Sisma 2016 nelle Regioni del Centro Italia. Il SIC denuncia le gravi condizioni lavorative in cui operano i Carabinieri

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA
On. Guido Crosetto
ROMA

OGGETTO: Sisma 2016 nelle Regioni del Centro Italia. Il SIC denuncia le gravi condizioni lavorative in cui operano i Carabinieri.

Il Sindacato Indipendente Carabinieri, nell’esclusivo interesse di tutelare la salute ed il benessere dei propri Associati, sottopone alla sua attenzione la seguente problematica.

Nelle aree colpite dal sisma nel 2016 (Abruzzo, Umbria, Marche e Lazio) molte Caserme dei Carabinieri sono ancora ripiegate in M.A.P. (Modulo Abitativo Provvisorio), con condizioni alloggiative che rendono sicuramente “disagiata” la permanenza dei Militari in questi Reparti.

A solo titolo cognitivo, segnaliamo che nell’ambito del Comando Provinciale Carabinieri di Macerata, i Comandi Stazione ripiegati nei M.A.P. sono:

– Comando Stazione Carabinieri di Caldarola;

– Comando Stazione Carabinieri di Visso;

– Comando Stazione Carabinieri di Valfornace;

– Comando Stazione Carabinieri di Ussita;

– Comando Stazione Carabinieri di Fiastra.

I M.A.P. di un Comando Stazione Carabinieri sono costituiti da: una piccola stanza
adibita all’ufficio del Comandante che viene condivisa con gli Addetti; un piccolissimo spazio riservato al Militare di servizio alla caserma; un locale di ridottissime dimensioni adibito a sala di attesa; un minuscolo punto cottura ed un bagnetto in condivisione tra i Militari ed il pubblico.

Per i militari accasermati vi è un M.A.P. separato dal modulo destinato al Comando Stazione, che viene adibito esclusivamente ad alloggi del personale celibe (due camerette e un bagnetto).

I moduli sono in ferro con coibentazione.
Disgraziatamente risultano essere freddi in inverno e caldi per l’estate. Per ottimizzare le temperature all’interno è necessario tenere sempre in funzione gli split dell’aria condizionata.

Non vi è difesa passiva che garantisce l’incolumità del personale che opera nel M.A.P. che sono sprovvisti di recinsione perimetrale.
Non vi è sistema di videosorveglianza.
Le autovetture di servizio sono lasciate parcheggiate nelle vicinanze dei moduli senza alcuna protezione.

Questi Comandi Stazione sono rimasti a forza minima di tre unità (Comandante e due Militari).

I Comandanti in queste Stazioni Carabinieri rimangono per brevi periodi per la carenza di idonee strutture alloggiative.

Alcune Amministrazioni Comunali hanno concesso ai Comandanti di queste Stazioni Carabinieri un alloggio attraverso le SAE (Situazioni Alloggiative di Emergenza) dove non hanno preferito portare le proprie famiglie sia per il disagio alloggiativo, sia per la mancanza di socialità in quanto le S.A.E. sono ubicate in zone disabitate perché le persone si sono allontanate al momento dell’emergenza per sistemarsi in luoghi più confortevoli, al fine fi riacquistare la serenità che hanno perso nell’evento calamitoso del sisma.

Il disagio del personale che opera in queste zone è logorante e di difficile sopportazione.

I Militari sono demotivati.
Le Caserme sono ancora in attesa dell’avvio dei lavori di realizzazione/ristrutturazione.

Allo stato attuale non esistono sistemazioni alloggiative che possano alleviare il disagio che questi mirabili Servitori dello Stato affrontano quotidianamente.

Vi è una oggettiva difficoltà di alimentazione dei Reparti che operano nelle aree colpite dal sisma.

La presenza della Caserma in cui operano i Carabinieri consolida la presenza dello Stato, garantendo la vicinanza ai cittadini e la sicurezza in questi territori.

È doveroso restituire gratitudine a chi non ha mai abbandonato questi territori, perché nei momenti più difficili la presenza delle Forze dell’ordine non è mancata, sia nell’immediatezza dei primi soccorsi ma anche nell’attività di sorveglianza contro atti di sciacallaggio, fino al sostegno di fronte a tutte le difficoltà che hanno attraversato i cittadini dei territori colpiti dal sisma.

Realizzare nuove Caserme è un segnale di grande tenacia perché la devastazione che si è prodotta otto anni fa poteva essere mortale per questi territori.

La realizzazione di nuove Caserme potrà garantire a queste comunità dei presidi fondamentali.

Le nuove costruzioni, concepite secondo criteri di razionalizzazione degli spazi e capaci di assicurare la massima performance energetica, riguardano la sede di una Istituzione espressamente dedicata al servizio e alla tutela dei cittadini.

La ricostruzione dei presidi pubblici di legalità, testimonieranno che lo Stato non arretra e non abbandona i cittadini, garantendo un servizio di prossimità.

Negli anni a seguire l’evento calamitoso, tanti Carabinieri, per la mancanza di unità alloggiative, sono stati costretti a trasferirsi in altre regioni italiane per garantire al proprio nucleo familiare condizioni abitative dignitose.

In un primo momento, l’Arma dei Carabinieri ha premiato i Carabinieri che hanno prestato servizio nelle zone interessate dal sisma con un punteggio incrementale da utilizzare nei trasferimenti ambito Ge.tra nazionale.

La realizzazione di Caserme con alloggi di servizio in numero sufficiente ad ospitare le famiglie dei Carabinieri in servizio nelle aree colpite dal sisma offre garanzie per assicurare i quei territori una presenza massima di Operatori di polizia.

Questa APCSM chiede che vengano valutati incentivi per far affluire personale da altre regioni, andando a garantire un giusto turnover al personale che già opera da anni nelle zone colpite dal sisma.

Si potrebbe inserire la disponibilità all’impiego in queste aree, con l’attribuzione di punteggio incrementale.

Garantire punteggi incrementali nei concorsi interni in favore di chi opera nelle aree terremotate per l’immissione ai ruoli superiori.

Si potrebbe ricorrere ad interpellanze, a livello nazionale, anche per il personale “originario”, per la copertura delle vacanze organiche che favorirebbe anche l’afflusso di personale già conoscitore del territorio.

Siamo certi che Lei, On. Guido Crosetto, interverrà autorevolmente presso le competenti Autorità per la risoluzione delle criticità segnalate con la presente.

Con incondizionata stima.

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Plauso del SIC al Governo per avere incentivato la sicurezza presso gli scali ferroviari e metropolitane di Milano, Roma e Napoli

I recenti fatti di cronaca avvenuti nei pressi delle principali stazioni ferroviarie italiane hanno destato un grave allarme sociale con conseguente diminuzione della percezione di sicurezza tra i cittadini.

Ricordiamo le molestie a una ragazza sul treno regionale Milano-Bergamo, poi l’aggressione a una studentessa a pochi passi dalla stazione Termini di Roma, lo stupro nell’ascensore della stazione Centrale di Milano ai danni di una turista e la denuncia di alcuni albergatori del quartiere romano Esquilino che non possono più assumere donne per i turni di notte perché troppo pericoloso tornare a casa a fine turno.

Le aggressioni in prossimità delle stazioni ferroviarie di Milano, Roma, Napoli, ma anche Bologna, Firenze e Torino sono sempre più frequenti: furti, risse, rapine, minacce, percosse e violenze sessuali.

Luoghi diventati una zona franca, un terreno fertile per la criminalità, un pericolo per cittadini e viaggiatori.

Il bisogno di sicurezza è un’esigenza particolarmente avvertita nella nostra società, atteso che i fenomeni devianti, singoli e/o collettivi, hanno assunto una tale configurazione da ingenerare nell’opinione pubblica “una vera e propria paura del crimine ed il timore diffuso di potere essere vittimizzati”. Una reazione emozionale caratterizzata da un senso di pericolo e di ansietà prodotto dalla minaccia di un danno fisico e/o economico scaturente da un atto criminale.

La sicurezza è, a tutti gli effetti, un bene che il Governo deve produrre.

L’attuale Governo sta investendo grandi energie e risorse umane e tecniche, convogliandole verso l’ideazione e attuazione di un sistema di prevenzione e controllo del territorio caratterizzato dal perseguimento dei seguenti obiettivi fondamentali:

* Maggiore controllo del territorio attraverso il dispiegamento di più pattuglie;

* Diminuzione dei reati;

* Aumento della sicurezza.

L’opera di prevenzione, con un apparato di polizia diffuso e presente il più possibile sul territorio, ha un positivo e riscontrabile effetto di deterrenza verso le condotte devianti e conduce ad una sensibile diminuzione dei reati, ingenerando nell’opinione pubblica una maggiore sensazione di sicurezza e un fattivo spirito di collaborazione verso le Forze dell’Ordine.

Le politiche di sicurezza sono proiettate alla tutela dei cittadini rispetto alla percezione diffusa di insicurezza, proponendo come scopo principale quello di individuare le strategie idonee a ridurre questa sensazione.

Le politiche di prevenzione sono dirette ad impedire che siano commessi reati, ad aumentare e razionalizzare le risorse per una più incisiva vigilanza del territorio.

Tutelare, quindi, il cittadino dal rischio oggettivo di rimanere vittima di eventi criminosi.

La scelta di incentivare i controlli, con un maggiore dispiegamento di Operatori di polizia nelle Stazioni ferroviarie e nelle metropolitane di Milano, Roma e Napoli risulta essere la strategia vincente per incrementare la percezione di sicurezza, diminuire i fenomeni delinquenziali, così da migliorare la qualità di vita dei cittadini che vi abitano.

Il SIC si complimenta con il Governo per l’impegno sinora dimostrato per la Sicurezza nelle città italiane.

Fluminimaggiore, 6 agosto 2024

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Sicurezza, sì del Governo alle bodycam. Pettineo (SIC): ‘E’ strumento di tutela Forze Ordine e garanzia per i cittadini’

Fluminimaggiore, 2 AGO 2024 – “Apprendiamo con soddisfazione che il Governo ha approvato l’emendamento, inserito nel Ddl Sicurezza, relativo all’uso delle bodycam sulle divise degli operatori delle Forze dell’Ordine. Questo valido strumento assicurerà una maggiore tutela agli Operatori di Polizia e, allo stesso tempo, consentirà all’Autorità Giudiziaria di valutare con obiettività  il comportamento tenuto dagli Operatori di Polizia ed  acquisire elementi certi ed incontrovertibili su eventuali condotte illecite”. Così Luigi Pettineo, Segretario generale del Sindacato Indipendente Carabinieri, che prosegue: “Il nostro più sentito ringraziamento va a questo Governo, per il concreto impegno volto a migliorare la sicurezza nazionale. L’adozione della bodycam offrirà  maggiori tutele per i Servitori dello Stato rispondendo al contempo alla crescente richiesta di trasparenza da parte dei Cittadini.
Uno strumento di fatto imparziale, in grado di fornire prove inconfutabili ed inoppugnabili circa la condotta di “chiunque”, con riduzione, tra l’altro, dei tempi di giudizio nei Tribunali e riduzione dei costi di giustizia.
E conclude: “Rileviamo come, ancora una volta, questo Governo stia dimostrando di conoscere le reali difficoltà in cui operano quotidianamente le Donne e Uomini in divisa e di avere a cuore la necessità di questa Società di una Giustizia imparziale e rapida”.

 La Segreteria Generale SIC

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Il SIC presente alla visita del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri presso il Comando Compagnia Carabinieri di Quartu Sant’Elena (CA) e presso la caserma “Zuddas”, sede del Comando Legione Carabinieri Sardegna

Nel corso della mattinata odierna, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Teo Luzi, ha incontrato i Carabinieri della Compagnia di Quartu Sant’Elena e quelli in servizio presso il Comando Legione Sardegna.
In entrambe i momenti il Comandante ha riservato alcuni minuti per dialogare con le APCSM.
Presso la Compagnia Carabinieri di Quartu Sant’Elena era presente per il SIC il Segretario Regionale di Cagliari Andrea Chiatante.
Presso il Comando Legione Carabinieri Sardegna era presente per il SIC IL Segretario Regionale Sardegna del SIC Michele Tangianu.
Presente, inoltre, il Segretario Generale Nazionale del SIC Luigi Pettineo, schierato tra il personale del quadro permanente.
Il SIC rivolge un sincero ringraziamento al Comandante della Legione Carabinieri Sardegna, Gen. B. Stefano IASSON, per la disponibilità ed apprezzata apertura verso tutte le sigle sindacali operanti in Sardegna.

Bocciato l’emendamento che prevedeva l’introduzione di codici identificativi alfanumerici sulle divise delle Forze di Polizia

Lo scorso 24 luglio, l’emendamento al ddl Sicurezza che prevedeva l’adozione di un codice identificativo sulle divise e la bodycam per gli agenti delle forze dell’ordine impegnati nella gestione dell’ordine pubblico, nel corso ad esempio di manifestazioni o eventi, è stato respinto dalle commissioni riunite Giustizia e Affari Costituzionali.
Ogni anno, durante i servizi di ordine pubblico e di controllo del territorio, tantissimi Servitori dello Stato in divisa sono vittime di aggressioni, alcune delle quali efferate.
Qualcuno erroneamente crede di potere ridurre la violenza nelle manifestazioni di piazza “marchiando ” le divise ed i caschi delle Forze di Polizia con un codice alfanumerico.
Qualcuno ritiene di arrestare l’escalation di violenza che registriamo nelle strade delle città italiane con un semplice codice identificativo impresso sulle divise degli Operatori di polizia.
Con troppa leggerezza dimentichiamo la ferocia delle aggressioni operate in danno dei
Servitori dello Stato che non vengono adeguatamente tutelati.
L’attuale impianto normativo risulta essere anacronistico ed eccessivamente garantista per chi si rende responsabile di condotte altamente lesive del diritto che mirano a destabilizzare l’ordine e la sicurezza pubblica.
L’attenzione di alcuni politici si concentra su una immotivata esigenza di stampigliare dei codici alfanumerici sulle Divise, non preoccupandosi minimamente di indirizzare le energie nel contrasto delle innumerevoli condotte illecite a cui quotidianamente i cittadini assistono inermi.
Nessun Operatore di Polizia gode di immunità per comportamenti contrari alla Legge.
L’adozione di un codice identificativo espone inevitabilmente il Servitore dello Stato a rappresaglie e ad atti di ritorsione, rendendolo un bersaglio facilmente raggiungibile di azioni criminali e, in alcune aree geografiche, particolarmente sensibili sotto il profilo dell’ordine e sella sicurezza pubblica, a causa della massiva presenza di sodalizi criminosi, anche di matrice eversiva.
Per tutelare la sicurezza dello Stato non è prioritaria la “marchiatura” delle divise indossate dai Carabinieri.
La priorità dovrebbe essere quella di individuare e punire chiunque aggredisce e minaccia le Donne e gli Uomini in divisa che difendono le Istituzioni, i cittadini e il loro diritto a manifestare.
Le Forze di Polizia meritano il massimo rispetto da parte di tutte le fazioni politiche per il loro incessante impegno nel contrasto ad ogni forma di illegalità.
Un codice identificativo trasmette un segnale difforme a quello che ogni divisa ha da sempre rappresentato e continuerà a rappresentare.
Le uniformi delle Forze di Polizia incarnano i valori etici e deontologici più nobili della nostra Nazione.
Prima di marchiare le divise dei Servitori dello Stato, dovremmo investire ogni energia intellettuale e materiale per fornire, con assoluta urgenza, alle Donne e agli Uomini in divisa tutti gli strumenti normativi e tecnologici per fronteggiare adeguatamente i fenomeni delinquenziali che sono in vertiginoso aumento.

Fluminimaggiore, 26 luglio 2024

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Il servizio d’istituto con esposizione diretta ai raggi solari, gravi pericoli per la salute dei Carabinieri. Il SIC scrive al Ministro della Difesa

Fluminimaggiore, 25 Luglio 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA

On. Guido Crosetto

e p.c.

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Il servizio d’istituto con esposizione diretta ai raggi solari. Gravi pericoli per la salute dei Carabinieri.

 

On.le Signor Ministro della Difesa,

nell’esclusivo interesse di tutelare il benessere e la salute dei nostri Associati, sottoponiamo alla Sua attenzione la seguente criticità.

Alcune disposizioni sul servizio, disattendono gravemente quanto espressamente indicato dal testo unico sulla sicurezza del Ministero del Lavoro.

Le radiazioni ultraviolette (UV), emanate dai raggi solari diretti, possono causare tumori alla pelle oltre a favorire l’invecchiamento precoce della stessa determinando, in taluni casi, lesioni permanenti agli occhi.

È risaputo che le temperature elevate sono causa di crampi, esaurimento fisico e colpi di calore.

Uno studio sulle cause dell’esposizione diretta ai raggi solari ha fatto rilevare che ogni anno 1.000 persone sottoposte a lavori esposti al sole sviluppano tumore cutaneo.

I rischi appurati, secondo la classificazione dell’ARC, per quanto concerne la componente UV-A e UV-B comporta due categorie di rischio per i lavoratori, ovvero i rischi per la salute e il rischio di infortunio sul lavoro.

I rischi per la salute sono effetti dannosi, anche a carattere irreversibile e permanenti, per la cute e per gli occhi interessati ad esempio da dermatiti, foto allergie da contatto, fotoinvecchiamento, melanomi, immunosoppressione locale, eritemi, fotocongiuntiviti, maculopatie e fotocheratiti.

I rischi di infortuni sul lavoro possono essere causati dall’esposizione diretta alla luce del sole o da un effetto indiretto generato dall’impatto dei raggi solari su superfici riflettenti. In entrambi i casi si può avere un abbagliamento legato all’esposizione o una difficoltà di adattamento alla vista.

Sul Titolo VIII Agenti Fisici del D.Lgs. 81/08 sono riportate le indicazioni specifiche per la prevenzione dei rischi da esposizione alle radiazioni.

Indicazioni troppo spesso disattese per  fattori puramente estetici.

La Giunta Regionale Lazio, con ordinanza Z00001 del 19/06/2024, vieta il lavoro in condizione di esposizione diretta al sole nelle ore più calde ove le temperature superano abbondantemente i 40°.

Probabilmente dimentichiamo che la prestazione professionale delle Forze di Polizia richiede che gli stessi siano costantemente vigili, per assicurare e garantire la sicurezza di Autorità, Presidi Istituzionali e soprattutto, la tutela del cittadino.

Condizioni che sono, oggettivamente, impossibili da ottenere in contesti in cui il benessere del proprio personale dipendente è sottovalutato da illogiche ed insensate disposizioni di servizio, create da chi non si espone alla calura perché svolge il proprio servizio in un ufficio climatizzato.

Il benessere del personale è priorità assoluta di questa Organizzazione sindacale.

È inconcepibile accettare che i Carabinieri di vigilanza fissa presso Presidi Istituzionali debbano rimane esposti all’irraggiamento solare diretto, privati di un idoneo riparo, con  ventilatore ad aria forzata, finalizzato ad evitare che lo stesso diventi, a sua volta, un ulteriore aggravio delle condizioni di lavoro.

Sono certo che Lei, On. Guido Crosetto, interverrà autorevolmente per migliorare le condizioni di lavoro dei tanti Carabinieri che nella stagione estiva sono costretti a svolgere il loro dovere, esponendosi a grave pericolo per la propria salute.

Con deferenza.

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~CONFRONTO TRASPARENZA DISPONIBILITÀ~ La Segreteria Regionale SIC Sardegna si mette a confronto con le donne e gli uomini dell’Arma dei Carabinieri della Sardegna

Sta proseguendo anche a Luglio il ciclo di assemblee Sindacali svolte dal SIC su tutto il territorio nazionale.
Gli ultimi tre incontri si sono svolti nei giorni 17, 18 e 19 luglio 2024. presso le Compagnie Carabinieri Bono (SS), Tempio Pausania (SS) e Ottona (NU).

Alle assemblee hanno partecipato numerosi Colleghi.

L’auditorium ha apprezzato la cristallina lealtà e la disponibilità dei Segretari Regionale, Provinciali e dei Dirigenti Nazionali della nostra Organizzazione Sindacale che sono intervenuti agli eventi.

Nel corso delle assemblee sono state illustrate le attività e le opportunità offerte dalla nostra Organizzazione Sindacale.

I quesiti non sono mancati.

Sono state fornite, a cura del Direttivo Nazionale e Regionale del SIC, esaustive risposte.

Nel corso delle assemblee sono stati trattati specifici argomenti, tra cui l’assistenza e la tutela disciplinare e legale, l’assistenza ed il supporto Psicologico, con riferimento anche al fenomeno suicidiario.

Tematiche di interesse prioritario afferenti le condizioni lavorative del Carabiniere.

La progettualità e la circolarità informativa del SIC, aperta a tutti attraverso i nostri canali social, è stata particolarmente apprezzata.

Il confronto con i Colleghi di Bono, Tempio Pausania e Ottana è stato estremamente proficuo perché ha consentito di acquisire le problematiche afferenti il benessere e le condizioni lavorative direttamente da chi opera nel territorio.

Sono stati illustrati i numerosi servizi che la nostra Organizzazione sindacale offre ai propri associati, tra cui la consulenza h24 in favore dei giovani Carabinieri.

Apprezzati gli interventi dei Segretari Regionali Alessandro SAVI e Michele TANGIANU, dei Segretari Provinciali Marco SADERIS, Roberto PUGGIONI, Luca OPPES, Antonello COLACCHI e Gianmario SOTGIU.

In occasione degli incontri, tanti Colleghi hanno aderito al progetto SIC.

Il Sindacato Indipendente Carabinieri continuerà le attività assembleari in Sardegna anche nel mese di agosto.

Da sempre il nostro obiettivo è mettere in primo piano le risorse umane che quotidianamente operano e affrontano nella vita privata e professionale numerose difficoltà.

Acquisiamo le criticità, cercando un leale e costruttivo un confronto con i Carabinieri per la risoluzione tempestiva delle problematiche.

Il SIC si oppone fermamente alla proposta che prevede l’affidamento alle FF.PP. della vigilanza ai detenuti delle R.E.M.S (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza)

Fluminimaggiore, 20 luglio 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA

On. Guido CROSETTO

ROMA

e, per conoscenza:

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo LUZI

ROMA

 

Oggetto: Il SIC si oppone fermamente alla proposta che prevede l’affidamento alle FF.PP. della vigilanza ai detenuti delle R.E.M.S (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza).

Il SIC ha appreso da alcuni articoli di stampa che il Governo sta valutando una proposta di legge che prevederebbe l’impiego degli appartenenti alle Forze di polizia a competenza generale nella vigilanza ai detenuti delle R.E.M.S (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza).

Alla base di questa inconcepibile proposta vi è l’errata convinzione che i soggetti sottoposti a queste misure debbano essere considerati soggetti a cui applicare la vigilanza sanitaria e, in tal caso, tale compito non spetterebbe più alla Polizia Penitenziaria.

A prescindere dallo status dei detenuti trattenuti nelle R.E.M.S., se dovesse passare questa proposta, potremmo affermare che siamo davanti ad uno stato di alienazione mentale, determinato dall’abbandono di ogni criterio di giudizio.

È inconcepibile e riprovevole destinare le Forze di polizia alla vigilanza delle R.E.M.S..

Proprio in questo risiede l’assurdità e la pericolosità della proposta, perché verrebbero sottratte risorse a Istituzioni su cui grava il difficilissimo compito del controllo del territorio e di contrasto al crimine già gravemente compromesso per la cronica carenza degli organici che affligge tutte le Amministrazioni del Comparto Sicurezza.

Il SIC non intende rimanere in silenzio sul dossier posto all’attenzione del Governo per attribuire alle Forze di polizia a competenza generale la vigilanza dei soggetti che hanno commesso reati e che non sono imputabili per incapacità di intendere e di volere ma che sono violenti e pericolosi per l’incolumità delle altre persone.

L’assurdità di tale proposta evidenzia la mancanza di qualsiasi fondamento e giustificazione sul piano logico e pratico sul corretto impiego delle Forze di polizia a competenza generale che risulta essere, peraltro, di assoluta sconvenienza sotto il profilo del mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica nel territorio nazionale.

Tale inconcepibile ed inattuabile proposta si pone, tra l’altro, in palese contrasto sia con i principi affermati dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 22/2022(1), sia con la giurisprudenza della Corte di Cassazione (Sez. IV N.28369 del 19/7/2022) che ha affermato la natura detentiva della misura di sicurezza di ricovero nelle R.E.M.S..

Ma soprattutto determinerebbe una vera e propria degenerazione gestionale organizzativa, giacché gli appartenenti alle Forze di polizia a competenza generale non hanno ricevuto alcuna formazione per la gestione delle persone detenute e, ancor più, per quelle insane di mente e, soprattutto, pregiudicherebbe la sicurezza dei cittadini e dei nostri territori, a totale vantaggio della criminalità organizzata diffusa, anche di matrice eversiva.

Questa proposta espone a gravissimo rischio le Forze di polizia a competenza generale.

La sicurezza e l’incolumità delle persone devono essere la massima preoccupazione della società, in particolare dei Funzionari e delle Organizzazioni pubbliche.

Una cultura sulla sicurezza è indispensabile per una società civile.

La sicurezza sul lavoro passa in primis dalla sicurezza dei luoghi e delle strutture in cui si è chiamati ad operare.

Per una cultura della prevenzione, è fondamentale all’interno di ciascuna Organizzazione individuare i fattori di rischio, valutare i rischi, individuare le misure di sicurezza e salubrità dell’ambiente di lavoro, elaborare le misure preventive e protettive e dei sistemi di controllo delle misure adottate e delle procedure di sicurezza.

Il bisogno di sicurezza rappresenta per chi lavora un fattore di snodo tra sopravvivenza e serenità che può manifestarsi in vari modi e riguardare sia elementi fisici che elementi psichici.

Per questo motivo, non si può concepire un sistema di tutela della salute del lavoratore senza considerare l’aspetto psicologico e il benessere lavorativo che da essa dipende.

Il SIC chiede a Lei, sig. Ministro della Difesa, On. Guido CROSETTO, di intervenire presso i competenti Organi istituzionali perché non venga approvata tale proposta di legge, per non pregiudicare la sicurezza dei cittadini e dei nostri territori.

“Salus populi summa lex erit”.

(“La sicurezza del popolo sarà la legge più alta”).

De legibus di Marco Tullio Cicerone.

 

Con incondizionata stima, porgo ossequiosi saluti.

(1) Detta sentenza ha statuito, ai sensi degli articoli 2 e 25 della nostra Carta costituzionale, che la misura di sicurezza del ricovero nelle R.E.M.S. sia con una forma di tutela da parte dello Stato dei diritti inviolabili della persona alla vita e all’incolumità per proteggere i terzi dalle condotte violente che possono essere poste in essere dagli autori del reato non imputabili per incapacità di intendere e di volere, e per questo risulta affidata al Pubblico Ministero, con le modalità e le disposizioni compatibili previste per l’ordinamento e il regolamento penitenziario.

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Grande successo per le assemblee SIC ad Alghero e Porto Torres

Nelle giornate del 12 e 13 Luglio 2024, il Sindacato Indipendente Carabinieri ha tenuto due partecipatissime assemblee sindacali, rispettivamente presso le Compagnie Carabinieri di Alghero e Porto Torres (SS).

Gli incontri che il SIC sta organizzando senza sosta su tutto il territorio nazionale si svolgono all’insegna di una comunicazione cristallina ed una apertura totale al dialogo con le Donne e gli Uomini dell’Arma dei Carabinieri.
Ed anche in queste due occasioni, la platea ha profondamente apprezzato la disponibilità e la qualità delle risposte ai tanti quesiti proposti.

Presenti il Segretario Nazionale SIC con delega all’assistenza psicologica, Maurizio Testoni, il Segretario Generale Regionale del SIC Sardegna, Michele Tangianu, il Segretario Regionale aggiunto, Leonardo Pintus ed i Segretari Provinciali del SIC Sassari, Marco Saderis e Sara Moscato.

Oltre che una esauriente esposizione del progetto sindacale SIC e della circolarità informativa che lo contraddistingue, i relatori hanno trattato specifici argomenti di interesse generale, tra cui l’assistenza e la tutela disciplinare e legale, l’assistenza ed il supporto Psicologico, anche con riferimento al fenomeno suicidiario.

I prossimi appuntamenti sono il 17 Luglio, presso la Compagnia Bono (SS), il 18 Luglio presso la Compagnia Tempio P. (SS) ed il 19 Luglio presso la Compagnia Ottana (NU).

IL SIC non si ferma nemmeno in Estate.
Contattaci, noi ci siamo!

Il SIC incontra il Comandante della Legione Carabinieri Friuli Venezia Giulia Gen. B. Gabriele Vitagliano

IL CAMBIAMENTO PASSA ATTRAVERSO UNA REALA APERTURA.
GRAZIE AL COMANDANTE DELLA LEGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA.

Il 10 luglio 2024, il Comandante della Legione Carabinieri Friuli Venezia Giulia sig. Gen. B. Gabriele VITAGLIANO ha incontrato presso la Caserma intitolata al Brig. A. BASSO M.O.V.M. i Rappresentanti regionali delle varie APCSM.

Il Sindacato Indipendente Carabinieri ha partecipato all’incontro con il Segretario Generale Regionale Gianluca CARUSO.

L’incontro è stato fortemente voluto dal Gen. B. Gabriele VITAGLIANO.

Nel corso dell’incontro il Comandante della Legione Carabinieri Friuli Venezia Giulia ha dichiarato la sua disponibilità al dialogo con tutte le APCSM, in un clima di leale e fattiva collaborazione, finalizzato ad accrescere il benessere dei Carabinieri e per migliorarne le condizioni lavorative e gli ambienti di lavoro.

Il Gen. B. Gabriele VITAGLIANO ha chiesto ai Rappresentanti delle sigle sindacali presenti di segnalare personalmente a lui qualsivoglia criticità per una più rapida risoluzione.

Tra le problematiche emergenti, assume carattere di priorità la carenza di personale nei vari Reparti, in particolare nelle Sezione/Aliquote Radiomobili, nei Nuclei Investigativi dei Comandi Provinciali e, soprattutto, nelle Stazioni.

È stata evidenziata l’età avanzata del personale ancora in servizio in Reparti più soggetti a orari gravosi.

L’incontro si è svolto in un clima di assoluta serenità.

Particolarmente apprezzata l’empatia dimostrata dal Gen. B. Gabriele VITAGLIANO per la risoluzione di tutte le problematiche che affliggono i Carabinieri della Regione di lui amministrata.

Il Comandante ha sottolineato che, pur cercando di identificare problemi attraverso la gerarchia, è assolutamente necessario la collaborazione e gli interventi delle realtà sindacali nel processo decisionale.

Il SIC, attraverso il Segretario Generale Regionale Gianluca CARUSO, si è reso disponibile per una leale e proficua collaborazione.

Questa Associazione sindacale si aspetta una analoga apertura da parte di tutti i restanti Comandanti di Legione mettendo in primis il bene di quelle risorse umane che quotidianamente operano in condizioni disagevoli per la difesa dello Stato.

Fluminimaggiore, 12 Luglio 2024

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