Violenza nelle piazze, bollettino da guerra. Lo Stato premi chi ha lavorato per garantire il diritto a manifestare

Un vero bollettino da guerra.
Oltre un centinaio di appartenenti alle Forze dell’Ordine tra Carabinieri, Poliziotti e Finanzieri sono rimasti feriti, alcuni in modo grave, durante i cortei di questi giorni.
Città devastate, auto incendiate, istituzioni prese di mira. Tutto questo nel nome di una protesta che ha smarrito ogni forma di rispetto e di civiltà.
Manifestare è un diritto sacrosanto, ma non può trasformarsi in un pretesto per distruggere e aggredire chi quello stesso diritto lo garantisce.
I Carabinieri hanno difeso con disciplina e coraggio la libertà dei cittadini, rischiando la vita per contenere una violenza che nulla ha a che vedere con la democrazia.
Le manifestazioni promosse in questi giorni da alcune sigle, tra cui CGIL e USB, hanno visto purtroppo infiltrazioni di frange violente e gruppi estremisti che nulla hanno a che vedere con la protesta pacifica.
È necessario che chi promuove iniziative di piazza collabori con le Istituzioni per garantire sicurezza, legalità e rispetto verso le Forze dell’Ordine.
Non si può rivendicare la libertà di manifestare se non si è in grado di difendere la legalità.
Ora lo Stato deve far sentire la sua presenza.
Servono garanzie immediate per i Carabinieri feriti, assistenza sanitaria gratuita, tutela legale automatica e riconoscimenti al merito per le donne e gli uomini dell’Arma che hanno garantito ai cittadini il diritto di manifestare pacificamente.
Chi indossa una divisa rappresenta lo Stato, e quando viene aggredito non deve sentirsi abbandonato.
Lo Stato non può tacere deve esserci, deve riconoscere, deve agire.

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