Manovra 2026. L’ipocrisia sindacale e la Verità che nessuno dice

Il Governo dimentica le Forze di Polizia e certi sindacati si svegliano tardi.

Oggi molte sigle si dichiarano indignate per la “disattenzione del Governo”.

Ma ricordiamo a tutti che queste stesse sigle hanno firmato l’ultimo contratto, quello che noi definimmo subito “un insulto alla dignità di chi rischia la vita per lo Stato”.

Un contratto offensivo, ridicolo negli importi e privo di visione, che ha cancellato anni di sacrifici e lasciato sul terreno migliaia di Carabinieri delusi e dimenticati.

Le stesse sigle che oggi gridano all’abbandono sono quelle che ieri si sono inginocchiate davanti ai tavoli della trattativa, accettando condizioni scritte altrove, senza la minima difesa dei colleghi.

Questo non è sindacato, è sottomissione funzionale.

Chi si accontenta di pochi euro in più e di una foto di rito non tutela nessuno, tutela solo se stesso.

 

La posizione del Sindacato Indipendente Carabinieri

Il SIC esprime profonda preoccupazione e delusione per la Legge di Bilancio 2026, che ancora una volta ignora le reali esigenze economiche e professionali del personale delle Forze di Polizia e, in particolare, delle Forze di Polizia a ordinamento militare.

Non si intravede alcun riconoscimento concreto della specificità del  Comparto Sicurezza e Difesa e, nello specifico, delle aree di intervento di competenza dei Carabinieri, impegnati su mille fronti, quali ordine pubblico, emergenze per flussi migratori, criminalità organizzata, soccorso civile.

 

Mentre si destinano risorse ad altri Comparti, la Sicurezza viene lasciata senza ossigeno, ovvero senza incremento retributivo, nessuna misura strutturale per il rinnovo contrattuale, nessuna garanzia per il potenziamento degli organici o per una previdenza complementare dignitosa.

È inaccettabile che, mentre il Paese chiede sempre più Sicurezza, chi la garantisce venga lasciato indietro, con stipendi bloccati e potere d’acquisto in caduta libera.

Il Sindacato Indipendente Carabinieri chiede con fermezza:

  • l’apertura di un tavolo tecnico reale, non di facciata, che affronti le criticità retributive, previdenziali e logistiche del comparto sicurezza;
  • l’avvio di una previdenza dedicata e sostenibile, coerente con la specificità militare;
  • il rafforzamento immediato degli organici, per colmare carenze che mettono a rischio i servizi essenziali;
  • una revisione delle indennità di rischio e reperibilità, oggi totalmente scollegate dalla realtà operativa.

Il SIC ribadisce la propria indipendenza e coerenza, valori che distinguono chi difende davvero i Carabinieri da chi si limita a occupare poltrone e firmare compromessi.

Le parole senza coraggio fanno solo rumore, noi facciamo sindacato reale.

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