Criminalità minorile, istituire un Tavolo interministeriale per lo sviluppo di iniziative di contrasto al fenomeno. Il SIC scrive ai Ministri della Repubblica

Al Signor Ministro della Difesa
On.le Guido Crosetto

Al Signor Ministro dell’Interno
Prefetto Matteo Piantedosi

Al Signor Ministro della Giustizia
On.le Carlo Nordio

Al Signor Ministro dell’Istruzione e del Merito
Senatore Giuseppe Valditara

Al Signor Ministro dell’Università e della Ricerca
Senatrice Anna Maria Bernini

Al Signor Ministro della Cultura
On.le Gennaro Sangiuliano

Al Signor Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
On.le Marina Elvira Calderone

Al Signor Ministro della Salute
Senatore Orazio Schillaci

Al Signor Ministro dell’Economia e delle Finanze
On.le Giancarlo Giorgetti

e p.c.

Al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri
Gen.le C.A. Teo Luzi

Oggetto: Criminalità minorile. Il SIC chiede l’istituzione di un Tavolo interministeriale per lo sviluppo di iniziative di contrasto al fenomeno.

Egregi Ministri,
alcuni episodi di violenza giovanile avvenuti in queste settimane in diversi comuni italiani rappresentano una vera e propria emergenza sociale che necessita di interventi radicali e risolutivi da parte dello Stato.
Un disagio giovanile che assume carattere di emergenza nazionale.
Tutti questi episodi, infatti, hanno visto l’individuazione e la denuncia dei minori responsabili.
La questione va affrontata però in tutti i suoi aspetti, coinvolgendo le politiche giovanili, i servizi educativi, i servizi sociali e il mondo dello sport.
Il problema principale è legato alle famiglie che spesso ignorano la “seconda vita” dei propri figli. L’educazione deve partire innanzitutto dai genitori per poi essere supportata da tutti i servizi e attività che lo Stato può fornire.
Purtroppo, il disagio giovanile è cresciuto esponenzialmente e bisogna intervenire non solo con maggiori controlli da parte delle Forze di Polizia ma anche in termini di prevenzione e aiuto a questi giovani.
Al giorno d’oggi, sempre più spesso si parla di un fenomeno piuttosto allarmante che ha come protagonista la “devianza minorile”.
Nel termine “devianza” sono ricomprese una serie di condotte che non integrano necessariamente la commissione di fattispecie di reato ma possono anche infrangere regole sociali, morali e di costume; in questi termini la “devianza” si distingue dalla “delinquenza” in quanto, come concetto, risulta più esteso.
Si tratta di un fenomeno multifattoriale, particolarmente complesso ed articolato, che trae origine da condizioni individuali e sociali diversificate ed interagenti. Spesso è il frutto del connubio tra fattori psicologici derivanti da disturbi propri del comportamento e della socializzazione e da fattori “acquisiti” legati al contesto familiare, spesso di indigenza, all’educazione ricevuta, all’assenza di valori morali ed alla carenza culturale derivante anche da diffusa discontinuità od abbandono scolastico.
Tali condotte, infatti, sovente traggono origine dal contesto familiare e sociale in cui vive l’autore nonché dal suo stile di vita, maturando in situazioni di gravi disagi e difficoltà relazionali.
Spesso l’ambiente in cui il soggetto nasce, cresce e sviluppa la propria coscienza, non è caratterizzato da modelli esemplari di una società sana e dedita alla legalità; in tali contesti la delinquenza non viene percepita come tale, con tutte le conseguenze che la stessa comporta, apparendo, al contrario, l’assoluta normalità del contesto di vita.
Non di rado, infatti, è proprio la famiglia ad alimentare, quantomeno attraverso il “cattivo” esempio, i propositi criminali del giovane ed è forte l’influenza negativa delle figure adulte di riferimento.
In un ambiente così caratterizzato, l’agire violento, appreso in famiglia per imitazione, viene “naturalmente” esportato in seguito nell’ambiente esterno.
Forme di devianza minorile vengono, altresì, alimentate dal sempre più frequente ricorso al mondo del web sia attraverso i social media, ove non sono rari account e profili che diffondono messaggi ispirati all’illegalità, sia attraverso giochi violenti, particolarmente di tendenza e diffusi sulle console.
In tutti i quotidiani si parla frequentemente di baby gang come criminalità epidemica, i cui tratti distintivi sono costituiti dall’operare in gruppo degli autori dei reati minorenni, anche se al di fuori dei contesti di criminalità organizzata, e dal tasso di violenza utilizzato nei confronti delle vittime, generalmente elevato e, comunque, del tutto sproporzionato rispetto al movente, futile e persino degradante a mero pretesto.
Questi sono i tratti caratteristici delle forme di criminalità giovanile associativa che, a livello nazionale, hanno assunto la denominazione di “baby gang”. Tale accezione è sorta, infatti, per inquadrare specifiche forme di devianza minorile di tipo associativo che si caratterizzano per l’estrema violenza con cui i giovani realizzano le varie condotte illecite.
Nelle baby gang i membri, frequentemente, attribuiscono al gruppo anche un nome al fine di darsi una connotazione identitaria.
Tra i componenti esiste, infatti, un marcato senso di unione ed una forte coesione interna in quanto il gruppo rappresenta un punto di riferimento per l’adolescente che ivi vi condivide esperienze, valori, linguaggio, comuni sentimenti di disagio,
trovando, altresì, nella gang, lo stimolo all’aggressività come metodo di sfogo e compensazione.
La finalità di prevenzione e contrasto delle fenomenologie delittuose che coinvolgono i minori si è tradotta in molteplici iniziative apprestate dalle Forze di polizia.
Tali iniziative, per una maggiore efficacia sia in termini preventivi sia di contrasto, richiedono un’azione corale e congiunta, non soltanto al livello di Forze di polizia ma da parte di tutte le componenti “sane” della società che, spesso, hanno maggiore consapevolezza delle varie situazioni in essere.
Le Forze di Polizia hanno dimostrato di essere consapevoli del fondamentale compito a supporto dei genitori e delle Istituzioni scolastiche, con cui si impegnano ad operare sinergicamente per seminare gli anticorpi della legalità tra i ragazzi.
Già da tempo, si assiste, infatti, a forme di collaborazione interistituzionale, in particolare con le Istituzioni scolastiche, per promuovere l’educazione e la formazione dei giovani verso la cultura della sicurezza e della legalità.
Sono stati avviati molti programmi in ambito nazionale e locale, anche in partnership con altre Istituzioni, che hanno coinvolto gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado.
L’Arma dei Carabinieri, nell’ambito del progetto “Diffusione della cultura della legalità tra i giovani”, collabora con i responsabili degli Istituti scolastici, realizzando una campagna annuale di incontri con gli studenti delle scuole medie e superiori di tutto il territorio nazionale per la prevenzione dei fenomeni criminali che coinvolgono i minori, svolgendo conferenze su tematiche specifiche come la devianza giovanile, il bullismo, lo stalking, il femminicidio, la pedopornografia, nonché sui rischi connessi all’uso di internet, la ludopatia, le problematiche che scaturiscono dall’uso di droghe ed alcool, il rispetto della diversità e della minore abilità, l’infiltrazione mafiosa nel tessuto socio-economico e la tutela dei diritti civili, politici, sociali e culturali.
Inoltre, costituisce linea d’azione prioritaria dell’Arma la partecipazione ai progetti integrati sviluppati dalle Amministrazioni locali nonché l’adesione, a livello nazionale e locale, a protocolli d’intesa volti a rafforzare, sul piano educativo e formativo, le misure di prevenzione e di gestione delle situazioni di disagio sociale dei giovani, avuto riguardo ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, nel rispetto della normativa di riferimento.
L’obiettivo di tutte queste iniziative è, quindi, quello di sviluppare nei giovani la consapevolezza che il web può essere pericoloso sostenendo, al tempo stesso, insegnanti e famiglie nel guidare i nativi digitali ad avere un rapporto equilibrato con i dispositivi che utilizzano.

L’idea del SIC è quella di portare ad un nuovo livello le strategie sinergiche che, fino ad oggi, hanno permesso di costruire la cooperazione tra diverse Amministrazioni ed Istituzioni locali, istituendo un Tavolo interministeriale per lo sviluppo di protocolli d’intesa ed iniziative volti al contrasto dei fenomeni prima analizzati ad un livello nazionale.
Certi di una attenta valutazione da parte delle SS.LL., si porgono i più rispettosi saluti.

Fluminimaggiore, 27 Luglio 2023

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

Pubblicato in Il SIC Scrive, News.