV-B comporta due categorie di rischio per i lavoratori, ovvero i rischi per la salute e il rischio di infortunio sul lavoro.

I rischi per la salute sono effetti dannosi, anche a carattere irreversibile e permanenti, per la cute e per gli occhi interessati ad esempio da dermatiti, foto allergie da contatto, fotoinvecchiamento, melanomi, immunosoppressione locale, eritemi, fotocongiuntiviti, maculopatie e fotocheratiti.

I rischi di infortuni sul lavoro possono essere causati dall’esposizione diretta alla luce del sole o da un effetto indiretto generato dall’impatto dei raggi solari su superfici riflettenti. In entrambi i casi si può avere un abbagliamento legato all’esposizione o una difficoltà di adattamento alla vista.

Sul Titolo VIII Agenti Fisici del D.Lgs. 81/08 sono riportate le indicazioni specifiche per la prevenzione dei rischi da esposizione alle radiazioni.

Indicazioni troppo spesso disattese per  fattori puramente estetici.

La Giunta Regionale Lazio, con ordinanza Z00001 del 19/06/2024, vieta il lavoro in condizione di esposizione diretta al sole nelle ore più calde ove le temperature superano abbondantemente i 40°.

Probabilmente dimentichiamo che la prestazione professionale delle Forze di Polizia richiede che gli stessi siano costantemente vigili, per assicurare e garantire la sicurezza di Autorità, Presidi Istituzionali e soprattutto, la tutela del cittadino.

Condizioni che sono, oggettivamente, impossibili da ottenere in contesti in cui il benessere del proprio personale dipendente è sottovalutato da illogiche ed insensate disposizioni di servizio, create da chi non si espone alla calura perché svolge il proprio servizio in un ufficio climatizzato.

Il benessere del personale è priorità assoluta di questa Organizzazione sindacale.

È inconcepibile accettare che i Carabinieri di vigilanza fissa presso Presidi Istituzionali debbano rimane esposti all’irraggiamento solare diretto, privati di un idoneo riparo, con  ventilatore ad aria forzata, finalizzato ad evitare che lo stesso diventi, a sua volta, un ulteriore aggravio delle condizioni di lavoro.

Sono certo che Lei, On. Guido Crosetto, interverrà autorevolmente per migliorare le condizioni di lavoro dei tanti Carabinieri che nella stagione estiva sono costretti a svolgere il loro dovere, esponendosi a grave pericolo per la propria salute.

Con deferenza.

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~CONFRONTO TRASPARENZA DISPONIBILITÀ~ La Segreteria Regionale SIC Sardegna si mette a confronto con le donne e gli uomini dell’Arma dei Carabinieri della Sardegna

Sta proseguendo anche a Luglio il ciclo di assemblee Sindacali svolte dal SIC su tutto il territorio nazionale.
Gli ultimi tre incontri si sono svolti nei giorni 17, 18 e 19 luglio 2024. presso le Compagnie Carabinieri Bono (SS), Tempio Pausania (SS) e Ottona (NU).

Alle assemblee hanno partecipato numerosi Colleghi.

L’auditorium ha apprezzato la cristallina lealtà e la disponibilità dei Segretari Regionale, Provinciali e dei Dirigenti Nazionali della nostra Organizzazione Sindacale che sono intervenuti agli eventi.

Nel corso delle assemblee sono state illustrate le attività e le opportunità offerte dalla nostra Organizzazione Sindacale.

I quesiti non sono mancati.

Sono state fornite, a cura del Direttivo Nazionale e Regionale del SIC, esaustive risposte.

Nel corso delle assemblee sono stati trattati specifici argomenti, tra cui l’assistenza e la tutela disciplinare e legale, l’assistenza ed il supporto Psicologico, con riferimento anche al fenomeno suicidiario.

Tematiche di interesse prioritario afferenti le condizioni lavorative del Carabiniere.

La progettualità e la circolarità informativa del SIC, aperta a tutti attraverso i nostri canali social, è stata particolarmente apprezzata.

Il confronto con i Colleghi di Bono, Tempio Pausania e Ottana è stato estremamente proficuo perché ha consentito di acquisire le problematiche afferenti il benessere e le condizioni lavorative direttamente da chi opera nel territorio.

Sono stati illustrati i numerosi servizi che la nostra Organizzazione sindacale offre ai propri associati, tra cui la consulenza h24 in favore dei giovani Carabinieri.

Apprezzati gli interventi dei Segretari Regionali Alessandro SAVI e Michele TANGIANU, dei Segretari Provinciali Marco SADERIS, Roberto PUGGIONI, Luca OPPES, Antonello COLACCHI e Gianmario SOTGIU.

In occasione degli incontri, tanti Colleghi hanno aderito al progetto SIC.

Il Sindacato Indipendente Carabinieri continuerà le attività assembleari in Sardegna anche nel mese di agosto.

Da sempre il nostro obiettivo è mettere in primo piano le risorse umane che quotidianamente operano e affrontano nella vita privata e professionale numerose difficoltà.

Acquisiamo le criticità, cercando un leale e costruttivo un confronto con i Carabinieri per la risoluzione tempestiva delle problematiche.

Il SIC si oppone fermamente alla proposta che prevede l’affidamento alle FF.PP. della vigilanza ai detenuti delle R.E.M.S (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza)

Fluminimaggiore, 20 luglio 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA

On. Guido CROSETTO

ROMA

e, per conoscenza:

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo LUZI

ROMA

 

Oggetto: Il SIC si oppone fermamente alla proposta che prevede l’affidamento alle FF.PP. della vigilanza ai detenuti delle R.E.M.S (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza).

Il SIC ha appreso da alcuni articoli di stampa che il Governo sta valutando una proposta di legge che prevederebbe l’impiego degli appartenenti alle Forze di polizia a competenza generale nella vigilanza ai detenuti delle R.E.M.S (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza).

Alla base di questa inconcepibile proposta vi è l’errata convinzione che i soggetti sottoposti a queste misure debbano essere considerati soggetti a cui applicare la vigilanza sanitaria e, in tal caso, tale compito non spetterebbe più alla Polizia Penitenziaria.

A prescindere dallo status dei detenuti trattenuti nelle R.E.M.S., se dovesse passare questa proposta, potremmo affermare che siamo davanti ad uno stato di alienazione mentale, determinato dall’abbandono di ogni criterio di giudizio.

È inconcepibile e riprovevole destinare le Forze di polizia alla vigilanza delle R.E.M.S..

Proprio in questo risiede l’assurdità e la pericolosità della proposta, perché verrebbero sottratte risorse a Istituzioni su cui grava il difficilissimo compito del controllo del territorio e di contrasto al crimine già gravemente compromesso per la cronica carenza degli organici che affligge tutte le Amministrazioni del Comparto Sicurezza.

Il SIC non intende rimanere in silenzio sul dossier posto all’attenzione del Governo per attribuire alle Forze di polizia a competenza generale la vigilanza dei soggetti che hanno commesso reati e che non sono imputabili per incapacità di intendere e di volere ma che sono violenti e pericolosi per l’incolumità delle altre persone.

L’assurdità di tale proposta evidenzia la mancanza di qualsiasi fondamento e giustificazione sul piano logico e pratico sul corretto impiego delle Forze di polizia a competenza generale che risulta essere, peraltro, di assoluta sconvenienza sotto il profilo del mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica nel territorio nazionale.

Tale inconcepibile ed inattuabile proposta si pone, tra l’altro, in palese contrasto sia con i principi affermati dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 22/2022(1), sia con la giurisprudenza della Corte di Cassazione (Sez. IV N.28369 del 19/7/2022) che ha affermato la natura detentiva della misura di sicurezza di ricovero nelle R.E.M.S..

Ma soprattutto determinerebbe una vera e propria degenerazione gestionale organizzativa, giacché gli appartenenti alle Forze di polizia a competenza generale non hanno ricevuto alcuna formazione per la gestione delle persone detenute e, ancor più, per quelle insane di mente e, soprattutto, pregiudicherebbe la sicurezza dei cittadini e dei nostri territori, a totale vantaggio della criminalità organizzata diffusa, anche di matrice eversiva.

Questa proposta espone a gravissimo rischio le Forze di polizia a competenza generale.

La sicurezza e l’incolumità delle persone devono essere la massima preoccupazione della società, in particolare dei Funzionari e delle Organizzazioni pubbliche.

Una cultura sulla sicurezza è indispensabile per una società civile.

La sicurezza sul lavoro passa in primis dalla sicurezza dei luoghi e delle strutture in cui si è chiamati ad operare.

Per una cultura della prevenzione, è fondamentale all’interno di ciascuna Organizzazione individuare i fattori di rischio, valutare i rischi, individuare le misure di sicurezza e salubrità dell’ambiente di lavoro, elaborare le misure preventive e protettive e dei sistemi di controllo delle misure adottate e delle procedure di sicurezza.

Il bisogno di sicurezza rappresenta per chi lavora un fattore di snodo tra sopravvivenza e serenità che può manifestarsi in vari modi e riguardare sia elementi fisici che elementi psichici.

Per questo motivo, non si può concepire un sistema di tutela della salute del lavoratore senza considerare l’aspetto psicologico e il benessere lavorativo che da essa dipende.

Il SIC chiede a Lei, sig. Ministro della Difesa, On. Guido CROSETTO, di intervenire presso i competenti Organi istituzionali perché non venga approvata tale proposta di legge, per non pregiudicare la sicurezza dei cittadini e dei nostri territori.

“Salus populi summa lex erit”.

(“La sicurezza del popolo sarà la legge più alta”).

De legibus di Marco Tullio Cicerone.

 

Con incondizionata stima, porgo ossequiosi saluti.

(1) Detta sentenza ha statuito, ai sensi degli articoli 2 e 25 della nostra Carta costituzionale, che la misura di sicurezza del ricovero nelle R.E.M.S. sia con una forma di tutela da parte dello Stato dei diritti inviolabili della persona alla vita e all’incolumità per proteggere i terzi dalle condotte violente che possono essere poste in essere dagli autori del reato non imputabili per incapacità di intendere e di volere, e per questo risulta affidata al Pubblico Ministero, con le modalità e le disposizioni compatibili previste per l’ordinamento e il regolamento penitenziario.

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Grande successo per le assemblee SIC ad Alghero e Porto Torres

Nelle giornate del 12 e 13 Luglio 2024, il Sindacato Indipendente Carabinieri ha tenuto due partecipatissime assemblee sindacali, rispettivamente presso le Compagnie Carabinieri di Alghero e Porto Torres (SS).

Gli incontri che il SIC sta organizzando senza sosta su tutto il territorio nazionale si svolgono all’insegna di una comunicazione cristallina ed una apertura totale al dialogo con le Donne e gli Uomini dell’Arma dei Carabinieri.
Ed anche in queste due occasioni, la platea ha profondamente apprezzato la disponibilità e la qualità delle risposte ai tanti quesiti proposti.

Presenti il Segretario Nazionale SIC con delega all’assistenza psicologica, Maurizio Testoni, il Segretario Generale Regionale del SIC Sardegna, Michele Tangianu, il Segretario Regionale aggiunto, Leonardo Pintus ed i Segretari Provinciali del SIC Sassari, Marco Saderis e Sara Moscato.

Oltre che una esauriente esposizione del progetto sindacale SIC e della circolarità informativa che lo contraddistingue, i relatori hanno trattato specifici argomenti di interesse generale, tra cui l’assistenza e la tutela disciplinare e legale, l’assistenza ed il supporto Psicologico, anche con riferimento al fenomeno suicidiario.

I prossimi appuntamenti sono il 17 Luglio, presso la Compagnia Bono (SS), il 18 Luglio presso la Compagnia Tempio P. (SS) ed il 19 Luglio presso la Compagnia Ottana (NU).

IL SIC non si ferma nemmeno in Estate.
Contattaci, noi ci siamo!

Il SIC incontra il Comandante della Legione Carabinieri Friuli Venezia Giulia Gen. B. Gabriele Vitagliano

IL CAMBIAMENTO PASSA ATTRAVERSO UNA REALA APERTURA.
GRAZIE AL COMANDANTE DELLA LEGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA.

Il 10 luglio 2024, il Comandante della Legione Carabinieri Friuli Venezia Giulia sig. Gen. B. Gabriele VITAGLIANO ha incontrato presso la Caserma intitolata al Brig. A. BASSO M.O.V.M. i Rappresentanti regionali delle varie APCSM.

Il Sindacato Indipendente Carabinieri ha partecipato all’incontro con il Segretario Generale Regionale Gianluca CARUSO.

L’incontro è stato fortemente voluto dal Gen. B. Gabriele VITAGLIANO.

Nel corso dell’incontro il Comandante della Legione Carabinieri Friuli Venezia Giulia ha dichiarato la sua disponibilità al dialogo con tutte le APCSM, in un clima di leale e fattiva collaborazione, finalizzato ad accrescere il benessere dei Carabinieri e per migliorarne le condizioni lavorative e gli ambienti di lavoro.

Il Gen. B. Gabriele VITAGLIANO ha chiesto ai Rappresentanti delle sigle sindacali presenti di segnalare personalmente a lui qualsivoglia criticità per una più rapida risoluzione.

Tra le problematiche emergenti, assume carattere di priorità la carenza di personale nei vari Reparti, in particolare nelle Sezione/Aliquote Radiomobili, nei Nuclei Investigativi dei Comandi Provinciali e, soprattutto, nelle Stazioni.

È stata evidenziata l’età avanzata del personale ancora in servizio in Reparti più soggetti a orari gravosi.

L’incontro si è svolto in un clima di assoluta serenità.

Particolarmente apprezzata l’empatia dimostrata dal Gen. B. Gabriele VITAGLIANO per la risoluzione di tutte le problematiche che affliggono i Carabinieri della Regione di lui amministrata.

Il Comandante ha sottolineato che, pur cercando di identificare problemi attraverso la gerarchia, è assolutamente necessario la collaborazione e gli interventi delle realtà sindacali nel processo decisionale.

Il SIC, attraverso il Segretario Generale Regionale Gianluca CARUSO, si è reso disponibile per una leale e proficua collaborazione.

Questa Associazione sindacale si aspetta una analoga apertura da parte di tutti i restanti Comandanti di Legione mettendo in primis il bene di quelle risorse umane che quotidianamente operano in condizioni disagevoli per la difesa dello Stato.

Fluminimaggiore, 12 Luglio 2024

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Approvato l’emendamento voluto e sostenuto dal SIC che attribuisce una maggiore tutela al personale delle forze dell’ordine indagato i imputato per fatti inerenti il servizio

Nella mattinata di ieri, le Commissioni Riunite “Affari Costituzionali” e “Giustizia” della Camera dei Deputati hanno approvato l’emendamento presentato dal Governo nell’ambito del disegno di legge 1660, in discussione presso le citate Commissioni.
L’emendamento, approvato dalle Sezioni delle due Commissioni, è volto ad introdurre nuove disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario.
L’emendamento in questione, fatte salve le disposizioni statuite dall’art. 32 della legge 22 maggio 1975, n. 152 e dall’art. 18 del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67, convertito con legge 23 maggio 1997, n. 135, in materia di tutela legale a favore del personale indagato o imputato per fatti inerenti al servizio, prevede, per le sole spese di difesa, l’attribuzione di una somma fino all’importo di 10mila euro per ciascuna fase del procedimento.
Tale somma verrà attribuita a partire dal 2024.
Grazie all’approvazione dell’emendamento in disamina, l’importo sinora previsto di 5mila euro è stato raddoppiato.
A partire dal 2024, il nuovo importo massimo di 10mila euro è riconosciuto per ciascuna fase del procedimento.
La rivalsa delle citate somme si concretizzerà solo se al termine del procedimento verrà accertata la responsabilità dolosa da parte del dipendente.

L’emendamento approvato stabilisce che non si procede alla rivalsa delle somme anticipate qualora:

– le indagini preliminari si siano concluse con un provvedimento di archiviazione o sia stata emessa, in sede di udienza preliminare, una sentenza di non luogo a procedere ai sensi dell’articolo 425 c.p.p.;

– venga emessa sentenza di proscioglimento ai sensi dell’articolo 469 c.p.p.;

– sia stata pronunciata una sentenza di proscioglimento ai sensi degli articoli 129 perché sussiste una causa di non punibilità;

– sia emessa una sentenza di non doversi procedere ai sensi dell’art. 529 c.p.p.;

– sia intervenuta una sentenza di non doversi procedere ai sensi dell’art. 530, commi 2 e 3;

– intervenga una sentenza di assoluzione ai sensi 531 c.p.p.;

– intervenga l’estinzione del reato, anche se successivamente alla sentenza;

– ricorra altro provvedimento che abbia escluso la responsabilità penale del dipendente, salvo che per i fatti contestati in sede penale sia stata accertata la responsabilità per grave negligenza in sede disciplinare.

L’emendamento verrà introdotto nel testo finale del ddl, a breve al vaglio dell’Assemblea della Camera dei Deputati dove troverà, senz’altro, pieno accoglimento.
Un risultato di portata storica che il SIC ha da sempre voluto e sostenuto.
Finalmente lo Stato ha scelto di stare dalla parte delle Forze dell’Ordine.

Fluminimaggiore, 11 Luglio 2024

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Le legittime aspirazioni professionali del Carabiniere cessano al compimento dei 45 anni perché considerato “vecchio”

Fluminimaggiore, 10 Luglio 2024

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Le legittime aspirazioni professionali del Carabiniere cessano al compimento dei 45 anni perché considerato “vecchio”.

Nell’esclusivo interesse di tutelare il benessere ed i diritti dei nostri Associati, il Sindacato Indipendente Carabinieri segnala che, da diversi anni, il conseguimento di specializzazioni, corsi e impieghi in determinati Reparti, vengono preclusi al personale che ha raggiunto i 45 anni e, talvolta, addirittura i 42 anni.

Premesso che il futuro pensionistico stia gradualmente lievitando, è fortemente irragionevole limitare le aspirazioni professionali dei Carabinieri, assoggettandoli ad un requisito anagrafico che non è assolutamente utilizzabile quale riferimento di efficienza e/o produttività.

Le aspirazioni professionali costituiscono stimolo ed incontenibile serenità psicofisica per il Carabiniere.

E’ doveroso fare osservare che, talvolta, le modalità con le quali vengono spesso prescelti alcuni Colleghi rispetto ad altri, risultano essere celati da stranezze oggettive (pochi anni di servizio, note caratteristiche non apicali o con assenza di ricompense).

Proprio a causa di queste stranezze alcuni Colleghi, malgrado siano professionalmente referenziati, anche e soprattutto sull’esperienza diretta, impiegano qualche anno in più rispetto ad altri per coronare la propria aspirazione professionale.

La Costituzione, madre di tutte le fonti del diritto, agli artt. 3 e 5 difende l’uguaglianza sociale e la tutela del lavoro, non ponendo alcun limite anagrafico al cittadino.

Appare pertanto, consequenziale che qualsiasi Carabiniere, collocato nella posizione di “abile al servizio incondizionato”, non debba essere ridimensionato al solo impiego territoriale delle Stazioni.

Inoltre, sentirsi discriminato per un illogico range anagrafico, genera profondo malessere psicofisico nei confronti di coloro che vogliono ancora elevare il proprio livello professionale, apportando tra l’altro la propria importantissima ed essenziale esperienza acquisita, in quei Reparti in cui l’anziano può costituire soltanto saggezza, guida e capacità di analisi.

Inoltre occorre fare disamina oggettiva di questo irragionevole orientamento amministrativo.

Se si dovesse applicare questa direttiva si chiede il perché, poi, determinati Colleghi possano continuare a restare in quei Reparti, ormai destinati solo ai cosiddetti giovani, nonostante abbiano raggiunto età superiori ai 45 anni?
Per di più appare estremamente contraddittorio considerare “gli anziani” idonei soltanto alle Stazioni.

Laddove in questi Reparti, Militari ultracinquantenni vengono costantemente impiegati in servizi esterni, anche in arco serale e notturno, di O.P. e in complesse attività di polizia giudiziaria, senza alcuna limitazione, mentre lo stesso Militare viene giudicato inidoneo a ricoprire incarichi in Reparti Speciali ove sovente viene richiesto un minore impegno fisico.

Questo irrazionale orientamento porterebbe ad avere Stazioni con personale over 45, collocando i “giovani” in posti d’élite anche senza essere in possesso della necessaria esperienza territoriale.

Chiediamo a chi ha potere decisionale di eliminare immediatamente il limite anagrafico de quo in quanto contro i fondamenti della Costituzione Italiana auspicando un percorso collaborativo teso ad evitare di ricorrere alle opportune sedi, chiedendo ingenti indennizzi da parte di chi ad oggi è stato intenzionalmente e dolosamente collocato in forzata “fine carriera professionale” da un determinato orientamento direttivo.

Fiducioso in un Suo autorevole intervento correttivo, formulo ossequiosi saluti.

 

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Continua il ciclo di assemblee SIC su tutto il territorio nazionale

Proseguono, anche nel mese di luglio, gli incontri del SIC con le colleghe ed i colleghi interessati a conoscere il nostro progetto sindacale e a discutere insieme
sulle tematiche di maggiore interesse riguardanti la professione di Carabiniere.

I prossimi appuntamenti:
Compagnia Alghero (SS) – 12.07.2024 – dalle ore 10.00 alle ore 12.00;
Compagnia Porto Torres (SS) -13.07.2024 -dalle ore 10.00 alle ore 12.00;
Compagnia Bono (SS) – 17.07.2024 – dalle ore 10.00 alle ore 12.00;
Compagnia Tempio P. (SS) – 18.07.2024 – dalle ore 10.00 alle ore 12.00;
Compagnia Ottana (NU) – 19.07.2024 – dalle ore 10.00 alle ore 12.00.

Maggiori informazioni nella locandina allegata.

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Efferata rapina a Sassari, colpi esplosi contro i Carabinieri. Improcrastinabile inasprire pene e incrementare organici e dotazioni delle Forze dell’Ordine. Lettera al Ministro della Difesa

Fluminimaggiore, 29 giugno 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA
On. Guido Crosetto
e p.c.
AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Efferata rapina a Sassari, colpi esplosi contro i Carabinieri.
Improcrastinabile inasprire pene e incrementare organici e dotazioni delle Forze dell’Ordine.

Signor Ministro,
nella serata di ieri 28 giugno 2024, otto uomini armati, hanno rapinato la sede dell’Istituto di Vigilanza Mondialpol di Sassari, asportando un ingente somma di denaro custodita nel caveau.

Una rapina pianificata nei minimi dettagli da soggetti estremamente pericolosi.
Prima dell’assalto all’Istituto, i rapinatori hanno incendiato diverse auto abbandonate al centro delle maggiori arterie stradali adiacenti all’obiettivo individuato, allo scopo di rallentare i veicoli delle Forze di Polizia.

Gli automobilisti in transito hanno assistito atterriti all’efferata azione di inaudita violenza da parte dei rapinatori.

Per assicurarsi la fuga, i banditi hanno esploso numerosi colpi d’arma da fuoco contro un equipaggio della Sezione Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Sassari.
Fortunatamente i colpi esplosi hanno attinto il parabrezza antiproiettile della Giulietta dei Carabinieri, evitando l’uccisione dei nostri Colleghi, che sono rimasti miracolosamente illesi.

Nelle provincie di Sassari, Nuoro e Oristano è scattato il piano anti rapina con posti di blocco ovunque.

Nel momento in cui scriviamo, tutte le Forze di Polizia sono sulle tracce del commando con numerose pattuglie. Elicotteri della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri si sono levati in volo per coadiuvare le ricerche delle autopattuglie.
Anche in occasione di questo efferato reato, le Donne e gli Uomini in divisa dell’Arma dei Carabinieri sono intervenuti massicciamente, senza limiti temporali, dimostrando un altissimo senso del dovere e profonda abnegazione.

In più occasioni, il SIC ha evidenziato l’impareggiabile impegno delle Forze dell’Ordine che, tuttavia, non è al momento sufficiente a migliorare il sistema Sicurezza, che richiede invece un immediato intervento in termini di incremento degli organici, considerata la forte crescita dei fenomeni delinquenziali.
Il SIC ha, altresì, chiesto un rinnovato impegno di collaborazione interistituzionale per il miglioramento delle condizioni di lavoro degli appartenenti alle FF.PP. e la creazione di tavoli tecnici permanenti in cui studiare gli interventi da attuare per accrescere la sicurezza.

Occorre, senza ulteriore indugio, rinnovare i veicoli in dotazione alle Forze di Polizia.
Allo stato attuale, non tutti i veicoli sono dotati di sistemi di sicurezza passiva che garantiscano la totale incolumità dei Servitori dello Stato in occasione di sparatorie.

LA SICUREZZA DI COLORO CHE TUTELANO LO STATO NON HA PREZZO O COLORE POLITICO.

Il SIC esprime vicinanza all’equipaggio dei Carabinieri intervenuti che sono stati bersaglio della violenta azione di fuoco da parte dei rapinatori.
Un plauso a tutte le Forze di Polizia che, in perfetto coordinamento e sinergia, hanno dimostrato piena efficienza ed una presenza attiva sul territorio.

Il SIC si rivolge a Lei, On. Guido CROSETTO, perché il Governo si attivi celermente per migliorare gli equipaggiamenti in uso alle Forze di Polizia e per l’inasprimento delle pene per i reati predatori operati con violenza e per ogni aggressione contro i Servitori dello Stato.

Colgo l’occasione per formulare un deferente saluto.

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