Apprendiamo con profonda preoccupazione la notizia riguardante l’apertura di un’inchiesta nei confronti di dieci giovani operatori delle Forze dell’Ordine, intervenuti nei giorni scorsi, a Roma, in alcune fasi di ricerca e identificazione del presunto autore del duplice e crudele omicidio avvenuto a Villa Pamphili.
Ancora una volta, in assenza di accertamenti completi e senza alcuna tutela della dignità professionale, si assiste a un’esposizione mediatica dei colleghi che ha il sapore di una condanna anticipata.
Non bastano le inchieste, le perizie, le indagini. Serve prima di tutto rispetto per le persone in divisa che operano ogni giorno in situazioni sempre più caotiche, carenti di linee guida chiare e formazione adeguata.
Preoccupa la leggerezza con cui alcuni vertici istituzionali sembrano abdicare al proprio ruolo, preferendo dichiarazioni immediate e rassicuranti per l’opinione pubblica, piuttosto che difendere con sobrietà e senso di responsabilità i propri uomini e donne impiegati sul campo.
Il Sindacato Indipendente Carabinieri esprime massima solidarietà ai colleghi coinvolti e ribadisce che nessun giovane operatore dovrebbe essere lasciato solo, specialmente quando l’apparato formativo, la catena di comando e le condizioni operative mostrano tutte le loro falle.
Il SIC si farà sentire in ogni sede, anche presso il Governo, perché venga finalmente riconosciuto che chi indossa una divisa merita una tutela vera, leale e coerente con la complessità del lavoro svolto.
Non accettiamo che l’intervento operativo venga giudicato come se si trattasse di un’automatica sequenza industriale. Chi interviene in strada, spesso con pochissimi secondi per decidere, non può applicare un protocollo rigido come se fosse su una catena di montaggio.
Ogni scenario operativo è dinamico, imprevedibile, spesso caotico. È inaccettabile che si continui a pretendere decisioni “perfette” da parte di chi è chiamato ad agire nell’urgenza e nel rischio, mentre dall’altra parte si risponde con silenzi, abbandono o scaricabarile.
Noi, come sempre, non ci accodiamo al linciaggio mediatico.
Noi ci mettiamo la faccia, con forza e dignità, per difendere chi porta una divisa con onore.
E mentre si continua a chiedere sempre di più a chi lavora nei quartieri e nei territori, ci chiediamo: chi chiederà conto a chi forma, dirige, dispone e poi si smarca?
Il SIC è e sarà al fianco di ogni collega ingiustamente esposto alla gogna, pronto a garantire assistenza legale, sostegno umano e una voce libera, scomoda, ma necessaria.