Fluminimaggiore, 30 giugno 2025
Al Signor Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri
Generale di C.A. Salvatore Luongo
OGGETTO: FESI 2024 – Offesa inaccettabile alla dignità dei Comandanti Forestali dell’Arma
Spettabile Signor Comandante Generale,
anche quest’anno, con il decreto FESI 2024, si è consumata l’ennesima ingiustizia a danno di un’intera componente dell’Arma dei Carabinieri: l’esclusione dei Comandanti di Nucleo Forestale, NUCLEO PARCO E NUCLEO TUTELA BIODIVERSITÀ da ogni forma di riconoscimento economico concreto.
È una discriminazione che si ripete da anni, incomprensibile e ingiustificabile, che offende non solo la dignità economica, ma anche quella operativa e professionale di chi svolge quotidianamente un servizio prezioso per il Paese.
Non esistono “Carabinieri” e “Carabinieri Forestali”: esiste un solo Carabiniere, con competenze diverse ma appartenente alla stessa famiglia, sotto lo stesso giuramento, con lo stesso onore e la stessa uniforme. Continuare a tollerare trattamenti differenziati, in particolare sotto il profilo economico, è una deriva che indebolisce il senso di appartenenza e mina la coesione interna dell’Istituzione.
Il dovere principe di un buon Sindacato è quello di proteggere i diritti di tutti i Carabinieri e di lavorare con determinazione per ottenere condizioni contrattuali dignitose.
Per questo, il SIC ha denunciato, fin dall’inizio, tutte le carenze, contraddizioni e incongruenze contenute nelle misure FESI 2024, come evidenziato nei nostri comunicati del 13 aprile (“FESI 2024, il regno della rappresentanza militare continua…”), del 18 giugno (“FESI e arretrati anno 2025, illusoria manovra finanziaria che offende la dignità dei Carabinieri”), e del 19 giugno (“FESI 2024, dopo il disastro, fioccano le giustificazioni”).
Abbiamo condannato la superficialità di quelle sigle sindacali che prima hanno firmato senza condizioni e poi hanno cercato di dissociarsi sostenendo che “non si poteva fare altro”.
Questa è una presa in giro che i Carabinieri non meritano.
QUANDO IL TESTO DI UN PROVVEDIMENTO NON CONVINCE, IL VERO DOVERE SINDACALE È OPPORSI. ANCHE DA SOLI.
Ma il vero problema è a monte: in sede di concertazione, le sigle rappresentative non hanno avanzato alcuna proposta seria o innovativa. La risposta, purtroppo, è una sola: ZERO. IL NULLA ASSOLUTO. IL VUOTO COSMICO.
Ci siamo trovati di fronte all’ennesima riproposizione di vecchi e obsoleti schemi che nulla hanno a che vedere con una reale rappresentanza sindacale.
Continuiamo a ricevere segnalazioni da parte di Carabinieri di ogni ordine e grado, profondamente insoddisfatti sia del contratto sia della gestione del FESI. In particolare, per quanto riguarda questo emolumento, si continua a parlare – nelle cosiddette “Progettualità” – di “valutare la possibilità” di adottare compensi specifici per alcune figure, come i Comandanti di Nucleo Forestale, Parco, Biodiversità.
Ma una cosa è valutare la possibilità di fare qualcosa, un’altra è farla realmente.
Ad oggi, non si comprende – ed è questa la lamentela più forte che ci giunge dagli appartenenti al ruolo forestale – perché tale esclusione prosegua indisturbata da anni.
Il Corpo Forestale dello Stato, confluito nell’Arma dei Carabinieri, ha portato con sé una straordinaria ricchezza professionale e operativa, rafforzando le capacità dell’Istituzione nella difesa del patrimonio agro-forestale, nella tutela dell’ambiente, nella salvaguardia del paesaggio e nel controllo della sicurezza agroalimentare.
Ignorare e non riconoscere tale valore significa rinnegare un’evoluzione storica e funzionale che ha arricchito tutta l’Arma.
Signor Comandante Generale,
oggi, dove non sono arrivati i sindacalisti distratti o rassegnati, Le chiediamo di intervenire.
Siamo certi che la Sua nota sensibilità istituzionale saprà cogliere il senso profondo di questa rivendicazione: restituire dignità, equità e riconoscimento a chi serve l’Arma nei reparti forestali.
Perché alla fine siamo tutti figli dell’Arma. E non ci sono figli di un Dio minore.