Mancata erogazione codice 113, il CNA conferma: sarà recuperato ad agosto

Numerosi colleghi, VICEBRIGADIERI PROVENIENTI DAL RUOLO DEGLI APPUNTATI SCELTI QUALIFICA SPECIALE, hanno segnalato l’assenza della voce Codice 113 nello statino paga del mese di luglio 2025.

In qualità di Segretario Generale Nazionale ho contattato direttamente il Centro Nazionale Amministrativo (CNA), ricevendo conferma che si è trattato di un errore tecnico nei flussi dati relativi al mese di luglio.

Il correttivo è già stato attivato.

L’emolumento verrà pagato, comprensivo degli arretrati spettanti,  nello statino di agosto 2025.

Il SIC invita i colleghi coinvolti a verificare attentamente le voci stipendiali e a segnalare eventuali ulteriori anomalie alle Segreterie Regionali e Provinciali di riferimento.

Quando parliamo di soldi, con i soldi e per i soldi dei Carabinieri, parliamo di rispetto.

Il rispetto si costruisce con tre pilastri: diritti, retribuzione adeguata e tutela.

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Omicidio Cerciello Rega, una ferita ancora aperta e una Giustizia che non basta

I giudici della Seconda Corte di Assise di Appello di Roma hanno ridotto a poco meo di 11 anni la condanna di Gabriele Natale Hjorth, colpevole dell’efferato omicidio del Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega, avvenuto nel luglio del 2019.

Una notizia che il SIC accoglie con il dovuto rispetto per l’autorità giudiziaria, ma anche con profondo turbamento.

In qualità di associazione sindacale legittimamente costituita, non possiamo sottrarci dall’esprime una valutazione critica in relazione alle ricadute che tale vicenda ha sui militari dell’Arma, sulla loro percezione della Giustizia e sull’effettiva sensazione di essere tutelati con cui affrontano il quotidiano servizio.

La sproporzione tra la gravità del fatto un omicidio brutale, a sangue freddo e l’entità della pena inflitta, lascia sgomenti.

È evidente a tutti, e a noi Carabinieri per primi, che la vita di un servitore dello Stato non può essere valutata con tale leggerezza.

Non si tratta di mettere in discussione l’ordinamento, ma di evidenziare l’impatto profondo che simili decisioni hanno sul senso di giustizia e sulla motivazione del personale in servizio.

Dietro quella divisa non c’era un bersaglio.

C’era un uomo. Un marito. Un figlio. Un padre.

E nessun Carabiniere può essere trattato come un dettaglio giudiziario o un fatto archiviato dalla cronaca.

Il SIC esprime la sua più profonda vicinanza alla moglie, ai familiari e ai colleghi del Vice Brigadiere Cerciello Rega.

Ci stringiamo attorno a chi porta nel cuore quella notte maledetta, nella consapevolezza che il più grande miracolo per chi serve lo Stato è tornare vivo a casa e poter guardare i propri figli negli occhi.

Un diritto che a Mario è stato strappato per sempre.

Questa sentenza ci ricorda, ancora una volta, una verità che il SIC denuncia da tempo: i Carabinieri che vengono aggrediti e feriti sono lasciati lasciati soli, senza protezione adeguata, senza coperture sanitarie, senza tutele strutturali.

Per questo chiediamo al Governo, al Comando Generale e a tutte le Istituzioni

di dotare ogni Carabiniere di dispositivi di protezione individuale innovativi, certificati e realmente efficaci (giubbotti antitaglio, body-cam, spray difensivi, guanti tecnici);

di assumersi l’onere diretto delle spese mediche, psicologiche e riabilitative in caso di aggressione subita in servizio;

di porre fine all’indifferenza istituzionale, che ancora oggi costringe i militari a combattere a mani nude in un contesto sempre più violento e imprevedibile.

Chi indossa una divisa ha diritto alla sicurezza. Ha diritto alla vita. Ha diritto alla giustizia.

Il SIC continuerà, in ogni sede legittima, a battersi per la tutela e la dignità di tutti i Carabinieri.

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Mentre alcuni invocano l’abolizione delle Forze dell’Ordine, i Carabinieri salvano vite

Nella stessa Italia dove oggi certi gruppi organizzano eventi per chiedere l’abolizione della Forze di Polizia, alimentando una narrazione pericolosa e profondamente ideologica, ci sono Carabinieri che nel silenzio operativo salvano vite umane.

È accaduto nella notte del 13 luglio a Porto Rotondo.
Un uomo, con una cima nautica legata al collo e un’ancora come zavorra, ha minacciato per oltre tre ore di togliersi la vita, davanti a decine di turisti terrorizzati.
A scongiurare la tragedia sono stati i Carabinieri della Sezione Radiomobile del Reparto Territoriale di Olbia, che con sangue freddo, competenza e umanità hanno condotto un intervento impeccabile.

Mentre altri sfilano urlando slogan contro le Divise, noi continuiamo a esserci, ovunque ci sia bisogno.
Non per propaganda, ma per dovere. Non per visibilità, ma per scelta di vita.

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri si congratula con gli equipaggi intervenuti, che hanno dimostrato cosa significa davvero essere Carabinieri, saper proteggere, saper ascoltare, saper salvare.

A chi chiede di “abolire la polizia”, rispondiamo così:
Farlo significherebbe distruggere secoli di civiltà democratica, di sicurezza condivisa, di equilibrio sociale.
Vorrebbe dire tornare al caos, all’anarchia, alla giungla.
Noi non ci stiamo.
Noi Carabinieri restiamo in prima linea. Con forza. Con dignità. Con umanità.

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4° Reggimento a Cavallo. Fattori di rischio igienico-sanitari e ambientali

Fluminimaggiore, 9 luglio 2025


Al Signor Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

Generale di C.A. Salvatore Luongo

 

 

OGGETTO:  4° Reggimento a Cavallo. Fattori di rischio igienico-sanitari e ambientali

In un clima di leale e fattiva collaborazione e nell’esclusivo interesse di tutelare la salute dei nostri Associati, chiediamo a Lei, sig. Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, di volere intervenire per porre fine ad una procedura instaurata presso il 4^ Reggimento Carabinieri a cavallo di Roma, suscettibile di determinare  gravi  ripercussioni sulla salute del personale ivi impiegato.

Una procedura che assume una connotazione paradossale, perché anomala,  che non rientra tra le mansioni ed i compiti devoluti a quel personale.

Il servizio di pulizia dei box ove dimorano stabilmente gli equini all’interno della Caserma “Salvo D’acquisto” veniva effettuato dalla ditta appaltatrice.

Da  qualche mese, il servizio di pulizia dei box è  stato inspiegabilmente interrotto.

Conseguentemente, in assenza della ditta, al fine di garantire le imprescindibili  condizioni igienico-sanitarie, la pulizia viene assicurata indebitamente dai Carabinieri del 4^ Reggimento.

Tale incongruenza comporta il protrarsi degli orari di lavoro e l’esposizione ad agenti patogeni altamente pericolosi per  la salute degli stessi Militari e la compromissione delle ordinarie condizioni di igiene e sicurezza sul lavoro, stante la necessità che tali mansioni vengano svolte da personale appositamente qualificato.

“IL CARABINIERE NON È STATO FORMATO PER ESSERE UN OPERATORE ECOLOGICO”.

È notorio, infatti, che gli escrementi e lo stallatico, se non gestiti correttamente, possono presentare rischi igienico-sanitari significativi sia per la salute umana che animale.

Le principali problematiche includono la trasmissione di malattie, la corrosione e la potenziale contaminazione ambientale per la presenza in tali rifiuti organici di una varietà di agenti patogeni tra cui batteri, virus, funghi e parassiti, che possono causare malattie infettive.

Alcune malattie che possono essere trasmesse con il contatto con escrementi o stallatico includono salmonellosi, toxoplasmosi, criptococcosi, istoplasmosi ed altre infezioni respiratori che possono essere contratte in vari modi tra cui l’inalazione di particelle infette.

È pertanto fondamentale adottare pratiche di gestione corretta di tali rifiuti per ridurre i rischi igienico-sanitari e non risulta che l’Amministrazione Militare sia dotata di idonei strumenti e presidi per fronteggiare tali evenienze, con il conseguente rischio per il personale che viene impropriamente impiegato in tali mansioni e per quello che con questo viene a relazionarsi.

La diffusione di contagio è in questo caso un rischio che verrebbe irresponsabilmente accettato da parte dell’Amministrazione Militare con evidenti profili di contenzioso civile e penale.

Pertanto, la presente segnalazione si pone quale contestuale tutela del personale rappresentato e della stessa Amministrazione Militare.

Conoscendo la sua estrema sensibilità per la salute dei Carabinieri, chiediamo il Suo autorevole intervento perché venga immediatamente ripristinato il servizio di pulizia dei box da parte del personale della Ditta appaltatrice.

Con incondizionata stima,

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Indennità cyber per personale dirigente ed ampliamento dei beneficiari

Fluminimaggiore, 7 luglio 2025

Al Signor Ministro della Difesa
On. Guido Crosetto

Al Signor Ministro della Funzione Pubblica
Sen. Paolo Zangrillo

e p.c.
Al Signor Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri
Generale di C.A. Salvatore Luongo

 

OGGETTO: Indennità cyber per personale dirigente ed ampliamento dei beneficiari

 

L’art. 47 del D.P.R. 20/04/2022 n. 57 rubricato Indennità per il personale dell’Arma dei carabinieri in possesso di qualifiche nel settore cyber (in recepimento del provvedimento di concertazione per il personale non dirigente delle Forze di Polizia ad ordinamento militare triennio 2019 – 2021) ha istituito un’indennità giornaliera di € 5 in favore del personale non dirigente dell’Arma dei Carabinieri impiegato nel settore cyber in forza presso il Centro Sicurezza Telematica, la Direzione di Telematica ed il Polo di Telematica del Comando Generale dell’Arma nonché presso il Comando per le Operazioni in Rete dello Stato Maggiore per ogni giorno di effettivo impiego nel settore specifico.

In attuazione della suddetta disposizione l’Ufficio Trattamento Economico del Cdo Gen ha dettato le modalità esecutive di attribuzione della citata indennità in aderenza al dato normativo dal 2022.
Ad oggi, la suddetta indennità non risulta estesa al personale Dirigente/Capi Sezione/Capi
Ufficio, che pure risultino impiegati nei medesimi settori dove l’indennità cyber viene corrisposta al restante del personale non dirigente.

Si evidenzia, inoltre che la disposizione normativa non ricomprende i restanti Carabinieri che concorrono attivamente a garantire la sicurezza informatica dell’infrastruttura telematica dell’Arma, pur essendo in servizio presso altri Reparti/Uffici [ad es. a titolo meramente esemplificativo e non esaustivo: Sezioni TAES (Telematica e AES) dei Cdi Legione CC, Uff. Sicurezza, Reparto indagini telematiche ROS, Uff. AEST, Centro Servizi Telematici del Reparto Comando del Reparto Autonomo, Centro Addestramento per la Telematica cd. CAST di Velletri ecc].

Per quanto sopra si voglia valutare la possibilità di:
– introdurre retroattivamente (almeno) dall’entrata in vigore del DPR 20/04/2022 l’indennità cyber anche per il personale Dirigente/Capi Sezione Tlm;
– estendere la platea dei soggetti interessati alla percezione dell’indennità al personale degli ulteriori Reparti sopramenzionati, che contribuiscono a garantire, con la propria attività quotidiana, la cyber security dell’Arma;
– incrementarne l’importo.

Con osservanza,

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Reggio Calabria, Carabiniere perde la vita in incidente stradale. Il cordoglio del SIC

Il Sindacato Indipendente Carabinieri esprime profondo cordoglio per la tragica scomparsa del Vice Brigadiere Davide Squillace, deceduto nella serata del 6 luglio a seguito di un incidente stradale mentre si trovava a bordo della propria moto.

Ogni volta che un Carabiniere perde la vita, viene meno non solo un tutore dell’ordine, ma una persona che ha investito la propria esistenza al servizio della sicurezza dei cittadini.

Il SIC si stringe con rispetto e commozione attorno alla famiglia, agli affetti più cari e a tutti i colleghi del Vice Brigadiere Squillace.

Onore a chi ha servito fino all’ultimo con dignità e silenzioso impegno.

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Autorizzazione polo operativa, facciamo chiarezza

Abbiamo ricevuto conferma dal Comando Generale su quanto segue:

L’autorizzazione all’utilizzo della polo operativa nei servizi della linea mobile speciale è stata decisa in piena autonomia dal Comando Generale, in considerazione delle condizioni climatiche attuali.

Nessuna sigla sindacale ha avuto un ruolo determinante in tale scelta.

Alla luce di questa conferma, respingiamo al mittente le ricostruzioni parziali, le strumentalizzazioni e le auto-attribuzioni di merito che alcune APCSM stanno diffondendo per finalità propagandistiche.

Il SIC non rincorre visibilità a tutti i costi.

Noi non inventiamo successi, ma difendiamo i diritti in silenzio, con credibilità e lavoro vero. E quando serve, con fermezza.

Chiediamo a tutte le Segreterie di continuare a mantenere la linea dell’onestà sindacale e della trasparenza, come stiamo facendo insieme da tempo.

Siamo uniti da un senso di responsabilità che ci distingue.

Non abbiamo bisogno di raccontare favole, ma di continuare a dimostrare chi siamo.

2025.07.05 Autorizzazione della Polo estiva, facciamo chiarezza

Quando il trasferimento fa notizia, ma solo se il trasferito indossa le stellette giuste

In questi giorni abbiamo assistito al clamore mediatico suscitato dalla rimozione del Generale Oresta dal Comando della Scuola Allievi Marescialli di Firenze, in seguito ad alcune dichiarazioni pronunciate pubblicamente a conclusione del triennio formativo.

Non spetta a noi giudicare nel merito le decisioni adottate dal Comandante Generale dell’Arma, che siamo certi abbia agito nella piena legittimità, nella piena osservanza del Codice dell’Ordinamento Militare e nell’interesse dell’Istituzione.

Ma ciò che ci sentiamo in dovere di denunciare, con forza, è l’ipocrisia di chi oggi si indigna solo perché colpito è un alto ufficiale.

Alcune sigle sindacali le stesse che in passato attaccarono violentemente lo stesso Generale in occasione di vicende ben più drammatiche,  oggi scoprono improvvisamente il valore della solidarietà e si ergono a difensori del “pensiero libero”.

Se il trasferimento avesse interessato un Brigadiere, di un Maresciallo o di un Appuntato, sarebbe calato il silenzio. E questo, noi del SIC, non possiamo più accettarlo.

Noi diciamo BASTA A QUESTO TEATRINO.

Perché quando a essere trasferito è un nostro collega “senza stellette”, per aver espresso un disagio, segnalato un disservizio, o più banalmente ricevuto una lettera anonima di minaccia o intrapreso una relazione sentimentale sgradita, nessuno dice nulla.

Nessun comunicato…….Nessuna indignazione……Nessuna mobilitazione.

Eppure si tratta di uomini e donne con famiglie, mutui, dignità e responsabilità istituzionali.

Come  Sindacato Indipendente Carabinieri, vogliamo  essere chiari, non ci interessa entrare nel merito della vicenda del Gen. Oresta, né cavalcare mediaticamente un caso che ha già suscitato abbastanza tensione.

Ma non possiamo rimanere in silenzio di fronte a due pesi e due misure.

La dignità di un Carabiniere non dipende dal grado o dal ruolo.

Noi non rincorriamo i trend del momento, noi costruiamo una linea coerente nel tempo, la difesa silenziosa dei deboli, non l’applauso rumoroso ai potenti.

Ogni Carabiniere, di ogni ruolo e grado, è soggetto al Codice dell’Ordinamento Militare e alle norme di disciplina, principio che non discutiamo e che rispettiamo con senso dello Stato.

E ancor prima, ciascuno di noi ha prestato giuramento solenne alla Repubblica, alla Costituzione, alla Legalità e all’Onore del servizio.

Quel giuramento non è un dettaglio è la bussola di ogni nostra azione.

Lo è per i Comandanti e per i Carabinieri semplici, per chi indossa la divisa da un mese o da trent’anni.

È su quella coerenza che si misura il nostro valore istituzionale, ogni giorno.

Ma quando si colpisce un uomo, che sia un Generale o un Carabiniere, occorre anche valutare l’effetto che questo ha sul clima interno dell’Arma e sul rispetto dei diritti individuali.

E allora, se il silenzio davanti ai trasferimenti punitivi dei semplici Carabinieri è diventato normalità, questo silenzio noi lo romperemo. Sempre.

Con coraggio, con coerenza, con dignità.

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Omicidio Brigadiere Legrottaglie, anticipate le spese legali per gli agenti che hanno fermato il killer

L’erogazione dell’anticipo delle spese legali agli agenti sottoposti a indagini per il conflitto a fuoco che ha portato alla morte dell’assassino del Brigadiere Carlo Legrottaglie rappresenta un segnale concreto. Grazie all’applicazione del recente Decreto Sicurezza, lo Stato ha garantito un sostegno tempestivo e tangibile a chi ha agito in divisa, in contesto operativo, a rischio della propria vita.

Una misura giusta, attesa da anni. Ma non ancora sufficiente.

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri:

accoglie positivamente questa novità, che rompe la logica dell’abbandono istituzionale di fronte a procedimenti giudiziari spesso originati da semplici “atti dovuti”;

pretende pari trattamento per i Carabinieri, affinché anche l’Arma venga inclusa in questi strumenti di tutela automatica e preventiva;

ribadisce con fermezza la necessità di riformare l’attuale meccanismo di iscrizione nel registro degli indagati, che rappresenta una gogna mediatica e psicologica per chi ha semplicemente compiuto il proprio dovere.

Troppo spesso, chi serve lo Stato in uniforme viene trattato con sospetto ancor prima che con rispetto.

Chi interviene, rischia.

Chi sbaglia, paga.

Ma chi agisce legittimamente, non può più essere lasciato solo.

Il SIC chiede:

che l’anticipo delle spese legali venga esteso anche ai Carabinieri, senza disparità tra Forze di Polizia;

che venga introdotto un filtro tecnico-operativo preventivo, prima di ogni iscrizione formale per uso legittimo della forza;

che le tutele processuali e umane siano riconosciute come parte integrante del servizio, e non come un favore a posteriori.

Abbiamo piena fiducia che l’attuale Comandante Generale, interprete di un modello di leadership evoluto e vicino ai reali bisogni del personale, saprà garantire anche all’Arma dei Carabinieri lo stesso livello di tutela legale riconosciuto oggi ai colleghi della Polizia di Stato.

La dignità dell’uniforme non si difende con le celebrazioni, ma con atti concreti nei momenti difficili.

Il SIC continuerà a battersi perché i Carabinieri non vengano più esposti a processi mediatici, isolamento professionale e spese legali personali quando si tratta di interventi legittimi, documentabili e coerenti con le regole d’ingaggio.

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Equità e trasparenza nella concessione delle ricompense premiali tutela della dignità e valorizzazione dei militari dell’Arma. Richiesta urgente di intervento

 

Fluminimaggiore, 1 luglio 2025

 

Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri
Generale di C.A. Salvatore Luongo

 

 

OGGETTO:  Equità e trasparenza nella concessione delle ricompense premiali tutela della dignità e valorizzazione dei militari dell’Arma. Richiesta urgente di intervento

 

Spettabile Signor Comandante Generale,

 

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri, nel suo ruolo di rappresentanza e vigilanza attiva a tutela della dignità e dei diritti dei militari dell’Arma, porta alla Sua attenzione una criticità sistemica che merita un intervento urgente, incisivo e strutturale la gestione disomogenea e spesso discrezionale delle ricompense premiali attribuite ai Carabinieri in occasione di interventi meritevoli, sia in servizio che fuori servizio.

Sempre più frequentemente, giungono al nostro sindacato segnalazioni documentate che evidenziano gravi disparità di trattamento tra militari che, pur avendo partecipato agli stessi interventi operativi o avendo affrontato situazioni analoghe per rischio, difficoltà e impatto, ricevono un trattamento profondamente diverso in termini di proposte premiali, encomi o elogi.

In molti casi, le proposte non vengono neppure inoltrate ai comandi superiori a causa di interruzioni arbitrarie da parte dei comandanti di compagnia o provinciali, che, di fatto, impediscono al Comando di Legione unico deputato a valutare e concedere formalmente le ricompense di esercitare la propria funzione. In altri casi, all’interno dello stesso reparto, solo alcuni militari vengono segnalati, mentre altri  ugualmente presenti e operativi vengono esclusi senza motivazione. Questo è inaccettabile.

La normativa vigente (D.P.R. 90/2010, circolari del 19 febbraio 2014 e 30 ottobre 2020) disciplina in modo chiaro e preciso le procedure, le responsabilità e le modalità per la proposta e la concessione di ricompense premiali. Tuttavia, la prassi smentisce la norma, e il rischio di una gestione arbitraria, selettiva e opaca è oggi una realtà diffusa e percepita.

A ciò si aggiunge un paradosso comunicativo che non possiamo ignorare, mentre interventi marginali, come il salvataggio di animali o volatili, ricevono ampia visibilità mediatica e talvolta riconoscimenti formali, azioni ben più gravi, rischiose e impattanti sul piano umano e operativo vengono ignorate, lasciando i militari coinvolti privi di qualsiasi segnale di riconoscimento da parte dell’Amministrazione.

Ci chiediamo: come può essere motivato un Carabiniere a dare il massimo, se a fronte di coraggio e spirito di servizio, non solo non viene valorizzato, ma neppure segnalato?

Come può dirsi vero che “il primo sindacalista di ogni Carabiniere dovrebbe essere il suo comandante”, se proprio quel comandante omette di riconoscerne i meriti e ne blocca, per convenienza o superficialità, l’iter premiale?

La concessione delle ricompense non è un favore, né un premio da assegnare secondo simpatie o interessi locali. È un atto istituzionale fondato sul merito, sul senso di giustizia e sull’equità di trattamento tra pari.

Non è più tollerabile che esistano Carabinieri “di serie A” e Carabinieri “di serie B” sulla base di valutazioni soggettive, reparti di appartenenza o rapporti personali con il vertice gerarchico.

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri  non ostacola l’Amministrazione, ma la rafforza.

I nostri interventi sono sempre finalizzati a migliorare il sistema, a correggere le distorsioni, a sostenere i comandanti che agiscono con equilibrio e rettitudine.

Siamo il termometro della realtà quotidiana dei reparti, e quando la temperatura si alza, perché i diritti vengono compressi o il merito viene negato, la nostra azione diventa più incisiva, più presente, più forte.

Alla luce di quanto esposto, il SIC chiede formalmente:

 

  1. Una direttiva urgente e vincolante a tutte le articolazioni di comando (Legioni, Provinciali, Compagnie) che ribadisca l’obbligo di equità, trasparenza e correttezza nel processo di segnalazione delle ricompense;
  2. L’istituzione di un sistema di tracciabilità interna delle proposte di ricompensa, per garantire trasparenza e responsabilità lungo la catena di comando;
  3. La previsione di responsabilità disciplinare e funzionale per chi omette, senza giustificato motivo, la trasmissione di proposte premiali fondate su fatti oggettivi;
  4. La revisione delle direttive vigenti, con possibilità di segnalazione sindacale qualora la scala gerarchica risultasse inattiva o selettiva;
  5. Un piano formativo permanente per i comandanti aventi potere propositivo in materia di ricompense, volto a promuovere la cultura del merito e del rispetto della dignità professionale;
  6. Una relazione statistica annuale dell’Arma, suddivisa per reparti e territori, sui dati relativi a concessione e distribuzione delle ricompense, accessibile ai sindacati rappresentativi e non rappresentativi ai sensi del D.Lgs. 81/2023.

 

Il SIC continuerà ad esercitare la propria funzione con lealtà istituzionale, ma con altrettanta fermezza e determinazione, ogni qualvolta il merito venga disatteso, la dignità ignorata e la giustizia selettivamente applicata.

Non arretreremo davanti a nessuna forma di arbitrio o disuguaglianza interna.

Non smetteremo di denunciare ciò che è ingiusto e invisibile.

Continueremo a difendere chi, in silenzio, rischia la vita e serve con onore lo Stato.

Con osservanza,

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