Posada (NU), grave atto intimidatorio a danno di un Carabiniere. Solidarietà del SIC

Nelle prime ore dell’alba di oggi, a Posada (NU), è stato compiuto un attentato dinamitardo in danno dell’autovettura privata di un Carabiniere che presta servizio nella Compagnia di Siniscola.

La deflagrazione ha totalmente distrutto il veicolo e danneggiato altri due mezzi parcheggiati nelle immediate vicinanze.

Si tratta dell’ultimo, in ordine temporale, di una serie di atti intimidatori contro appartenenti alle Forze di Polizia che, negli ultimi mesi, si stanno verificando nel territorio della Baronia.

Qui si registra una recrudescenza di fenomeni delinquenziali che destano grave allarme sociale e che hanno portato all’intensificazione dei servizi di contrasto ai reati predatori e al traffico di sostanze stupefacenti e psicotrope.

Il SIC condanna questo atto esecrabile, che non fermerà certamente il lavoro che i Carabinieri svolgono quotidianamente al servizio della Collettività, e per il quale hanno, da sempre, ottenuto la stima e l’affetto del popolo sardo.

Il SIC esprime al Collega la propria vicinanza e solidarietà ed ha già messo a sua disposizione tutte le figure professionali presenti nella nostra Organizzazione Sindacale.

Fluminimaggiore, 1 febbraio 2025

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Emendamenti al Dl Sicurezza, più libertà alla violenza…

Emendamenti Dl Sicurezza, stretta sulle Forze dell’Ordine:
Chi perquisisce senza trovare nulla dovrà giustificarsi.
Identificazione obbligatoria nei cortei degli Operatori di Polizia.

PIU’ LIBERTA’ ALLA VIOLENZA

Due proposte di modifica al DDL n. 1236 (DL Sicurezza) presentate da un gruppo di senatori guidati da Magni, De Cristofaro, Cucchi e Aurora Floridia, tendono a ridefinire le regole di gestione dell’ordine pubblico e le perquisizioni d’iniziativa da parte della Polizia Giudiziaria.

Le modifiche interessano il Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza del 1931, con l’abrogazione esplicita degli articoli 21 e 23 ed il codice di procedura penale.
La proposte, qualora fossero approvate, modificheranno l’attuale impianto normativo con evidenti ripercussioni sulla gestione da parte delle Forze dell’Ordine delle criticità che, con frequenza, si verificano nel corso di manifestazioni di piazza.

Appare evidente che le finalità degli emendamenti siano volte a delegittimare i poteri attualmente conferiti dalla normativa vigente agli Operatori di polizia.
Le proposte aprono ampi margini di riflessione sulle future funzionalità operative dei Tutori dell’ordine pubblico.

La proposta vorrebbe “inficiare” qualsiasi provvedimento coercitivo che si renda necessario per il ripristino delle condizioni di sicurezza qualora si vengano a creare tumulti o disordini che sono altamente lesivi della pacifica convivenza dei cittadini.

Lo Stato è titolare esclusivo del potere coercitivo in quanto portatore di interessi generali.
In nome di finalità generali, lo Stato è autorizzato ad usare il potere della ” forza pubblica” che trova la sua espressione più pragmatica nelle Forze di Polizia, a cui viene affidato il gravoso compito di ripristinare la sicurezza pubblica ogniqualvolta questa venga minacciata.

Il SIC ritiene inaccettabile che le Forze dell’ordine intervengano nei tumulti PRIVATI di qualsiasi strumento di autotutela e/o di contrasto per difendersi e fronteggiare le violente aggressioni operate da gruppi di facinorosi.

L’emendamento prevede che le Forze di Polizia ricorrano all’uso delle armi in dotazione in occasioni di sommosse e tafferugli non prima di essere stati aggrediti con strumenti altamente letali da parte di gruppi di violenti e solo dopo avere escluso il coinvolgimento di manifestanti disarmati.

Questo emendamento assume connotazioni di irrazionalità per la tipologia dei servizi di sicurezza da attuare e per il grave pericolo a cui verrebbero esposte gli Operatori di polizia.
Tale proposta delegittima l’esercizio del potere punitivo dello Stato nei confronti di chiunque si renda responsabile di gravi atti di violenza contro i cittadini inermi e le Forze di polizia.
La prima proposta (20.0.1) stabilisce che le riunioni pubbliche potranno essere sciolte solo in presenza di atti che mettano concretamente in pericolo la sicurezza dei cittadini o in caso di delitti. L’intervento dovrà essere preceduto da avvisi tramite megafoni e cartelli luminosi visibili da 200 metri.

Le forze dell’ordine dovranno isolare i responsabili degli atti illegali evitando l’uso della forza contro chi fugge, salvo identificazione certa dei colpevoli.
Il testo dell’emendamento vieta I’ utilizzo di gas nocivi e armi da fuoco durante le operazioni di scioglimento.

Le armi da fuoco potranno essere impiegate esclusivamente contro soggetti che ne abbiano fatto uso per primi, e solo in assenza di rischi per terzi.
Un emendamento studiato per limitare oltremodo l’operato delle Forze di Polizia.

Una ulteriore proposta riguarda le perquisizioni d’iniziativa da parte della Polizia Giudiziaria. Nella proposta viene chiesto di avviare una inchiesta a carico dell’ufficiale di polizia giudiziaria responsabile di perquisizioni senza mandato risultate infruttuose.

Tale proposta contrasta con quanto prescritto dall’art. 55 c.p.p. che sancisce: la Polizia Giudiziaria deve, anche di propria iniziativa, prendere notizia dei reati, impedire che vengano portati a conseguenze ulteriori, ricercarne gli autori, compiere gli atti necessari per assicurare le fonti di prova e raccogliere quant’altro possa servire per l’applicazione della legge penale.

I mezzi di ricerca delle fonti di prova o delle prove mediante le perquisizioni d’iniziativa di cui agli art. 41 T.U.L.P.S. e art. 4 della Legge 22 Maggio 1975, n. 152 hanno consentito di sconfiggere il terrorismo “negli anni di piombo” in cui si verificò una estremizzazione della dialettica politica che produsse violenze di piazza e lotta armata.
Ricordiamo che , qualora la perquisizione risulti arbitraria, perché è stata eseguita in assenza dei presupposti che la legittimano e quindi abusando dei poteri inerenti alle funzioni di ufficiale ed agente di P.G. ricorre il reato di perquisizione abusiva di cui all’art. 609 c.p..

La seconda proposta (20.0.2) obbliga le forze dell’ordine a indossare l’uniforme durante i servizi di ordine pubblico. Ogni casco dovrà riportare una sigla identificativa univoca su tre lati. L’inosservanza comporterebbe la reclusione da tre mesi a un anno, con aggravanti per l’uso di equipaggiamento non autorizzato o modificato.

E’ prevista l’istituito di un registro aggiornato per tracciare I ‘assegnazione dei caschi. È vietato l’utilizzo di:
• Equipaggiamento d’ordinanza modificato
• Protezioni che impediscano l’identificazione; – Strumenti non previsti dai regolamenti
• Armi non autorizzate;
• Indumenti non conformi.

In tempi estremamente violenti in cui viviamo, ci chiediamo il perché si voglia limitare l’operato delle Forze di polizia. Delegittimare i poteri attualmente conferiti agli Operatori di polizia espone a grave pregiudizio i valori costituzionali della democrazia e della libertà, incitando l’anarchia ed il caos.

IL SIC E’ INDIGNATO

Fluminimaggiore, 28 gennaio 2025

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Nasce la Federazione Sindacale Carabinieri

All’indomani di un contratto tanto atteso quanto insoddisfacente per molti Carabinieri, le sigle sindacali ASSOMIL, MOSAC, SAC, SIAC, SIC, SIULM CC e SMAC hanno deciso di unire le proprie energie per dare maggiore incisività alle future contrattazioni in una concreta forma di tutela dei diritti del Carabiniere.

Per questo nasce “FSCFederazione Sindacale Carabinieri”, che si propone di essere una casa sicura in cui ogni carabiniere possa tornare a sentirsi davvero come in una grande famiglia.
Una parte sociale realmente autonoma per ottenere risultati veri e concreti e consentire una valutazione libera e indipendente delle azioni sindacali necessarie per migliorare il benessere, la sicurezza e la salute dei Carabinieri.

FSC è una realtà aperta ad ogni sindacato dell’Arma, opera con voce unica nelle fasi contrattuali ed al contempo lascia autonomia di movimento alle singole sigle che perseguiranno i propri scopi in totale libertà.

Queste, insieme a tante altre legittime rivendicazioni sono solo alcune delle priorità che la FSC si propone di affrontare, con il supporto di ogni Carabiniere.

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Le Forze dell’Ordine non devono mai essere uno strumento per lotta politica

Fomentare l’odio verso le Forze di Polizia e delegittimarne le funzioni produce il caos e genera anarchia e terrore.

Il SIC non smette di denunciare pubblicamente l’aumento esponenziale di aggressioni in danno delle Forze dell’Ordine.

L’avere fomentato tanto odio ha provocato disordini ed un allarmante aumento di comportamenti lesivi del Diritto.

Non fermarsi all’alt imposto dalle Forze dell’Ordine nel corso dei servizi di Polizia è sempre più frequente.
A Eboli, due giorni fa, un automobilista è stato denunciato per aver forzato un posto di blocco, questa volta della Polizia municipale.
A Giulianova, tre giorni fa, un ragazzo di origini albanesi, un minore di 17anni, è stato arrestato dopo non essersi fermato ad un posto di controllo.
Il giovane guidava una Bmw rubata. Le Forze dell’Ordine hanno dovuto tallonare per chilometri il diciassettenne e sono riusciti a fermare la fuga solo nei pressi di un cavalcavia. Adesso il giovane è in un carcere minorile.

Nelle settimane successive al caso Ramy, sono stati segnalati numerosi casi di forzatura o superamento di posti di blocco a Battipaglia, a Catania, a Ragusa (in questa circostanza alla guida c’era addirittura un quindicenne), a Varese, a Jesolo, in provincia di Rieti, a Egna, a Genova, a Settimo torinese e così via.

Le forze dell’ordine non possono essere esposte a continui rischi per comportamenti che violano apertamente le leggi.
Dichiarazioni, talvolta avventate, rilasciate da esponenti politici o istituzionali, hanno contribuito a diffondere una percezione distorta dell’operato dei Servitori dello Stato in divisa.
Le Forze dell’Ordine rischiano la loro vita per la sicurezza dei cittadini ed è inaccettabile che esponenti politici continuino ad attaccarle e screditarle.

Il SIC chiede che venga approvato immediatamente il Ddl sulla Sicurezza per porre fine a questa escalation di violenza.

L’incitazione a disobbedire alle Leggi favorisce il proliferare di movimenti anarco-insurrezionalisti e l’inevitabile consumarsi di atti di terrorismo che intimoriscono gravemente la popolazione e destabilizzando gravemente le Istituzioni del Paese.

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Solidarietà ai Carabinieri, alle Forze dell’Ordine e ai Vigili del Fuoco coinvolti negli scontri a Napoli

(comunicato della Segreteria Generale Regionale SIC Campania)

Il Sindacato Indipendente Carabinieri condanna con fermezza i gravi episodi di violenza verificatisi a Napoli nella notte tra il 16 e il 17 gennaio 2025, durante la ricorrenza di Sant’Antonio Abate. Le Forze dell’Ordine e i Vigili del Fuoco sono stati oggetto di lanci di sassi, bottiglie di vetro e bombe carta, con mezzi danneggiati e operatori esposti a gravi rischi.

A tutti loro va il nostro pensiero e la nostra profonda riconoscenza per l’impegno e il senso del dovere dimostrati in una situazione così critica. È inaccettabile che coloro che lavorano quotidianamente per garantire la sicurezza e la protezione della collettività siano vittime di violenze così gravi e ingiustificate.

Questi episodi non rappresentano solo un attacco diretto agli operatori sul campo, ma minano anche i valori fondamentali di Legalità e rispetto su cui si basa la nostra società. Il Sindacato ribadisce il proprio impegno a supportare tutti gli appartenenti alle Forze dell’Ordine e i Vigili del Fuoco coinvolti, offrendo loro ogni forma di sostegno necessario, sia morale che legale.

Il Segretario Generale Regionale SIC Campania
Massimiliano Monaco

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Morte Ramy Elgaml, Pettineo (SIC): ‘La verità giudiziaria ha trionfato sulle accuse diffamatorie’

“Abbiamo appreso con soddisfazione dall’ANSA che i PM di Milano, incaricati di svolgere le indagini sulla morte di Ramy Elgaml, non hanno rilevato violazioni nelle modalità esecutive dell’inseguimento operato dai nostri Colleghi il 24 Novembre scorso”.

“I Magistrati hanno accertato che le pattuglie del Nucleo Radiomobile di Milano si sono attenute a quanto prescritto dall’art. 55 C.P.P., ribadendo che l’inseguimento è un atto dovuto da parte della Polizia Giudiziaria”.

“Il SIC ha sempre riposto nella Magistratura la massima fiducia e siamo certi che verrà acclarata, oltre ogni ragionevole dubbio, la reale dinamica dei fatti e le relative responsabilità”.

“Come abbiamo sempre sostenuto, i giudizi affrettati dei non “addetti ai lavori”, peraltro non supportati da elementi certi ed incontrovertibili, danneggiano l’onorabilità ed il prestigio dell’Arma dei Carabinieri e dei suoi appartenenti”.

“Fomentare l’odio verso le Forze di Polizia attraverso dichiarazioni non veritiere è assolutamente deplorevole e getta benzina sul fuoco di tensioni che spesso sfociano in violenze di piazza”.

“Il SIC ringrazia tutti i Carabinieri che quotidianamente svolgono, con dedizione ed abnegazione, il loro servizio a favore della Collettività, per tutelarne la libertà ed i diritti garantiti dalla Costituzione”.

Lo dichiara il Segretario Generale del SIC, Luigi Pettineo.

La Segreteria Generale del SIC

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Tutela penale per gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, miope e prematuro criticare prima di capire in cosa consisterà

In questi giorni si parla molto del cosiddetto “scudo penale” per le Forze dell’Ordine, ovvero una norma allo studio del Governo per tutelare gli operatori di Polizia nell’ambito di procedimenti connessi alla loro attività professionale.

Attraverso i quotidiani nazionali, abbiamo appreso che alcuni Sindacati di Polizia e dei Carabinieri sono contrari a questa iniziativa, adducendo come motivazione che porre la Polizia su un altro piano rispetto alla Legge ne minerebbe la credibilità…

Per non parlare delle critiche piovute da alcuni schieramenti politici, che hanno gridato al rischio di una Polizia libera di agire impunemente.

Riteniamo che tutte queste posizioni siano figlie, nel migliore dei casi, di valutazioni frettolose e basate su una conoscenza approssimativa dei fatti.

Il Governo non ha ancora reso noto né i contenuti né i tempi di attuazione del provvedimento in questione e, pertanto, condannare a priori tale iniziativa, finalizzata a tutelare chi quotidianamente rischia la vita per fronteggiare questa dilagante e preoccupante violenza che asserraglia le città italiane, è miope ed inutile.

Come precisato nel comunicato di ieri, il SIC – SINDACATO INDIPENDENTE CARABINIERI non chiede l’impunità per i Carabinieri.

Ma, al tempo stesso, saluta con entusiasmo qualunque iniziativa che tuteli i nostri colleghi dai calvari cui troppo spesso sono sottoposti a causa di “atti dovuti”, che la magistratura deve far scattare automaticamente anche laddove è palese il corretto operato degli Agenti.

Questa “tutela giuridica riservata alle Forze di Polizia”, attualmente sottoposta al vaglio dei Tecnici del Governo, rappresenterà uno strumento che offre maggiore serenità gli Operatori di Polizia, allorquando sono costretti ad operare in situazioni di emergenza, adottando soluzioni estreme in tempi rapidi per la gravità degli accadimenti.

Il SIC si è espresso favorevolmente all’attuazione della eventuale “TUTELA LEGALE” in favore degli appartenenti alle Forze dell’Ordine, chiedendo, però, che sia emanato un decreto ad hoc, evitando di inserirlo nel Ddl Sicurezza, per non rallentarne i tempi di attuazione.

“Nessuno è al di sopra della Legge.
Alla base della democrazia due colonne stanno, entrambe salde: la libertà e la giustizia”. (Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella)

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Professoressa arrestata a Castellammare di Stabia per abusi sugli studenti. L’Arma sempre in prima linea per la tutela dei minori

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri esprime profondo apprezzamento per l’eccezionale professionalità dimostrata dai militari del Comando Provinciale di Napoli, impegnati nell’operazione che ha portato all’arresto di una professoressa di Castellammare di Stabia, accusata di comportamenti gravemente inappropriati nei confronti degli alunni.

L’operato dei Carabinieri, ancora una volta, si conferma essenziale per la salvaguardia della sicurezza e della dignità delle fasce più vulnerabili della popolazione, in questo caso i minori. Attraverso un’indagine condotta con determinazione e sensibilità, i colleghi hanno contribuito a fare luce su una vicenda che ha scosso profondamente l’intera comunità.

Questo intervento rappresenta la vera anima dell’Arma dei Carabinieri, impegnata quotidianamente con sacrificio e senso del dovere per garantire giustizia, sicurezza e protezione alla popolazione, in particolare ai più deboli. È importante sottolineare che episodi come questo testimoniano i valori autentici che guidano i Carabinieri, lontani dalle polemiche ingiuste e generalizzazioni emerse negli ultimi giorni.

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri si schiera con forza al fianco dei Carabinieri che, quotidianamente e con grande dedizione, affrontano situazioni complesse e delicate per proteggere i cittadini.

Riaffermiamo i valori di integrità, onore e servizio che contraddistinguono l’Arma, consapevoli che l’impegno dei nostri colleghi è un baluardo fondamentale per la sicurezza e il benessere della comunità.

Napoli, 16 gennaio 2025

Il Segretario Generale Regionale SIC Campania
Massimiliano Monaco

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Manifestazioni violente, Decreto Sicurezza e “scudo penale”, il SIC in diretta a “4 di sera” su Rete 4

Ieri sera il SIC è stato ospite del programma di approfondimento “4 di sera”, su Rete4, per commentare le violenze perpetrate ai danni delle Forze dell’Ordine durante le manifestazioni degli ultimi giorni.
Il SIC ha chiarito in modo categorico che i Carabinieri sono nelle piazze per difendere la libertà dei cittadini perbene a manifestare pacificamente e non per comprimerne i diritti costituzionalmente garantiti.
Siamo stufi di vedere attaccate le Forze dell’Ordine e non chi contravviene alle leggi dello Stato.
In questo Paese i delinquenti non sono gli appartenenti alle Forze di Polizia.
Il SIC, nel rispetto della dignità di ogni essere umano, ha chiesto che l’Operatore di Polizia non venga esposto a gogna mediatica e giudiziaria, affidando esclusivamente alla Magistratura il potere di giudicare.
L’istigazione all’odio, spesso fomentata da una comunicazione becera, faziosa ed ideologica, continua a pagare un alto prezzo di vite umane e determina il decadimento valoriale della giustizia e della sicurezza nel nostro Paese.
Riguardo l’ipotesi dello “scudo giudiziario”, è stato chiarito che i Carabinieri non invocano l’impunità rispetto ad eventuali condotte illecite, ma l’applicazione delle norme che prevedono l’esclusione della punibilità quando ricorrono cause di giustificazione quale l’adempimento del dovere per la salvaguardia l’incolumità dei cittadini.

Fluminimaggiore, 15 gennaio 2025

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Non siamo noi i delinquenti in questo Paese

Le cronache giudiziarie offrono, quotidianamente, una visiona chiara della ineluttabile realtà che sta vivendo il nostro Paese.
Un messaggio distorto del vivere sociale in cui prevale la legge del più forte nella giungla quotidiana delle nostre metropoli.

Chi delinque non viene perseguito e questo decadimento della giustizia ha irreversibilmente provocato l’esponenziale aumento dei reati predatori e violenti.
La strumentalizzazione mediatica indebolisce l’ordinamento giudiziario.

Le Forze di Polizia stanno subendo continue vessazioni mediatico-giudiziarie che influiscono negativamente le valutazioni che l’Operatore di Polizia deve assumersi ogniqualvolta è chiamato ad intervenire per ripristinare la legalità.

Variabili che ad oggi vedono coinvolti esclusivamente le Forze di Polizia che, non dimentichiamolo, costituiscono uno dei poteri esecutivi dello Stato Italiano con impieghi di contrasto alla criminialità di ogni genere.
Siamo certi che alcuni orientamenti preferirebbero un morto o ferito tra le nostre fila, mirando ad interpretare battipetti scenografici ai fini mediatici ma di cui non percepirebbero alcun dolore, ma questo Sindacato è ormai stanco di dover rincorrere attenzioni politiche volte ad ottenere un lecito riconoscimento operativo giudiziario efficace al sereno contrasto alla delinquenza.

Stranamente ancora oggi, assistiamo a vere persecuzioni giudiziarie nei confronti dei Colleghi per ignote finalità, a nostro parere diverse dall’importante contrasto alla delinquenza.
Tutto ciò rende particolarmente difficile e talvolta impossibile, affrontare determinati organizzazioni a discapito delle persone perbene che vedono l’insediarsi dell’arroganza delinquenziale ovunque, senza però subIre importanti azioni giudiziarie serie ed efficaci.

Probabilmente chi di dovere sottovaluta gravemente ciò che sta accadendo alla gente comune che non ha più vita facile in questa società sempre più in balìa della delinquenza di ogni tipo. Una situazione di fatto che sfocerebbe in una conseguenziale e pericolosa giustizia privata.
Tutte le Forze di Polizia continueranno ad adempiere al proprio dovere istituzionale con impagabile sacrificio ma è umanamente comprensibile che questa situazione possa provocare incertezze operative che potrebbero sfociare in gravi episodi.

Un appartenente alle Forze di Polizia ha il sacrosanto diritto a non vedersi distruggere la propria vita personale, familiare, economica e di carriera, esclusivamente perchè vuole assicurare un delinquente alla giustizia.

Spesso ci si interroga sul valore che ci viene attribuito dai cosiddetti grandi di questo Paese e quasi sempre non sfugge la sensazione che per seguire un’ideologico e pericoloso orientamento un Carabiniere o Poliziotto morto e/o ferito costituisce un sacrificio da potersi permettere.
Un sacrificio invece che costituisce una grave perdita per i familiari di quel Collega troppo importante ed essenziale per immolarlo ad un ideale che però ne calpesta il credo con il proprio quotidiano ed irrispettoso interessamento mediatico giudiziario.

Ognuno di Noi è stanco delle false vicinanze mostrate soltanto sui media perchè in realtà, quando vengono spenti i riflettori di quel palcoscenico Noi Forze di Polizia restiamo sempre soli con la nostra sempre più difficile professione.

La sicurezza è divenuta ormai un rarissimo lusso di cui tutti, indistintamente, devono poterne godere, perché ricordiamolo, non solo per enfatiche citazioni, la Costituzione riconosce a chiunque un’eguaglianza che esula dalla propria appartenenza sociale.
E’ inspiegabile quanto avviene in determinati Uffici che riconoscono pieni diritti ai delinquenti privandoli alle vittime di reato o a chi rischia la propria preziosissima vita affinché quella degli altri possa goderne una serena e sicura.

Un grande maestro di vecchi e saldi principi civici, nei suoi insegnamenti, faceva osservare che per comprendere le conseguenze delle proprie azioni ci si dovrebbe collocare dalla parte di chi ne è destinatario.

I tempi sono notevolmente maturi a porre l’attenzione agl’infiniti messaggi di impunità giudiziaria che la becera delinquenza sta interpretando come conquista sociale. Questa pericolosa condizione diventa un proclama di libertà criminale già di loro motivate da irragionevole arrogante grandezza.
Un’autovettura di servizio, che prima costituiva già un deterrente, oggi invece costituisce lo strumento per ingrandire la propria affermazione criminale nella scellerata condivisione mediatica di reels in cui si maltrattano o si affrontano pesantemente Colleghi in strada, mentre danneggiano caserme e vetture di servizio.

Ricordiamo che oltre alle Forze di Polizia anche altre figure di questo Paese hanno l’obbligo di evitare il compimento di ulteriori reati altrimenti saranno ugualmente responsabili delle gravi conseguenze che si stanno palesando alle porte di questo pericolosissima escalation di inaudita violenza.

Non lasciamo alto il senso di impunità giudiziaria riconoscendo diritti al delinquente e privandoli a chi intende assicurarli alle sapienti mani della giustizia perchè costituirà delirante onnipotenza criminale.

Probabilmente in questa Babilonia di contrapposti orientamenti a qualcuno sfugge un particolare che non è assolutamente da sottovalutare ovvero che “non sono le Forze di Polizia i delinquenti in questo Paese”.

Il Segretario generale Regionale SIC Lazio
Antonio De Prizio

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