Capaci, 23 maggio 1992. Il SIC non dimentica!

Il 23 Maggio del 1992, a Capaci (PA), la mafia sferra un infame attacco direttamente al cuore dello Stato.
Alle 17,58 una carica di 500Kg di tritolo fa saltare in aria il tratto di A29 su cui viaggiava il convoglio del giudice Giovanni Falcone.
Nella violentissima esplosione perderanno la vita il Giudice Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli Agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

IL SIC NON DIMENTICA!

11 Settembre 2001. Ventidue anni fa l’attacco terroristico che colpì la democrazia mondiale

Sono trascorsi ventidue anni dall’attentato più cruento della storia.
Questa data ha lasciato un immenso senso di perdita.
In quelle terribili ore dell’11 Settembre 2001 sono state recise le vite di oltre tremila persone. Madri, padri, figli, amici sono stati strappati per sempre all’abbraccio delle loro persone care. Vite spezzate da una follia omicida che ha reso reale qualcosa fino ad allora inimmaginabile: trasformare aerei di linea in missili per seminare morte e distruzione. Nel corso degli anni, tanti giovani sono cresciuti orfani e tanti genitori continuano a piangere i propri figli che non sono più tornati a casa.
Un attacco agli Stati Uniti ma al tempo stesso al mondo, all’umanità tutta. In quelle ore concitate e ancor più nei giorni successivi man mano che si precisava l’ampiezza immane della tragedia, il senso di smarrimento e di rabbia si diffondeva tra le persone. Il monito è “MAI DIMENTICARE” che oggi campeggia nelle menti di tutti.
Due parole che sono state ripetute infinite volte in questi ventidue anni, a rimarcare che la memoria non può e non deve venire meno quando il dolore è così grande.
Di quel giorno resta anche indelebile il senso del sacrificio, la testimonianza di chi ha dato la propria vita per salvare quella altrui.
Una eredità amara quella dell’11 settembre 2001.
A livello globale è il senso di insicurezza e paura con cui oggi ci si è, in qualche modo, abituati a convivere.
Prendere un aereo non è più una “cosa normale” da quel giorno in poi.
Sono cresciuti in questi ventidue anni movimenti xenofobi e anti-migratori, effetto collaterale di una instabilità che era proprio tra gli obiettivi di chi ha portato l’attacco al cuore degli Stati Uniti e nel mondo civilizzato.
A ventidue anni di distanza, è ancora valido il motto “Uniti stiamo in piedi” che divenne la risposta spontanea dei cittadini di New York all’orrore vissuto l’11 settembre 2001. Negli anni, quel motto ha assunto un significato sempre più ampio e profondo.
Stare in piedi insieme nonostante i tentativi di “buttare giù” la nostra comune umanità. Oggi quell’appello all’unità, alla “fraternità umana” deve essere imperativo per una Società che vuole definirsi evoluta e civile.
IL SIC – SINDACATO INDIPENDENTE CARABINIERI non dimentica le migliaia di Uomini e Donne che sono morti in nome della libertà da ogni forma di terrorismo e gli atti di eroismo compiuti dai tanti soccorritori accorsi nei luoghi delle stragi.
Un terrorismo che deve essere annientato perché rallenta il processo evolutivo degli esseri umani verso la Pace globale.

Il SIC ricorda la strage di Chilivani (SS)

ono trascorsi 28 anni dall’eccidio di Chilivani (SS) in cui persero la vita l’Appuntato Ciriaco Carru e il Carabiniere Scelto Walter Frau.
I due Militari furono uccisi nel 1995 in un conflitto a fuoco con un gruppo di banditi che stavano per assaltare due furgoni portavalori. Quel pomeriggio del 16 agosto, i due Carabinieri viaggiavano su una gazzella del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Ozieri, diretti alla località di ‘Perde Semene’, a Chilivani (SS), dov’era stata segnalata la presenza sospetta di una betoniera ferma al lato della strada.
I due Carabinieri, mentre arrestavano l’uomo che era alla guida perché sorpreso con un fucile a canne mozze, rimasero vittime del fuoco incrociato dei complici, appostati tra la macchia circostante.
Grazie al loro sacrificio la rapina venne sventata e l’intera banda, composta da otto persone, catturata.
Ai Militari è stata concessa la medaglia d’oro al valor militare alla memoria e ogni anno il loro sacrificio viene ricordato con una cerimonia a Chilivani.

Il SIC, NEL RICORDARE IL SACRIFICIO DEI COLLEGHI, ESPRIME VICINANZA AI FAMILIARI.

6 Agosto 1985, il SIC ricorda Ninni Cassarà e Roberto Antiochia

Nel trentottesimo anniversario della loro morte per mano di cosa nostra, il SIC vuole ricordare due figure che, insieme a tanti altri Poliziotti, Carabinieri e Magistrati hanno scritto la storia dell’antimafia.
Ninni Cassarà fu uno dei più stretti collaboratori di Falcone e Borsellino e artefice, insieme a Beppe Montana, della cattura a Palermo di centinaia di mafiosi coinvolti nel “maxi-processo” a cosa nostra.
Il giovanissimo Agente Roberto Antiochia aveva fatto parte per due anni della squadra di Cassarà e, seppur già trasferito a Roma, in quella terribile estate in cui la mafia aveva iniziato a colpire tanti uomini delle Istituzioni, non esitò a precipitarsi a Palermo, per proteggere il suo capo e amico.
Pochi giorni dopo, il 6 Agosto, saranno entrambi trucidati a colpi di Ak-47 davanti all’abitazione dello stesso Cassarà.
Il SIC ricorda questi grandi uomini e rende loro onore.

Il SIC ricorda Mario Cerciello Rega

Il 26 Luglio di quattro anni fa perdeva la vita durante un intervento per estorsione il Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega.

Mario era nato 13 luglio 1984 a Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, dove aveva vissuto con la sua famiglia prima del suo trasferimento a Roma.
Già da piccolo, dopo la perdita del padre, si era preso la responsabilità di sua madre e di sua sorella, ed era descritto da amici e colleghi come una persona che “sapeva dare se stesso agli altri”.

La sera del 25 Luglio 2019, insieme ad un collega, interveniva in zona Trastevere su una segnalazione di tentata estorsione, perpetrata da due turisti americani.
Individuati i due soggetti e fermati, uno dei due proditoriamente reagiva con una estrema violenza con un coltello attingendo con undici colpi il Vice Brigadiere Rega, che morirà poche ore dopo per emorragia.

Lasciava la moglie Rosa Maria, che aveva sposato poche settimane prima.
Il SIC lo ricorda e gli rende onore.

9 Maggio 2023, Giornata nazionale in Memoria delle Vittime del Terrorismo

45 anni fa a Roma, in via Caetani, le Brigate Rosse facevano ritrovare il corpo dell’Onorevole Aldo Moro, che avevano sequestrato poche settimane prima.
Durante rapimento, avvenuto in Via Fani, erano stati barbaramente uccisi gli uomini della scorta di Moro, i Carabinieri Oreset Leonardi e Domenico Ricci ed i Poliziotti Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino.
Il SIC rende onore alla Memoria di questi Colleghi e a tutte le Vittime del terrorismo.

Il SIC ricorda il Capitano Emanuele Basile, Medaglia d’oro al valor civile “alla memoria”

La sera del 3 maggio 1980, mentre con la figlia Barbara di quattro anni e la moglie Silvana Musanti aspetta di assistere allo spettacolo pirotecnico della festa del Santissimo Crocifisso a Monreale (PA), un uomo della mafia gli spara alle spalle per poi fuggire coadiuvato da due complici.
Basile viene trasportato all’ospedale di Palermo dove i medici tenteranno di salvargli la vita con un delicato intervento chirurgico, inutilmente.

Il SIC rende onore a questo Eroe.

Il sacrificio del Capitano Basile, così come quello di tutte le vittime di mafia, sia da monito per tutti perché la lotta ad ogni forma di criminalità organizzata non passi mai in secondo piano.

Il SIC presente oggi alla commemorazione dell’Appuntato Scelto Tiziano Della Ratta, Medaglia d’Oro al Valor Militare

Oggi il SIC ha partecipato alla Santa Messa commemorativa svoltasi presso il Duomo di Sant’Agata de’ Goti (BN) in occasione del 10° anniversario della tragica scomparsa dell’App. Sc. Tiziano Della Ratta, ferocemente trucidato, nel corso di una rapina perpetrata in danno di una gioielleria, nel comune di Maddaloni (CE).

Quel tragico 27 aprile 2013, il Graduato compì un atto di estremo valore, a seguito del quale fu insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare “alla memoria”, con la seguente motivazione: “Con ferma determinazione, esemplare iniziativa e insigne coraggio, presente in abiti civili per indagini di polizia giudiziaria all’interno di una gioielleria, non esitava, unitamente a un commilitone, ad affrontare dei malviventi armati di pistola, entrambi per preparare una rapina.
Esponendosi coscientemente al fuoco dei malfattori, anche a protezione dei due clienti presenti, replicava efficacemente con l’arma in dotazione prima di essere mortalmente ferito e di accasciarsi esanime al suolo. Il pronto l’intervento di altri militari consentiva l’immediato arresto dei due rapinatori rimasti feriti, mentre altri otto correi venivano catturati nel corso delle successive e tempestive investigazioni.
Fulgido esempio di elette virtù militari e altissimo senso del dovere, spinti fino all’estremo sacrificio”
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Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri esprime i più fervidi sentimenti di vicinanza alla sig.ra Vittoria Iannotti, vedova del decorato e al figlio Alfonso Della Ratta.

Il SIC ricorda la strage di Nassirya del 27 Aprile 2006

Sono le 8,40 del mattino del 27 aprile 2006: la notizia che un altro grave attentato è stato perpetrato ai danni dei nostri militari in missione a Nassiriya è sulle labbra dell’intero Paese.

I fatti, come sempre accade in questi casi, sono all’inizio nebulosi. Poi, con il passare delle ore, ogni cosa si chiarisce e il bilancio, anche se non altissimo come in quel maledetto 12 novembre del 2003, è comunque drammatico: a perdere la vita due Marescialli dei Carabinieri, un capitano dell’Esercito e un graduato rumeno che si trovava nel blindato.

Rimane invece ferito un altro maresciallo dell’Arma.
Tutto accade lungo il viale che porta al Comando della Polizia irachena, un palazzo protetto da pareti anti-autobomba e trincee di sabbia che ospita anche la prigione e la sala operativa integrata di Polizia, Esercito e Vigili del Fuoco.

Ed è su questo tratto di strada pieno di insidie che, durante il quotidiano monitoraggio del contingente MSU (la Multinational Specialized Unit) sull’Unità di manovra VM 90, perderanno la vita, a seguito dell’esplosione di un ordigno, il Maresciallo Capo Carlo De Trizio, il Maresciallo Capo Franco Lattanzio, il Capitano dell’Esercito Nicola Ciardelli e il Caporale della Polizia militare rumena, Bogdan Hancu. Gravemente ferito, invece, il maresciallo aiutante Enrico Frassanito, il quale morirà per le gravissime ustioni riportate dieci giorni più tardi, il 7 maggio.

IL SIC – SINDACATO INDIPENDENTE CARABINIERI RENDE ONORE AI NOSTRI CADUTI A PERPETUA MEMORIA.